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L’Ascom aumenta i soci, ma al 31 dicembre chiudono 600 imprese

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L’Ascom aumenta i soci, ma al 31 dicembre chiudono 600 imprese

Solitamente in provincia di Arezzo circa 500 aziende del terziario chiudono ogni anno i battenti, compensate in genere da un numero più o meno equivalente di imprese che nascono. Un saldo stazionario nonostante il quale la Confcommercio negli anni ha saputo crescere come numero di associati in maniera sistematica.

Anche quest’anno, benchè il numero di cessazioni di imprese del settore sia destinato a salire notevolmente, la Confcommercio riesce ugualmente a chiudere l’anno con il segno positivo.

Mancano infatti ancora dieci giorni alla fine del 2011, ma nei corridoi del quartier generale di via XXV Aprile trapela che il saldo tra nuovi arrivi e imprese che chiudono sarà più alto del pareggio. Il dato straordinario dei 722 nuovi soci conquistati dal 1° gennaio ad oggi tra le imprese di commercio, turismo e servizi consentirà infatti di assorbire totalmente la pur elevata mortalità nei tre settori, pari a 650 imprese.

“Il dato definitivo lo conosceremo solo a febbraio, quando la Camera di Commercio e l’Inps ci comunicheranno ufficialmente le cessazioni registrate al 31 dicembre” dice il direttore della Confcommercio Franco Marinoni “ma è certo che la nostra associazione è cresciuta anche quest’anno, per un totale definitivo di 8.700 soci, superiore rispetto agli 8.624 del bilancio 2010. Questo, nonostante le eccezionali difficoltà riscontrate dal sistema economico nel 2011”.

Un risultato che è un successo per l’associazione di categoria “un successo perché significa che abbiamo lavorato bene e che gli imprenditori si fidano di noi” spiega il direttore “solo per questo continuiamo a “mietere” soci. Le aziende hanno capito che quando c’è freddo per non morire bisogna muoversi e una organizzazione come la nostra garantisce azione”.

“Il terziario di mercato” afferma il presidente della Confcommercio aretina Benito Butali “contribuisce ormai per il 65% al pil complessivo della provincia e sta dimostrando di saper reagire ai mutamenti di scenario e all'andamento congiunturale. Ma sono necessari ulteriori provvedimenti per garantire la sua sopravvivenza. La manovra varata dal governo Monti incide su pensioni, beni immobili e mercato del lavoro, rischia di essere troppo penalizzante per le famiglie, quindi anche per i consumi, già scesi nell'ultimo anno e dai quali ci aspettiamo un altro calo dello 0,5% nel 2012, quando agli altri fattori si aggiungerà pure l’ulteriore aumento dell’Iva”.

IL CREDITO
La mancanza di liquidità del sistema bancario nel 2011 ha costretto ad un forte ridimensionamento la concessione di credito alle imprese aretine del terziario. Il Centro Fidi, l’organismo creditizio creato nel 2005 dal sistema Confcommercio (che unisce i consorzi fidi di 14 Ascom provinciali e le banche più rappresentative dell’Italia centrale), chiude l’anno con un volume di affidamenti in essere pari a circa 380 milioni di euro, comunque superiore di circa 40 milioni rispetto al volume 2010. 5.497 le aziende dei settori commercio, turismo e servizi che ne beneficiano.

“In un contesto in cui perfino le aziende sane e meritorie fanno difficoltà ad ottenere credito, era inevitabile registrare un ridimensionamento delle concessioni di denaro da parte delle banche” sottolinea il direttore Franco Marinoni, amministratore delegato di Centro Fidi “la contrazione più forte, nell’ordine del 50%, ha riguardato soprattutto i nuovi affidamenti”.

Delle imprese che fanno richiesta di credito, quasi una su due lo fa per ristrutturare posizioni preesistenti: “è questa la linea di credito a cui le banche sono più disponibili” spiega Marinoni. Nei casi restanti, la parte del leone è riservata alla “nuova finanza”, spinta dalla necessità degli operatori di aumentare i propri fidi. Una quota marginale è riservata invece alle imprese di nuova apertura o a quelle che hanno bisogno di investire per ampliarsi.

“Il volume medio degli affidamenti concessi è di 57mila euro ad azienda”, prosegue il direttore della Confcommercio aretina, “la durata media è invece assai variabile: si va dal finanziamento classico a 5 o 7 anni agli scoperti di conto, che durano tutta la vita salvo revoca da parte della banca”. Ancora contenuto il livello medio di sofferenze e contenziosi, anche se in aumento di qualche punto percentuale rispetto al dato 2010: “siamo nell’ordine del 2,2%, contro l’1.7% dello scorso anno” spiega Marinoni “un dato in leggera crescita, ma sempre il migliore a livello regionale”.

Tra i fiori all’occhiello di Centro Fidi, il rapporto privilegiato con Mediocredito Centrale, la struttura creditizia che per conto dello Stato segue lo sviluppo delle politiche pubbliche di sostegno alle imprese. “Attraverso la controgaranzia del Mediocredito Centrale, di cui Centro Fidi è ente certificatore, siamo riusciti a finanziare anche attività poco garantite e con problemi di accesso al credito. Ma rimangono ancora tagliati fuori dal sistema creditizio molti soggetti deboli, che senza liquidità, di fronte alla forte contrazione dei consumi rischiano di segnare il passo”.

“La prossima sfida per il nostro sistema è impedire che la stretta creditizia obblighi le imprese a ripiegarsi su se stesse. Sarebbe la fine dello sviluppo economico locale e nazionale”, conclude Marinoni, “senza investimenti e senza consolidamento patrimoniale non si può andare lontano. Per questo continuiamo a cercare un dialogo serrato con gli istituti di credito del territorio, più attenti e sensibili di altri al destino delle imprese che rappresentiamo”.

IL SETTORE GIUSLAVORATIVO: Cigs in deroga e conciliazione nelle vertenze sindacali
Prosegue anche nel 2011 l’attività di Confcommercio a sostegno dell imprese in difficoltà, attraverso il disbrigo delle pratiche per la concessione della cassa integrazione guadagni starordinaria, in accordo con le più importantI sigle sindacali del settore, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil.

“Le richieste di Cigs in deroga sono addirittura triplicate rispetto allo scorso anno” sottolinea il direttore della Confcommercio Franco Marinoni “nel 2010 erano 30, quest’anno sono addirittura 94 le imprese del terziario che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione per superare i momenti di crisi mantenendo lo stesso livello di occupazione. Per alcune è bastato un solo periodo di 4 mesi, altre invece ne hanno fatto ricorso per più periodi. In totale, ne hanno beneficiato oltre 500 lavoratori, contro i 250 dello scorso anno”.

Da ricordare che il 2011 è il secondo anno in cui le imprese di commercio e turismo con meno di 50 dipendenti, tradizionalmente tagliate fuori dal sistema della Cig, possono invece godere dei finanziamenti previsti salva-posti di lavoro, a riconoscimento del particolare momento di crisi che il comparto sta attraversando, ma anche dell’importanza dei livelli occupazionali che garantisce al sistema economico italiano.

Sempre in ambito giuslavorativo, Confcommercio ha proseguito nel 2011 il suo impegno sul versante della conciliazione nelle vertenze fra dipendenti e imprese, sempre in accordo con i sindacati dei lavoratori. Con una differenza sostanziale, però, rispetto al 2010: se infatti lo scorso anno la conciliazione era obbligatoria in base al decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 80, infatti, quest’anno era solo facoltativa: “la nostra commissione di conciliazione extragiudiziale ha lo stesso valore di quella istituita presso la Direzione provinciale del lavoro, ma tempi di risposta più rapidi e in genere un clima di apertura maggiore che aiuta nel 100% a trovare una soluzione soddisfacente per entrambe le parti”, sottolinea il direttore. Cinquanta, contro le 69 del 2010, le conciliazioni affrontate nel 2011.

LA FORMAZIONE
305 corsi promossi, per un totale di 14.860 ore di lezione erogate e 4.981 allievi formati. È questo il risultato di un anno di attività per l’agenzia formativa della Confcommercio aretina, che continua restare leader in provincia di Arezzo per numero di progetti attivati e per l’entità dei finanziamenti pubblici ottenuti. E che per il settimo anno consecutivo è riuscita ad ottenere la certificazione di qualità UNI EN ISO 9001: 2000, oltre all’accreditamento nell’elenco delle strutture formative della Regione Toscana.

“La crisi non ha intaccato il bisogno di formazione che, anzi, le imprese del terziario sentono sempre più forte, quale strumento strategico per fronteggiare la particolare situazione negativa” sottolinea il direttore delll’Agenzia Formativa della Confcommercio Stefano Orlandi “gli operatori hanno capito che conoscere fa la differenza. Non è un caso se il numero degli iscritti è in continua crescita”.

Nel confronto con i dati registrati da Confcommercio nel 2010, sono aumentate considerevolmente sia le ore di lezione (+ 1.362) sia gli allievi (+196), a fronte invece di una leggera contrazione nella quantità dei corsi (-32). “Un trend che dimostra la propensione di imprenditori e addetti verso i corsi più strutturati” spiega il direttore delll’Agenzia Formativa Stefano Orlandi “ai seminari brevi di una giornata si preferiscono percorsi formativi più lunghi e cadenzati nel tempo, anche per avere il tempo di verificare subito l’applicabilità di certe nozioni all’attività lavorativa di tutti i giorni”.

Anche nel 2011, le scelte formative degli imprenditori aretini restano ancorate per la maggior parte al settore dei corsi professionalizzanti, ovvero quelli che aiutano a svolgere meglio il proprio mestiere e vanno dalle tecniche di vendita per commessi ai corsi di addobbo floreale per i fioristi: “il desiderio di migliorare le competenze e le capacità è ancora l’elemento più motivante per le aziende che si aprono alla formazione”, sottolinea Orlandi.

In forte aumento la richiesta di aggiornamento e preparazione in campo manageriale, in genere più trascurata in passato, “segno dell’arrivo di una nuova generazione di imprenditori, che agisce meno d’istinto e preferisce affidarsi all’aggiornamento costante per capire le tendenze del mercato”.

In calo fisiologico ormai da qualche anno, invece, i corsi di lingua e di informatica: “purtroppo non significa che le competenze acquisite a scuola in questi campi siano sempre di buon livello. In realtà il tasso di scolarizzazione mediamente più elevato in questo caso fa commettere qualche piccolo atto di presunzione”.

Un capitolo importante dell’attività formativa Confcommercio è poi dedicato alla creazione di nuovi profili professionali e al sostegno di quanti, giovani e meno giovani, desiderano entrare o rientrare nel mondo del lavoro: “la formazione è vissuta dai più giovani come un mezzo per entrare nel mercato del lavoro, dagli adulti invece come un’opportunità per reinventarsi una professione. Oggi anche per le qualifiche più basse, alle quali si accede con semplice diploma di scuola media inferiore, è difficile trovare un impiego senza una formazione tecnica adeguata. Camerieri, aiuto cuoco, addetti alle vendite, magazzinieri: nessuno vuole per questi ruoli persone che non abbiano esperienza anche formativa nel settore”.