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L’area Lebole: commerciale, direzionale e residenziale

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L’area Lebole: commerciale, direzionale e residenziale

Arezzo – LA QUESTIONE PREGIUDIZIALE Questione pregiudiziale sollevata da Guglielmo Borri circa l'inserimento “per motivi di urgenza” all'ordine del giorno della pratica in questione, urgenza “non sussistente se non per motivi politici legati alla imminente scadenza del mandato. Una fretta improvvisa, elettorale, non connessa a un corretto iter amministrativo”.
Francesco Francini ha sostenuto la richiesta: “la valenza politica di questa pratica riverbera inevitabilmente i suoi effetti sul mandato amministrativo successivo sia che venga riconfermato Fanfani sia, a maggior ragione, se non venisse riconfermato. Chiediamo che questa pratica sia ritirata e che venga magari iscritta al primo punto dell'ordine del giorno del primo Consiglio Comunale post-elezioni. Il nostro è un rilievo non certo contro imprenditori disposti a investire in un progetto di sviluppo cittadino ma di natura politica contro questa maggioranza che non può all'ultimo tuffo portare in aula una pratica che richiede una discussione e un approfondimento importanti”.
Dal punto di vista formale, il Presidente Giuseppe Caroti ha precisato che in conferenza dei capigruppo era stato concordato l'invio immediato dell'ordine del giorno sul regolamento urbanistico, in tempi anticipati rispetto a quelli soliti, ma erano stati altresì mantenuti i termini ordinari per l'invio delle altre pratiche. Tra queste rientra l'area Lebole, inserita quindi come argomento aggiuntivo all'ordine del giorno, insieme ad altri, quando ne è stata fatta legittimamente richiesta. La questione pregiudiziale è stata respinta e la discussione ha potuto cominciare.

COSA PREVEDE IL PIANO COMPLESSO DI INTERVENTO
Il Piano complesso di intervento denominato “Cittadella degli affari”, la cui area insiste in quella che un tempo era la Lebole, è guidato da una filosofia di fondo che, ha spiegato l'assessore all'urbanistica Stefano Gasperini, vuole integrare funzionalmente ex Lebole, Centro Affari e città a cominciare dal quartiere di Pescaiola e dalla zona industriale di Pratacci. “Le manifestazione di interesse e i contributi progettuali pervenuti hanno offerto spunti per la progettazione elaborata dall'amministrazione. Non possiamo che notare come l'area siffatta sia una delle porte di accesso ad Arezzo perciò andranno privilegiate architetture contemporanee, di pregio, che sfruttino energie rinnovabili, e strutture verticali che limitino il consumo di suolo. Le destinazioni sono direzionale, commerciale e residenziale mentre 5.000 mq sono per servizi di interesse comune tra cui l'edilizia residenziale pubblica. Spazio alle aree verdi, tra cui un parco urbano, piste ciclabili di collegamento con la città, raddoppio del raccordo e riqualificazione della tangenziale. La funzione pedonale sarà prevalente mentre la destinazione privilegiata è quella direzionale anche perché siano vicino a Pratacci e al Centro Affari: la ex Lebole può essere motore di sviluppo del polo fieristico e del settore turistico-ricettivo. I parcheggi sono prioritariamente in struttura, sempre per utilizzare al minimo il suolo. Il sistema urbano ne deve uscire con una competitività aumentata”.

GLI EMENDAMENTI
Luigi Polli: la proposta è di ridurre da 5.000 a 3.500 metri quadrati la “piastra” commerciale più importante e di spostare i 1.500 metri quadrati in eccesso per rendere più omogenea la presenza del commerciale in tutti i lotti, compresi i residenziali.
“In questo modo si mantengono inalterate ma meglio distribuite le aree destinate al commerciale, evitando il possibile insediamento della grande distribuzione. Così saremo in grado di dare una risposta anche di natura sociale grazie a un’area destinata all’edilizia residenziale pubblica. Ne scaturisce un insediamento importante ma compatibile con gli equilibri economici della città.
Più in generale mi sento di dire che la discussione odierna mi ricorda quella sull'area ex Sacfem alla quale partecipai. Anche in quella occasione, la politica si assunse la responsabilità di una scelta. E i posteri ne hanno riconosciuto la validità. Con la ex Lebole, la politica non dà certamente l'unica risposta possibile allo domanda di sviluppo ma siamo di fronte a qualcosa di importante vista l'entità dell'investimento che un imprenditore ha deciso di fare”.

Mario Bruni: la parte interrata dei parcheggi sia pari quanto meno all'ottanta per cento. “Aumenterebbe la qualità di un intervento di recupero di un'area che può creare nuove opportunità, una strategia di rilancio e una politica equilibrata di rigenerazione urbana. Prima di tutto va risolta la questione della viabilità. La ex Lebole è in un sacco, con tangenziale, raccordo e ferrovia, che la chiude. In generale, cerchiamo, con uno sforzo comune, di delineare un quadro vincente per il futuro per il quale potranno aiutarci le osservazioni che seguiranno l'adozione”.

Giovanni Pelini: “chiedo la modifica dei parametri urbanistici in modo tale che con il Piano attuativo sia valutato un incremento del commerciale, in alternativa al direzionale e al ricettivo. Il commerciale in questo caso deve avere caratteristiche di unicità, di non concorrenzialità con l'attuale, essere capace di attrarre clientela e soggetto ad autorizzazione della Regione. Pensiamo a strutture come l'emporio di Prada. Se avessimo avuto il coraggio di portarlo ad Arezzo, avremo ottenuto un indotto perfino turistico. La stessa Ikea potrebbe essere attratta. Comunque vada il mio emendamento voterò a favore dell'adozione”.

IL DIBATTITO
Francesco Francini: “mai si era vista una Camera di Commercio prendere una posizione pubblica tale, quasi di commissariamento del Comune, come ho letto nella stampa, dove si sostiene: se non pensiamo alla progettualità cittadina e al miglioramento di infrastrutture e aree strategiche come stazione ed ex Lebole non ci pensa nessuno. È la certificazione di un ente importante della inerzia quinquennale di questa amministrazione.
Amministrazione che oggi si fa paladina del commercio rivendicando il 'no' alla grande distribuzione alla ex Lebole. Mi vengono in mente situazioni come quella di Saione dove il 30% dei cittadini e degli esercizi commerciali sono stranieri. Una situazione consolidatasi in questi anni, in totale deregulation. Non sono stati questi colpi inferti al commercio di cui ora vi fate paladini?”.

Giorgio Del Pace: “mi sembra che nella stampa di questi giorni si leggano contribuiti piuttosto che critiche feroci. Con il voto di stamani siamo di fronte alla valorizzazione di un'area periferica della città che se si accompagna ad analoga operazione in centro storico, peraltro già cominciata, darà la cifra del lavoro di questa amministrazione”.

Alessandro Ghinelli: “partirei da un riepilogo delle Aree strategiche di intervento. Un primo blocco è composto da ex caserme, ex Lebole, Gavardello e area di San Zeno; un secondo blocco sa scalo merci e cittadella del tempo libero; un terzo blocco da Sodaccio e Catona. Non sfuggirà il fatto che queste aree strategiche sono collegate da un complesso assetto infrastrutturale. A proposito di infrastrutture, ricordo che l'asse portante del Piano Strutturale era la variante esterna alla 71. Senza la quale veniva quasi meno l'intera impalcatura. Purtroppo di variante non se ne sente più parlare e non se ne sentirà parlare per almeno un decennio. Tuttavia, in luogo di questa opera è stata migliorata la tangenziale urbana, nata nel 62 e resa completamente a 4 corsie. Che c'entra con l'area Lebole? C'entra eccome perché la soluzione del problema infrastrutturale non può essere ricondotto all'incrocio tra tangenziale stessa e raccordo autostradale viste la volumetria e le attività che il progetto prevede per questa area. Esse attrarranno un volume di traffico che graverà notevolmente sulla viabilità. Come risolvere il problema? Con una rifunzionalizzazione di tutto il comparto infrastrutturale. E come arrivare a questo obiettivo? Partendo da un assunto: cosa ce ne facciamo di ulteriore edilizia residenziale? Di case ad Arezzo ce n'è perfino troppe. Dunque, nelle misure di compensazione, la cosiddetta perequazione, facciamoci entrare proprio la realizzazione di infrastrutture adeguate da parte degli investitori privati”.

Raffaello Giorgetti: “oggi votiamo aria fritta, aleatori progetti che non portano certo a sviluppi e riprese economiche tutte da verificare. Di fronte a questo, a malincuore perché ci sta a cuore Arezzo e il suo futuro, ci asterremo”.

Marco Bianchi: “dobbiamo stare attenti a capire i nostri bisogni. Una valutazione di lungimiranza non può prescindere dalle considerazioni di Ghinelli ma non possiamo metterla in conflitto con l'edilizia sociale. C'è una domanda che emerge anche in questo senso e che non va trascurata specie quando si fanno progettualità nuove”.

Alessio Mattesini: “190 milioni di euro d'investimento è una cifra notevole. La maggioranza poteva confrontarsi di più con la minoranza vista la cifra che dà il senso dell'impatto del progetto sulla città”.

Marco Paolucci: “l'ipotesi mega centro commerciale, paventata durante il dibattito cittadino, è stata scongiurata. Si tratta di strutture oramai insostenibili per centri come Arezzo. Ne avrebbero sofferto i negozi non tanto del centro quanto di altri quartieri dove molti negozi avrebbero rischiato la chiusura e lasciato il territorio privo di preziosi presidi. Vedo un pericolo anche nella ipotesi paventata con l'emendamento Pelini. Noi abbiamo portato l'idea di un quartiere sostenibile con abitazioni a risparmio energetico sulla scia di quanto accaduto in Germania a Friburgo. La rilanceremo come contributo che ha già ottenuto attenzione, anche nella maggioranza.
Il nostro voto sarà di astensione, un'astensione di fiducia nei confronti del Sindaco. Con i voti degli elettori avremo la forza di fare pesare le nostre ragioni e vigilare sugli sviluppi attuativi del progetto”.

Marco Tulli: “la sfida è quella della sostenibilità. Rispetto a quello che sta accadendo nel mondo, ci stiamo dimenticando l'analisi e la comprensione della forma del nostro futuro. Credo sia fondamentale riappropriarsene. I meccanismi di sviluppo sono insostenibili per cui grandi centri commerciali non possono che distruggere la produzione locale e il sistema economico territoriale. È fondamentale così frammentare il commerciale, situazione che a iuta a mantenere un tessuto di comunità. Le grandi distribuzioni sono dannose e abbiamo fatto di tutto per arrivare all'emendamento Polli”.

Giuseppe Fanfani: “nessuno deve pensare che le legislature esauriscano il lavoro. Il Piano strutturale, ad esempio, che ho trovato come lascito dell'amministrazione precedente, è stato per me elemento di valutazione da cui partire. Alcune parti le ho mantenute, altre no. Perciò non preoccupatevi se questo piano è proiettato nel futuro, coloro che avranno la ventura di essere protagonisti di questo futuro, lo potranno accogliere o modificare. I progetti delle Aree complesse di intervento, ed è la metodologia di lavoro che ci siamo dati, sono continuamente oggetto di interlocuzione con l'opinione pubblica.
Abbiamo fatto un rapido calcolo: 2000 contributi di cittadini sono stati già compresi in questo piano. Se a questi seguiranno investimenti effettivi, opere concrete, come crediamo, ci rendiamo conto di quanto questo progetto sia di volano per l'economia.
Ultimo ma non ultimo: 100 appartamenti di edilizia sociale per giovani coppie in difficoltà, molte italiane. Anche qui un contributo per un ambito edilizio che ha una grande domanda”.

Da Gianni Cantaloni un appello: “assessore Gasperini, ritiri questa pratica. La discussione è stata fatta al bar, nei giornali mentre la soluzione progettuale non lascia grandi margini ulteriori di intervento. Non è vero che l'amministrazione Lucherini non si è occupata dell'area Lebole. Avevamo un progetto che poi hanno realizzato al casello di Barberino del Mugello anche perché certi soggetti oggi interessati a disquisire sul quanto di metri quadrati commerciali o direzionali si misero all'epoca completamente di traverso. E le famigerate torri chi le realizza? Non esiste impresa ad Arezzo in grado di garantire la costruzione di un'opera del genere. Toccherà ricorrere a imprese esterne alla faccia dello sviluppo locale”. Il Pdl non ha partecipo al voto.

Alessandro Arcangioli: “è la chiusura di un cerchio che, dal Piano strutturale al Regolamento urbanistico al PIUSS, faciliterà le ricuciture fra Pescaiola, il centro e alcune aree di accesso alla città. Altro che libro dei sogni! Dopo 10 anni di deserto, la Lebole ha una prospettiva, la prima dalla chiusura dell'azienda storica. Se vogliamo, questo voto è anche un messaggio di riconoscimento verso chi ha lavorato per decenni in quella fabbrica. Ora prende corpo questa fase post-industriale in cui ogni ipotesi è perfettibile, non a caso abbiamo presentato un emendamento per lo sviluppo dell'edilizia sociale”.

Astensione annunciata anche dal Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Caroti.

LE VOTAZIONI
Emendamento Bruni approvato con 12 favorevoli, 4 contrari e 8 astenuti.
Emendamento Polli approvato con 20 favorevoli e 6 astenuti.
Emendamento Pelini respinto con 14 contrari, 1 favorevole e 9 astenuti.
La pratica: approvata con voti favorevoli 17 e 8 astenuti.