Home Politica Il vento di cambiamento che non si vuole capire

Il vento di cambiamento che non si vuole capire

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Arezzo – «“Si è gridato con gioia al cambiamento. Ad un vento nuovo che portava speranze più concrete e orizzonti migliori. Purtroppo ci troviamo oggi a fare i conti con una realtà che non è poi tanto diversa da quella che vivevamo prima delle elezioni e del referendum del 12 e 13 giugno. Dopo una vittoria così clamorosa da parte della società civile tutta e della democrazia, dopo che gli italiani hanno dimostrato di saper ancora scegliere per il proprio futuro, ci aspettavamo qualcosa di più. Soprattutto dal centro sinistra.
E invece dobbiamo constatare con rammarico che ben poco si è fatto per cavalcare quest’onda di cambiamento, anzi, a volte abbiamo avuto l’impressione che certe occasioni che si sono presentate non siano state volutamente colte. A livello locale e nazionale, indifferentemente. Una tra tutte, la nuova campagna referendaria in quattro quesiti per cancellare i punti più controversi dell’attuale legge elettorale, proposta da Claudio Abbado, Umberto Eco, Renzo Piano, Margherita Hack e tanti altri ancora.
Tra i quattro quesiti, il più importante è quello che vuole abrogare le liste “bloccate” dei candidati per le elezioni politiche. Con la legge attuale (conosciuta come legge Calderoli), quando andiamo a votare, non siamo noi a scegliere direttamente chi siederà in Parlamento. Infatti questa legge prevede che i candidati siano scelti prima dai partiti. L’iniziativa del Comitato per il Referendum sulla Legge Elettorale si chiama “Io Firmo, riprendiamoci il voto” e la raccolta delle firme è partita dalla settimana del 20 giugno. L’obiettivo è raggiungere, entro settembre, le cinquecento mila firme valide necessarie a presentare il referendum alla Corte di Cassazione.
I nostri politici sembrano tuttavia fare orecchie da mercante di fronte a questa nuova occasione che sarebbe di grande respiro per la società civile, non fosse altro per mantenere vivo lo spirito di partecipazione, il fermento positivo che si era creato poco meno di un mese fa nel nostro Paese e nella nostra città.
Noi crediamo sia giunta l’ora di andare oltre le divisioni, le logiche di partito, la paura di prendere posizioni chiare e coraggiose. Il limbo di indecisione e calma apparente in cui sembra essersi adagiato il centro sinistra rischia di soffocare l’entusiasmo delle donne e degli uomini italiani che avevano fin ora tenacemente lottato per un cambiamento sincero. Si rischia, così, non solo di far vincere l’arroganza e le scelte politiche della destra, ma anche di allontanarsi irrimediabilmente dalla società civile. La sinistra nasce dalla gente ed è lì che dovrebbe tornare”.»