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L’esperta, pesce sicuro, ma meno tonno e occhio a filetti pronti

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L’esperta, pesce sicuro, ma meno tonno e occhio a filetti pronti

Roma, 4 apr. (Adnkronos Salute) – Sversamento di petrolio da navi e pozzi d'estrazione, traffico marittimo, rifiuti (anche tossici) gettati al largo delle coste e ora, in Giappone, grave contaminazione nucleare. Il mare è 'aggredito' da catastrofi ambientali sempre più ravvicinate. Ma il pesce che arriva sui banchi di mercati e supermarket italiani "è sicuro, perché sottoposto ad accurati controlli". Insomma nonostante tutto, e al di là delle frodi – "una piccola percentuale che i sistemi di sorveglianza intercettano nella maggior parte dei casi" – i prodotti che portiamo a tavola sono sani.
Parola di Elena Orban, esperta dell' Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran). Rispetto al passato, spiega la ricercatrice, "oggi assistiamo a un aumento del traffico navale, che 'sporca' il mare. E negli ultimi anni, inoltre si sono moltiplicati gli incidenti con la perdita in acqua di petrolio e le scoperte di sversamenti illegali di varia natura".
Tutto questo, ovviamente, "corrisponde a un inquinamento anche dei prodotti ittici", dice l'esperta. Ma i rischi variano molto a secondo delle specie. Cozze e vongole, ad esempio, "che sono organismi filtranti, vicino a una fonte d'inquinamento possono concentrare molto le sostanze contaminanti". Così come i pesci molto grandi – tonno, pesce spada o squali – che vivono più a lungo e mangiano i pesci piccoli "presentano quantità di mercurio molto superiori nel loro organismo".
Meglio, secondo l'esperta, "ridurre il consumo di pesci predatori, limitando tonno e pesce spada a un massimo di una volta alla settimana". Un'indicazione valida soprattutto per le donne incinte perché il mercurio può essere dannoso per il feto.
E per i bambini. Cozze e vongole, poi, vanno consumati controllando sempre la provenienza. Stesso discorso per i filetti già puliti. "Negli ultimi anni – continua Orban – è sempre più frequente trovare sui banchi del pescivendolo i filetti pronti. Vanno benissimo, ma questi prodotti non sono facili da identificare, e possono essere spacciati per prodotti di maggior pregio e costo. Per questo è sempre bene rivolgersi a rivenditori di fiducia e accertarsi della loro origine". Nessun motivo di allarme 'radioattività', invece, per il pesce crudo servito nei ristoranti giapponesi. "I prodotti utilizzati sono nazionali o europei, non arrivano di certo dal Giappone.
L'unico problema di sicurezza per questi piatti è l'eventuale contaminazione da anisakis, un parassita che viene distrutto con il freddo, attraverso l'abbattimento, una forma di congelamento prevista per legge nei locali dove si serve pesce crudo", aggiunge la ricercatrice.
Via libera infine al pesce d'allevamento che "è molto più controllato. Ci può essere sempre l'allevatore disonesto, ma siamo nell'ambito delle frodi. Oggi, però, la sorveglianza è accuratissima ed è aumentata anche la sensibilità degli allevatori stessi, consapevoli che un pesce sano cresce meglio ed è più vendibile. Inoltre c'è un elevato controllo sia delle acque sia dei mangimi, con precise regole europee", conclude Orban.

Articlolo scritto da: Adnkronos