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Monica Faenzi incontra il professor Pier Luigi Rossi

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Monica Faenzi incontra il professor Pier Luigi Rossi

Arezzo – Ciascuno di noi mangia oltre 800 Kg di cibo e beve litri e litri di bevande in un anno. Passiamo oltre 15 anni della nostra vita a tavola. Anche i giovani maturandi di quest’anno in maggioranza hanno scelto il tema “Noi siamo ciò che mangiamo”.
La salute sta nel piatto. Ma anche la cultura e l’economia arrivano ogni giorno sulla nostra tavola. Si sta perdendo il rapporto tra la produzione agro-alimentare e i consumi degli alimenti. In questo scenario primario per la nostra salute ed economia si è inserito l’ultimo “scandalo” dei batteri intestinali capaci di uccidere ben 37 persone e di infettare migliaia e migliaia di persone. Il cetriolo e i germogli di soia sono solo un depistaggio per nascondere ben altro: un virus che proviene dalla carne e dagli antibiotici che vengono fatti assumere al bestiame.
Occorre un nuovo orizzonte nell’agricoltura italiana ed europea per la salute pubblica e ritrovare la validità della biodiversità agraria e alimentare italiana. Occorre che il mondo della medicina e della salute viva in maggior contatto con il “campo” dell’agricoltura.
Di tutto questo e di altro hanno parlato l’onorevole Monica Faenzi (membro della XIII Commissione agricoltura alla Camera dei Deputati e del Comitato dei nove che svolge il primo esame degli emendamenti e dei sub-emendamenti relativi al progetto di legge “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare”) e il professor Pier Luigi Rossi, medico specialista in Scienza della alimentazione e in igiene e medicina preventiva,
già docente di Scienza della alimentazione e tecniche dietetiche (Università degli Studi di Siena – Arezzo), dirigente Sanitario Asl di Arezzo, nonché consulente scientifico di Rai, con presenza in video, in un incontro privato a Montecitorio in vista della discussione in Aula della citata legge, che prevede una decisa innovazione favorevole alla tradizione agro-alimentare italiana: anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo, in prospettiva di un modello diverso di fare agricoltura.
La biodiversità delle specie vegetali e animali tipiche dei nostri territori rappresenta il “gusto” italiano e la vera dieta mediterranea.
“L’intento è quello di recuperare e valorizzare le nostre biodiversità agrarie, emarginate per coltivare varietà a maggiore resa in campo, ma con minore potere nutrizionale. Non si può continuare a coltivare solo grani di varietà moderne, che vengono coltivate in altri paesi esteri con maggiore disponibilità territoriale e abbandonare le nostre antiche varietà italiane di grano, più nutritive, con minore dose di glutine e più adatte al benessere e salute del nostro intestino”, dice Faenzi.
L’obiettivo dell’onorevole Faenzi e del professor Pier Luigi Rossi è quello di sviluppare ogni intervento legislativo e scientifico per valorizzare la nostra migliore tradizione agro-alimentare e portare le biodiversità vegetali e animali nella tavola degli italiani, attraverso la grande distribuzione commerciale, garantendo un adeguato reddito economico ai nostri agricoltori, salute pubblica e recuperare il “gusto” a tavola degli italiani. Con la biodiversità il piacere di mangiare italiano si sposa con la salute, insomma.
L’onorevole Faenzi e il professor Rossi si sono accordati anche per organizzare da settembre alcuni seminari tematici, itineranti in diverse province della Toscana, tra le quali Grosseto e Arezzo, per discutere su “Giovani e salute in agricoltura”. Perché salute (medicina) e alimentazione (agricoltura) devono camminare insieme.