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La nota dei genitori della Scuola Elementare Pio Borri

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La nota dei genitori della Scuola Elementare Pio Borri

Arezzo – I genitori della Scuola Elementare Pio Borri hanno perso la battaglia per ottenere lo sdoppiamento delle classi, chiesto perché alla prima a “tempo corto” ci sono 30 iscritti ma c’è posto per non più di 25 bambini; è stata comunque anche una battaglia sui principi e sui diritti dei bambini e delle famiglie.
I bambini, che in questa situazione ci rimettono di più, si trovano in classi numerose in cui sarà difficile, secondo noi, garantire a tutti un’attenzione e ottenere da tutti l’attenzione; il tutto sarà quindi a scapito della formazione scolastica ma questa considerazione, sia chiaro, per noi è relativa ai numeri e non alla capacità delle insegnanti.
Le famiglie perdono il diritto di iscrivere i figli alla scuola scelta per la qualità della scuola stessa, opinione certo soggettiva, o per questioni assolutamente oggettive, come la possibilità di ricorrere all’aiuto dei nonni o dei parenti vicini, la possibilità di non usare l’auto per portare i ragazzi a scuola, l’organizzazione dei tempi di uscita perché non tutte le scuole offrono il servizio mensa, per cui se iscrivi tuo figlio a una scuola che ha orario fino alle 14,10 puoi trovarti a doverlo iscrivere a un’altra che li fa uscire un’ora prima, e per chi lavora i problemi si moltiplicano.
In questi tre mesi sono emerse alcuni aspetti del sistema scolastico che sono a dir poco incredibili. Oggi, a differenza di qualche anno fa, il sistema si regge sull’asse Ministero – Ufficio Regionale Scolastico – Ufficio Provinciale Scolastico; quest’ultimo è il vecchio provveditorato, ma oggi il Provveditore non esiste più, c’è un funzionario che ha lavorato in precedenza all’Agenzia delle Entrate, è ad Arezzo due volte a settimana e il lavoro è limitato a inserire i dati in un programma che sputa fuori la sentenza sulla quale nessuno può intervenire.
Ovviamente quando si prova a protestare la risposta è “A Firenze dicono di fare così”, e se protesti con Firenze la risposta è “il Ministero dice di fare così”.
E questo è il punto nodale della questione. Il Ministero dell’Istruzione (non più “pubblica”) emana in continuazione, con una frequenza impressionante, Circolari Ministeriali che spesso sono in contraddizione con le Leggi in vigore. Si crea quindi un circolo vizioso di illegalità in quanto una Legge può essere modificata solo da uno strumento paritario, cioè da altra Legge, mentre una Circolare può spiegarne l’applicazione, definirne l’attuazione ma non dettare norme diverse in contrasto con quelle in vigore. Lo strumento per contrastare questo atteggiamento di assoluta arroganza è il ricorso, ma i ricorsi costano e soprattutto hanno tempi che non ci consentirebbero di chiudere positivamente la vertenza entro il 14 settembre, primo giorno di scuola.
Le scuole inoltre sono state accorpate creando gli Istituti Comprensivi e facendo sparire i singoli plessi. La conseguenza è che il conteggio e il rapporto tra iscritti e numero di classi da formare è dato dal numero di iscritti a una classe dell’Istituto diviso il numero di ragazzi per classe, che va da 25 a 28. Ne consegue che se all’interno di un Istituto con due plessi di scuola elementare ci sono 50 iscritti alla prima, vengono assegnate all’Istituto 2 prime; ma se di questi 50 ce ne sono 38 iscritti a un plesso e 12 all’altro, 13 ragazzi dovranno spostarsi indipendentemente dalla localizzazione dei plessi.
Questo è solo un esempio di come oggi è trattata la scuola: quello che il Ministro Gelmini chiama riforma è solo un programma di tagli alle risorse, anche se una sentenza del Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimi i tagli stessi, e la sua promessa di ridurre i fondi al personale ma ristrutturare il sistema edilizio scolastico è ovviamente caduta nel nulla perché per l’edilizia scolastica non c’è un euro, e il Ministro lo sapeva benissimo.
Noi abbiamo raggiunto solo uno scopo: abbiamo imparato, ci siamo informati e abbiamo creato un gruppo forte e unito di genitori.
Avremmo voluto una presenza più incisiva dell’Amministrazione Comunale e, anche se alcuni consiglieri e l’Assessora Lucia De Robertis con l’Assessora provinciale Rita Mezzetti Panozzi hanno fatto quello che potevano, ci è dispiaciuto non riuscire ad avere un appuntamento con il Sindaco, nonostante le richieste formulate più volte.
A conclusione di questa esperienza la considerazione è che un allontanamento di bambini e famiglie da una scuola è difficilmente recuperabile negli anni a venire, una scuola con un terzo di bambini in meno è una scuola più povera e indebolisce la sua presenza nel suo territorio. Noi continueremo ad essere attivi nella scuola, soprattutto per il bene dei nostri figli, e non esiteremo a ricominciare a protestare, se fosse necessario.

Gianni Mutarelli
Comitato Genitori Scuola Pio Borri

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