Al via la quattordicesima edizione di Storie di paese – concorso di teatro amatoriale con uno dei classici pirandelliani più rappresentati. Probabilmente perché gli altrettanto classici temi, quelli dell'essere e dell'apparire, qui vengono trattati con un linguaggio più immediato rispetto ad altre pur valide opere del drammaturgo siciliano. La storia è quella di Beatrice, signora benestante di un paese di provincia della Sicilia, che nutre fondati sospetti sul tradimento del marito con Nina, la giovane moglie un po' civettuola del di lui dipendente Ciampa. Aiutata dalla Saracena, un'intricante rigattiera che fra moglie e marito il dito ama metterlo volentieri, organizza il modo di far sorprendere in flagrante i due amanti dal delegato Spanò, un premuroso amico di famiglia responsabile dell'ordine pubblico nel paese. Sebbene sollecitata inutilmente da Fana, l'anziana fedele domestica, a consultare prima il fratello Fifì e la madre Assunta. Beatrice fa allontanare Ciampa con un pretesto onde evitare che il perspicace e autoritario sottoposto possa intralciarne il disegno. Ma la trappola non scatta come previsto, non ci sono sufficienti elementi per procedere efficacemente verso gli adulteri. Sicché l'unico effetto che si ottiene è il pubblico disonore dei due amanti e di Ciampa che, disperato per la vergogna, si ripromette di sopprimerli. La situazione gli si offre, però, improvvisa e inaspettata proprio quando sembrava non potesse esserci altro rimedio: ancora una volta l'apparenza della Maschera prevarrà sulla verità dell'essere.