Home Attualità Italiani su web per perdere chili, 1 su 3 fallisce e va da dietista

Italiani su web per perdere chili, 1 su 3 fallisce e va da dietista

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Milano, 11 mag. (Adnkronos Salute) – La dieta pre-matrimoniale di Kate Middleton, che si è affidata al regime alimentare iperproteico studiato dal francese Pierre Dukan attirandosi le critiche di molti esperti, e quella d'assalto scelta dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che ha perso 17 chili in 4 mesi dicendo addio per 120 giorni a carboidrati, dolci e alcolici. Su Internet si trova di tutto. Basta digitare su un motore di ricerca la parola 'dieta' per essere sommersi da 76 milioni di voci (numero in crescita costante).
"Quasi tutte trappole", tuonano i dietisti dell'Andid (Associazione nazionale dietisti), che oggi a Milano hanno presentato il loro 23esimo Congresso nazionale, in programma nel capoluogo lombardo da domani a sabato. Trappole in cui "cadono milioni di italiani" a caccia del 'miracolo' anti-pancetta sul web, assicurano Giovanna Cecchetto, presidente dell'Andid, e Ambra Morelli, referente lombardo dell'associazione. Per quasi uno su 3 il fai-da-te si rivela un totale fallimento e il tentativo di perdere chili con ricette scovate spesso online si conclude con l'appuntamento dal dietista. Intanto però la comunità di internauti in guerra con la bilancia aumenta vertiginosamente: ogni 24 ore si registrano più di 4 mila nuove iscrizioni a siti e forum in cui si dispensano consigli per 'diete express'.
"La maggior parte dei pazienti con disturbi del peso cerca una formula magica per dimagrire – spiega Cecchetto – Un atteggiamento che li mette in condizione di diventare facili prede di trappole con finalità di lucro. Non va trascurato neppure l'aspetto psicologico: il fallimento di un lavoro sul peso porta con sé una posizione di rassegnazione passiva accompagnata nelle situazioni più gravi a sensazioni di solitudine e isolamento sociale che spesso aggravano il problema peso e mantengono lontano il paziente da trattamenti adeguati". Durante il congresso, quello del web sarà uno dei temi trattati in un workshop in programma per venerdì. L'associazione dei dietisti lancia l'allarme: il 42% della popolazione italiana è sovrappeso e si stima che almeno 2 adulti su 10 seguano una dieta sbagliata. "Smettere di mangiare – osserva Morelli – porta a risultati eclatanti, ma in negativo. Perché spesso non si intacca la massa grassa o ci si affida a diete iperproteiche completamente sbilanciate che non aiutano. Il problema che si porrà sempre è quello del post dimagrimento. Se non si cambiano i regimi alimentari sbagliati non si va da nessuna parte e si riprende peso in un attimo".
Ecco perché i dietisti italiani lanciano la figura del 'personal nutrition trainer' che, come il coach nelle palestre, si propone come una guida che aiuta i pazienti passo passo ad affrontare le difficoltà, trovando le soluzioni giuste, evitando inutili sacrifici e puntando a risultati duraturi. Il nostro organismo, prosegue Cecchetto, "è geneticamente programmato per sopravvivere alla scarsità di cibo, mentre non è attrezzato per difendersi dall'eccesso di cibo.
Per questo è molto importante la figura del dietista che segue il paziente in maniera personalizzata nell'applicazione quotidiana della dieta". Le diete che a turno si conquistano la notorietà nello spazio di una stagione, come quelle che si trovano su Internet, "hanno dei limiti – avverte Morelli – Non tengono conto dell'individualità: delle cause del problema di peso, delle abitudini alimentari e di vita, dei fabbisogni nutrizionali, delle difficoltà che si oppongono al cambiamento, del rapporto con il cibo.
E finiscono per non incidere sullo stile di vita, rischiando in alcuni casi di essere anche pericolose per la salute". "Il dietista – aggiunge Cecchetto – propone un percorso che punta a bloccare l'aumento di peso e a valutare con la persona quanti chili è in grado di perdere, per poi aiutarla a recuperare uno stato emozionale di benessere, una buona alimentazione e uno stile di vita piacevole". Niente divieti o calcolo ossessionato delle calorie, ma "recupero dell'equilibrio con un discorso legato alla personalità del paziente, al ricordo dell'alimentazione tradizionale legata all'infanzia e alla famiglia e al recupero di validi modi di comportarsi a tavola", conclude Morelli.

Articlolo scritto da: Adnkronos