Home Attualità Salute ‘La malattia di Amburgo’ scheda scientifica di Pier Luigi Rossi

‘La malattia di Amburgo’ scheda scientifica di Pier Luigi Rossi

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Arezzo – Un batterio intestinale infettato da un virus può essere la causa delle morti per Colite Emorragica (CE) e Sindrome Emolitico Uremica (SEU).
Un batteriofago o fago è un virus che parassita il batterio Escherichia Coli, presente di norma nell’intestino degli Umani e degli animali.
Ritengo che questa epidemia o viene bloccata nei prossimi giorni oppure avrà pesanti conseguenze mediche sulla sanità mondiale e effetti devastanti sulla economia.
La comparsa di questa nuova forma vivente: Escherichia coli O 104 : H4, Stx2-positive, eae-negativo, hly-negativo, ESBL, aat, aggR, aap", identificato dalla Organizzazione Mondiale di Sanità, genera la patogenesi della sindrome: diarrea, colite emorragica, malassorbimento dei nutrienti a livello intestinale, emolisi dei globuli rossi, lesioni dei glomeruli renali con uremia acuta (elevati valori di creatininemia, azotemia…) con immediato ricorso ad emodialisi, fino a causare il decesso.
Ad oggi (3 Giugno 2011) il bilancio provvisorio dei decessi causati dalla variante del batterio «Escherichia Coli» è di 18 morti. In Germania i contagiati sono stimati in più di 2mila, a cui si devono aggiungere 490 casi tra Svezia (dove c'è stata l'unica altra vittima), Gran Bretagna, Olanda, Danimarca e Spagna. Nelle ultime ore è stato accertato un caso in Repubblica Ceca e si stanno facendo accertamenti su altri nove pazienti sospetti. Tutti i contagiati erano rientrati da viaggi in Germania. Nella sola Amburgo ci sono stati finora tre morti mentre sono ricoverate in ospedale 102 persone, fra cui 27 bambini e cinque donne incinte. Il 70% delle morti ha interessato donne con una età compresa tra 24 -55, una buona parte delle donne decedute era addetta alla assistenza di malati.

LA SIGLA O 104 : H4
La sigla scientifica di questo batterio enteroemorragico è composta dalla parola O, che indica la presenza di una lipoproteina con funzione di antigene ubicata nella parte esterna della membrana cellulare, tipica dei GRAM negativi, dove sono inclusi tutti i tipi di E. Coli. Quindi O104 è l’antigene di questo batterio enteroemorragico.
La parola H sta ad indicare un altro ANTIGENE di natura proteica, ubicato nei flagelli del batterio, organi utilizzati per muoversi in un terreno liquido! Il batterio responsabile ella malattia di Amburgo è H 4.
Altri batteri E. Coli avranno antigeni O e H diversi, tipizzati con altri numeri!
La terapia antibiotica non ha effetti, anzi potrebbe complicare l’intero quadro patologico. In coloro che superano la fase acuta della infezione si possono avere possibili lesioni irreversibili su organi vari.

LA SIGLA EHEC
La sigla EHEC sta ad indicare Entero Haemorrhagic Escherichia Coli.
E’ la modifica del Dna del batterio, indotta e causata dal DNA virale , a determinare la patogenesi della malattia di Amburgo, città in cui abbiamo avuto il maggior numero di malati e di decessi. Il contagio può avvenire attraverso il contatto diretto umano e attraverso alimenti contaminati dal batterio identificato dalla Organizzazione Mondiale di Sanità. L’aver identificato i cetrioli come veicoli di questa nuova infezione e patologia è stato un errore e forse un “depistaggio”!
I cetrioli possono essere stati contaminati in un passaggio qualsiasi della lunga catena alimentare dalla produzione al consumo. I cetrioli possono essere stati contaminati nella stessa città di Amburgo! Comunque la sede e il serbatoio da dove “parte” questo nuovo ceppo batterico enteroemorragico di Escherichia Coli è soprattutto l’intestino dei bovini, ma anche di altri animali (polli, ovini, pesci…) e l’intestino umano! La presenza del batterio E. Coli enteroemorragico negli ortaggi esprime un loro inquinamento fecale. L’allevamento intensivo e stabulario di bovini è condizione favorente la formazione e diffusione di E. Coli 0104:H4 e di eventuali altri nuovi ceppi batterici formatesi, che ancora non sono stati identificati. Il latte ottenuto da mucche infettate da E. Coli O 104 : H4 è un veicolo primario di diffusione del nuovo/nuovi ceppi batterici enteroemorragici. Circoscrivere la genesi della patologia infettiva solo alle verdure e frutta esprime una decisione non completa della reale potenzialità virulenta degli E. Coli enteroemorragici.

LA SALUTE NASCE DALL’INTESTINO
Escherichia coli è il più classico rappresentante della flora microbica intestinale dell’uomo e di molti animali a sangue caldo. E’ un microrganismo che di norma non causa malattie (apatogeno), da sempre considerato indice di contaminazione fecale dell’acqua e degli alimenti. Tuttavia, nell’ambito di questa specie si sono distinti alcuni ceppi batterici che hanno acquisito la capacità di causare malattie (patogenicità). Tra questi spiccano i cosiddetti ceppi enteroemorragici di E. coli (EHEC)
I ceppi EHEC possiedono la capacità di sintetizzare particolari tossine. Queste sono proteine prodotte dal DNA batterico sono responsabili dei quadri sintomatologici più gravi, come la Diarrea emorragica, Colite Emorragica (CE) e la Sindrome Emolitico Uremica (SEU).
Cioè i batteri E. Coli, modificati e inquinati da particolari virus, rimangono nel tubo intestinale ed rilasciano proteine tossiche aggressive sulle pareti del tenue, del colon e sull’intero organismo.
Il serbatoio principale di E. coli O 104 : H 4 è rappresentato dai bovini, dall’intestino umano e di possibili altri animali come piccoli ruminanti domestici e selvatici, suino, cavallo e cane.
E. coli O104 : H4 raggiunge l’ambiente esterno tramite le feci degli animali portatori e dell’uomo. Gli alimenti si contaminano perché entrano in contatto, nell’ambiente, con materiale fecale proveniente da animali infetti (ortaggi, frutta, ecc.) o a causa di contaminazione fecale durante le fasi di mungitura del latte e produzione di carne al macello. Gli alimenti contaminati (carne macinata, latte crudo, insaccati stagionati, ortaggi), rappresentano il principale veicolo d’infezione. Tuttavia il contagio è possibile anche con la trasmissione da persona a persona e la trasmissione mediante contatto diretto con gli animali escretori.

LA MALATTIA
La sintomatologia esordisce con forti crampi addominali e diarrea acquosa che può diventare sanguinolenta. In base all’evoluzione dell’infezione, che a sua volta dipende dall’aggressività del ceppo in causa e dalla resistenza individuale del soggetto colpito, la diarrea può essere leggera e priva di sangue o trasformarsi in emissioni diarroiche costituite quasi interamente da sangue. Si può avere vomito, mentre la febbre è generalmente bassa o assente. Il decorso delle forme enteriche non complicate è ad esito favorevole e la patologia dura in media 8 giorni. Si può avere però la evoluzione verso la Sindrome Emolitico-Uremica (SEU), caratterizzata da insufficienza renale acuta e anemia emolitica.
La SEU si osserva nel 5-10% dei casi di Colite emorragica.

MODALITA’ di TRASMISSIONE
La dose infettante è molto bassa: 10 cellule batteriche possono causare patologia.
Questo è il pericolo maggiore perché la diffusione di E. Coli enteroemorragico è molto favorita da questa bassa dose infettante.

CONTAGIO ALIMENTARE
La trasmissione avviene principalmente per ingestione di alimenti, è oro-fecale!
– carne macinata (polpette, salcicce, hamburger…)
– latte crudo, non pastorizzato
– vegetali freschi, crudi
– insaccati stagionati
– formaggi da latte crudo
– succo di mela contaminati .
– alimenti acidi (insaccati e formaggi stagionati, salumi, carne, yogurt, succhi di frutta, maionese..il batterio O 104:H4 è acido resistente)
– acqua contaminata

CONTAGIO DIRETTO UMANO
Il contatto diretto “persona a persona” in particolare nei luoghi confinati ed in assenza di rigorosa igiene personale ed ambientale è altra primaria causa di contagio. I portatori sani sono rari. La contaminazione è oro-fecale!

PERIODI di INCUMAZIONE
Il periodo d’incubazione, cioè il tempo che intercorre dal momento in cui la persona riceve il batterio, cioè si infetta , fino alla comparsa dei sintomi, oscilla da 3 a 8 giorni con una media di 3-4 giorni.

MEDICINA PREVENTIVA

– Lavare accuratamente o sbucciare frutta e verdura prima del consumo. Le verdure cotte non presentano alcun pericolo; usare nell’acqua bicarbonato di sodio al fine di alcalinizzare il liquido di lavaggio degli ortaggi Lavarsi le mani dopo aver toccato carne cruda e prima di manipolare altri alimenti

– Alcalinizzare il proprio intestino mangiando alimenti cotti vegetali e crudi trattati come sopra

– Assumere probiotici, competitivi con Escherichia Coli ed evitare disbiosi intestinale

– Prestare attenzione in generale all'igiene personale e lavarsi regolarmente le mani, soprattutto dopo aver fatto uso della toilette. Le persone affette da diarrea non devono cucinare;

– Far ben cuocere la carne che presenta un particolare rischio dal profilo igienico (prodotti a base di carne macinata, volatili);

– Conservare e preparare la carne cruda separatamente da altri alimenti; ciò vale anche per la preparazione di grigliate (per quanto possibile utilizzare diversi assi, piatti, forchette e pinze da griglia);

– Pulire e asciugare superfici e oggetti subito dopo il loro contatto con carne cruda, imballaggi o acqua di scongelamento (se possibile con materiale usa e getta);

– Dopo la preparazione della carne cruda, cambiare per quanto possibile stracci e tovaglioli e lavarli a una temperatura di almeno 60°C.

– Usare taglieri separati per la carne e gli altri alimenti.

– Evitare di mangiare pesce crudo in ogni sua forma gastronomica

– Lavare accuratamente tutte le superfici e gli utensili che sono stati a contatto con la carne cruda.

– La completa cottura della carne rappresenta un fattore preventivo importante; la massima attenzione va riservata alla cottura adeguata della carne macinata che deve aver perso, prima del consumo, il caratteristico colore rosa, soprattutto nelle preparazioni gastronomiche di elevato diametro (hamburger, polpettoni, polpette, ecc.). La temperatura al cuore dell’alimento deve aver superato i 72°C.

– Consumare solo latte bollito, evitando il consumo di latte crudo

– Consumare prodotti lattiero caseari ottenuti con latte termizzato (mozzarelle, caciocavallo, ricotta, ecc.)

– Scegliere formaggi a lunga stagionatura (almeno due mesi), prodotti da latte crudo

– Controllo qualità dell'acqua potabile

– Assicurarsi della clorazione dell’acqua delle piscine