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Interruzione di gravidanza, ecco come la Asl garantisce questo diritto

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Interruzione di gravidanza, ecco come la Asl garantisce questo diritto

Arezzo – Migliorare la condizione di umanizzazione delle donne che decidono una interruzione volontaria della gravidanza. E’ questo il principio ispiratore del rinnovato percorso di assistenza che l’Azienda Sanitaria Aretina si appresta ad adottare in questo delicato servizio. Il Dipartimento Materno Infantile, assieme alle direzioni sanitarie dei tre presidi dove si compiono gli interventi, ha individuato percorsi più idonei, in grado di garantire equità di accesso, qualità e sicurezza, e assistenza sia nella fase di formazione della scelta che della sua realizzazione.
L’interruzione di gravidanza rientra nei L.e.a., livelli essenziali assistenziali, e come tale l’Azienda deve e vuole garantirla offrendo il servizio più idoneo possibile. Innegabile che esista la questione legata alla obiezione di coscienza di operatori sanitari, che induce pertanto ad organizzare questa attività con criteri particolari.
Nella Asl8 sono presenti, fra ospedali e consultori, 31 ginecologi, 11 sono coloro che non hanno dichiarato la loro obiezione (8 nei tre ospedali e 3 nei consultori).
Le strutture consultoriali sono sempre aperte per l’ascolto e la valutazione da compiere. Gli ospedali garantiscono il diritto delle donne che intendono interrompere volontariamente la gravidanza, una volta certificato il passaggio dal consultorio.
Il Dipartimento Materno Infantile ha costituito un unico pool di ginecologi ospedalieri non obiettori, e questi agiscono indifferentemente a livello aziendale nei tre ospedali interessati (Arezzo, Valdarno e Casentino). Così il servizio di interruzione di gravidanza nella Asl8 è garantito per tutti coloro che intendono usufruirne.
L’ulteriore miglioramento scatta, riguarda il percorso: se non vi sono indicazioni sanitarie diverse, avviene in day surgery (intervento con un ricovero diurno), e con la dovuta attenzione alla privacy.
Sono stati 525 gli interventi eseguiti nel 2010 in provincia di Arezzo (297 ad Arezzo, 152 in Valdarno, 76 in Casentino), 139 nei primi tre mesi del 2011 (80 Arezzo, 40 Valdarno, 19 Casentino), con un andamento costante negli ultimi anni.
La costituzione di un unico percorso di accesso e di gestione, oltre alla equità per le pazienti, garantisce anche una aggiornamento comune degli operatori sanitari che non hanno dichiarato la loro obiezione.

“Proprio a loro va il ringraziamento mio personale e dell’Azienda – commenta Enrico Desideri, Direttore Generale della Asl8 – perchè garantiscono con il loro lavoro e la loro scelta un diritto riconosciuto alle donne da una legge dello Stato, che non commento ma applico. Dico altresì che l’obiezione di coscienza è un diritto riconosciuto al medico, ma la nostra società si deve interrogare e deve trovare soluzioni adeguate, quando un diritto collide con un altro, e che il diritto prevalente, nelle democrazie compiute, deve essere quello dei soggetti più deboli”.