Home Cronaca Maxi truffa con le auto da corsa, in manette i fratelli Presenzini

Maxi truffa con le auto da corsa, in manette i fratelli Presenzini

0
Maxi truffa con le auto da corsa, in manette i fratelli Presenzini

Maxi truffa da cento milioni di euro nell'ambito delle sponsorizzazioni delle gare automobilistiche e motociclistiche italiane e internazionali. A scoprirla è stata la guardia di finanza di Perugia, che ha arrestato sei persone e denunciato altre 25 tra Umbria e altre regioni, per i quali si ipotizzano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, emissione ed utilizzo di di fatture per operazioni inesistenti, omessa ed infedele dichiarazione dei redditi. Al termine di due anni di indagini, il gip di Perugia, Luca Semeraro, su richiesta del sostituto procuratore Claudio Cicchella, ha emesso sei ordinanze di custodia cautelare di cui tre in carcere e tre ai domiciliari. In manette sono finiti un pregiudicato romano residente da anni in Umbria di 52 anni (considerato a capo dell'organizzazione), e i due fratelli Presenzini, Valmiro, alla guida della scuderia foianese Proteam Motorsport e Raimiro , ma anche loro residenti nel perugino, rispettivamente di 66 e 58 anni. Ai domiciliari un altro aretino di 54 anni, un brindisino di 60 anni e un 48enne della provincia di Forli'-Cesena. I denunciati sono una decina di umbri e altri residenti tra Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Campania e Puglia. La truffa si basava su sistema complesso, 35 societa' con 31 titolari, ed è stato smascherato dagli uomini del Nucleo di polizia tributaria. Un vero e proprio intreccio di fatture false emesse da societa' "cartiere". I finanzieri hanno accertato un imponibile nascosto al Fisco di 100 milioni di euro con un'Iva non versata nelle casse erariali di circa 20 milioni. Tutto e' nato da una segnalazione bancaria alle Fiamme Gialle di un flusso di contante anomalo (circa 600 mila euro) sul conto corrente di una ditta individuale di Ponte San Giovanni (Perugia) intestata a una rumena. Dalle indagini e' emerso che, in realta', dietro la prestanome si celava il pregiudicato 52enne che temeva le fila del complesso sistema.Tra le 25 persone denunciate (quasi tutti prestanomi) molte donne straniere, ignare di quanto avveniva sui loro conti correnti, di fatto gestiti dall'organizzazione. Ma anche titolari di scuderie motoristiche che partecipavano a eventi in Umbria, ma anche in Italia e all'estero come il campionato Clio Cup, il mondiale Rally, Wtcc e Wrc, oltre al circuito motociclistico Mini Gp.