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Incidenti: 1500 centauri morti l’anno

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Roma, 10 mar. (Adnkronos Salute) – Un lampione o il guard rail, magari appena fuori da una curva: è questa la 'scena del crimine' più diffusa negli incidenti in moto, dopo lo scontro con le auto. E ogni anno a lasciarci la vita sono oltre 1.500 motociclisti. A lanciare l'allarme sui pericoli per i centauri è Marco Guidarini presidente dell'Associazione motociclisti incolumi Onlus (Ami Onlus) e medico traumatologo del Servizio 118 di Siena. L'occasione é l'inaugurazione oggi nella Capitale della terza edizione del Motodays, salone delle moto e scooter del Centro-sud Italia, alla Fiera di Roma. "Se uscendo da un curva, anche solo a 40 km orari – spiega il medico all'Adnkronos Salute – si scivola con la moto e si va a sbattere contro ostacoli fissi come guard rail, alberi o lampioni, questo significa andare incontro a gravi pericoli per la vita"."Ogni anno in Italia perdono la vita sulle strade oltre 1500 motociclisti soprattutto tra i 30 e i 40 anni – afferma Guidarini – e le barriere 'New Jersey', che si pensa possano proteggere, sono invece nel 30% dei casi fatali. Se poi consideriamo – prosegue il medico – che la causa principale dei sinistri per le due ruote è nel 50% dei casi l'impatto contro un ostacolo mobile, l'altro 50% è diviso tra guard rail e segnali verticali". Se poi si scivola con il proprio scooter e non si indossa un abbigliamento adeguato il rischio è quello di procurarsi, nel migliore dei casi, un'abrasione. "Più spesso una lesione della cuffia dei rotatori, fratture della clavicola, della tibia o del perone. Ma – sottolinea il presidente dell'Ami – oltre il 60% dei traumi sono cranici e cervicali, seguiti da quelli addominali e toracici, dovuti invece all'urto contro un ostacolo fisso. Questi ultimi però, possono portare alla rottura della cassa toracica e alla lesione della milza o del fegato. Principali cause di morte per il motociclista". Per gli esperti, nella prevenzione degli incidenti su due ruote l'esempio da seguire è quello degli autodromi. Quindi in primis: vie di fuga dalla carreggiata senza ostacoli. Per Guidarini, infatti, "distrazione e velocità elevata sono le cause degli incidenti, ma le lesioni vengono causate proprio dagli ostacoli. Negli autodromi – prosegue – hanno agito sulle cause, mentre non hanno diminuito le velocità, raddoppiate dagli anni '70. Oggi arriviamo a superare i 340 km orari con una Ducati. Ma sono stati messi in sicurezza gli spazi di fuga. Prima sulle piste c'erano guard rail ovunque e si verificavano fino a 9-10 morti l'anno, oggi fra i motociclisti professionisti si arriva al massimo a una vittima ogni dieci anni". Mai dimenticare, appena si sale in sella, le protezioni passive come il casco integrale e il paraschiena. Secondo il numero uno dell'Ami "queste lavorano al 100% in caso di scivolata e la sopportano benissimo.Ma se ho la sfortuna di colpire a 60 km orari un palo o un albero sul ciglio della strada nessun casco può proteggermi. Subirò l'iperestensione delle vertebre cervicali e sicuramente un danno fatale". Un soluzione da tempo in commercio è il giubbino provvisto di 'air bag', evoluzione di quello predisposto sulle auto. "Sono 10 volte più efficaci di un paraschiena – afferma Guidarini, istruttore della Federazione motociclistica italiana – grazie ad un cuscinetto d'aria di 10 centimetri, che esplode gonfiandosi nell'impatto e attutendo la caduta". L'Ami Onlus da anni si occupa anche di educazione stradale , con corsi di guida sicura per motociclisti e scooteristi. "L'esuberanza giovanile in moto può essere un pericolo – afferma l'esperto – ma gli italiani in generale mancano spesso di una buona educazione stradale. Il patentino per le due ruote anche per i minorenni non dà quell' esperienza che servirebbe. Non basta saper fare all'esame di guida lo slalom tra i birilli: bisognerebbe puntare anche sulla conoscenza delle dinamiche di incidenti stradali, e il comportamento della moto in condizioni estreme, frenata sbagliata, pioggia o ghiaccio. Noi come associazione – conclude – lo facciamo da anni e lo riteniamo utile".

Articlolo scritto da: Adnkronos