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Incontro con Paolo Guzzanti

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Incontro con Paolo Guzzanti

Paolo Guzzanti sarà ospite de “il Giardino delle Idee” sabato 26 febbraio 2011 con inizio alle ore 17.00 nel consueto scenario dell’Auditorium del Museo d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo (INFO: 0575 409050).

Berlusconi è pericoloso per la democrazia?
“Vi risponderò come Carlo De Benedetti, su cui ho scritto un libro credendolo un antiberlusconi mentre poi ho scoperto che nutre verso l’attuale presidente del Consiglio una grande simpatia umana” afferma Paolo Guzzanti.

“De Benedetti mi disse, una volta, una cosa che io trovo molto giusta e intelligente” continua il sen. Guzzanti. “Quando un uomo di successo viene dagli affari o dal mondo delle aziende, inevitabilmente è un dittatore. Le aziende di successo, infatti, si governano col pugno di ferro, con sistemi che non sono quelli della democrazia: si tratta di concezioni gerarchiche, poco flessibili, dirigiste, dove il capo è tale per tutti, anche quando offre lo champagne e corteggia le impiegate, manda mazzi di fiori e così via. C’è tutto un galateo, nel mondo delle aziende”.

“Se fossi entrato in politica, continuava De Benedetti e avessi concorso a fare il primo ministro, io stesso sarei stato un pericolo per la democrazia. Insomma, Berlusconi, di per sé, non è una persona malvagia o con delle idee assurde: più semplicemente, è uno di quelli che pensano che si possa governare un Paese così come si guida un’azienda. E ciò è profondamente sbagliato, soprattutto se il sistema di governo è quello di una democrazia occidentale”.

Giornalista professionista, scrittore, conduttore televisivo e senatore Paolo Guzzanti è stato inviato dell’«Avanti!», redattore capo e inviato speciale di «Repubblica» e della «Stampa» negli Stati Uniti.

Ha lavorato al «Giornale» ed è stato editorialista di «Panorama».

Eletto al Senato, ha presieduto dal 2002 al 2006 la Commissione d’inchiesta sul dossier Mitrokhin.

Da questa esperienza è nato il libro-denuncia “Il mio agente Sasha”, uscito per Aliberti nel maggio 2009.

Data l’attualità dell’argomento, per le grandi manifestazioni di protesta delle donne tenutesi in 230 città italiane, “Il Giardino delle Idee” ha deciso di presentare il nuovo libro di Paolo Guzzanti dal titolo “Mignottocrazia” per meglio comprendere cosa stia effettivamente accadendo sulla frontiera sociale del rapporto con l’universo femminile del nostro Paese.

Autore riconosciuto del termine “mignottocrazia” infatti con il Suo ultimo libro ci svela cosa realmente intenda con questa definizione ormai entrata nel lessico politico-giornalistico dell'Italia di oggi, e quali prove abbia a disposizione per confermare la sua “ardita” tesi.

Sulle prove documentali, in verità, Guzzanti ha dovuto faticare poco.

La realtà della cronaca è sotto gli occhi di tutti.

“Mignottocrazia” è un saggio che interpreta gli ultimi vent'anni di storia del nostro Paese attraverso il ruolo, la fisionomia e l'immagine delle donne: uno sguardo ampio, una visione d’insieme.

Una categoria, quella del femminile, sempre essenziale per capire le evoluzioni di una società. Ma per l’Italia di questi decenni piuttosto sciagurati, assolutamente fondamentale, decisiva.

Un libro feroce.
Che non risparmia niente a nessuno.
Ma niente affatto cinico.
Oltre al titolo, in copertina c’è anche un sommario che appare piuttosto allusivo: “La sera andavamo a ministre”.

Paolo Guzzanti ricorda che “si tratta di un’allusione a un sistema intrinsecamente prostitutorio: allorquando si ammette che la bellezza e il sex appeal sono gli strumenti principali da utilizzare per avere successo e non la laurea o gli anni di esperienza passati in un’amministrazione pubblica, ma viceversa le tue misure o il tuo aspetto fisico, inevitabilmente si crea un’osmosi tra il comportamento pubblico-politico e quello privato”.

Mignottocrazia quindi come stupro delle regole
“Le regole della vita civile come le regole della vita democratica sono faticose, pedanti, poco agili e create con l’esperienza di secoli proprio allo scopo di impedire che prevalgano gli istinti, la forza, la sopraffazione e anche un eccesso di carisma personale in competizione con le regole e che tende a soffocarle, ucciderle, deriderle” afferma Paolo Guzzanti.

“La mignottocrazia come sistema di potere ha esattamente questo scopo ideologico: assuefare l’opinione pubblica con un continuo e rivendicato stupro delle regole, delle norme, delle consuetudini, introducendo una prassi apparentemente anarchica, l’esibita passione per le feste piene di ragazze in attesa del loro regalino, ma in realtà funzionale al mantenimento del potere”.

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