Home Attualità Salute Pagelle alle Asl: per Arezzo giudizio complessivamente molto buono

Pagelle alle Asl: per Arezzo giudizio complessivamente molto buono

0
Pagelle alle Asl: per Arezzo giudizio complessivamente molto buono

Arezzo – “Complessivamente molto buono”: questo il giudizio sintetico espresso sulla Asl8 di Arezzo dallo studio annuale sulla sanità toscana, elaborato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Con il mese di luglio si rinnova l’appuntamento con le “pagelle”. Da cinque anni, infatti, la Toscana, unica regione in Italia, rende pubblici i risultati derivanti dalla valutazione effettuata su 200 diversi indicatori relativi ad altrettanti aspetti delle funzioni e dei servizi del servizio sanitario. Uno studio che non si limita all’analisi delle singole prestazioni, ma che fornisce una griglia di lettura funzionale al continuo miglioramento delle strategie regionali ed aziendali. “Essere promossi è sempre un piacere – commenta Enrico Desideri direttore generale della Asl 8 – ma preferiamo guardare con attenzione soprattutto gli aspetti critici di questa indagine, per concentrarci sulle cose che dobbiamo ancora migliorare. Criticità che in parte conosciamo e sulle quali abbiamo già avviato progetti specifici di miglioramento”.

Se paragonassimo le aziende agli studenti e il Sant’Anna alla commissione esaminatrice, potremmo affermare che la Asl 8 è stata promossa, con un miglioramento complessivo nelle diverse materie ed alcuni giudizi eccellenti rispetto agli anni precedenti, mentre per alcune materie serviranno i “corsi di recupero”.
E come è avvenuto più volte nella scuola, anche il Sant’Anna quest’anno ha cambiato il sistema di valutazione: non più i voti secchi – che a volte non riuscivano ad esprimere appieno la valutazione – ma i giudizi, indubbiamente più idonei a definire la qualità del lavoro svolto.

Il bersaglio come i “quadri”
Dai duecento indicatori scaturiscono sei dimensioni qualitative, che mostrano una visione complessiva del servizio sanitario, dagli aspetti clinici-sanitari a quelli economico finanziari, dalla voce dei cittadini e degli operatori, agli orientamenti strategici. Nasce così un “bersaglio”, che paragonato in termini scolastici può essere assimilato ai “quadri” degli scrutini, dove ogni azienda può vedere i propri risultati.
La Asl aretina nel 2010 ha “colpito” la fascia buona con 28 indicatori, quella meno buona, intermedia, con 21. Nessuna freccia dell’arco aretino è finita nella fascia rossa, quella della bocciatura, mentre tre hanno colpito la fascia verde centrale, quella dell’eccellenza. Impossibile fare un paragone netto con l’anno precedente proprio per il cambio del metro di valutazione adottato dal Sant’Anna e degli indicatori specifici, ma nel complesso c’e’ un netto miglioramento. In qualche caso fortissimo. Ad esempio, il rischio clinico, fra i punti dolenti del 2009, oggi rappresenta un risultato assai lusinghiero, proprio perchè sono state messe in pratica azioni di controllo e di “audit” che si sono dimostrate efficaci.
Situazione controversa al Pronto soccorso, dove sappiamo già che le risposte migliori dovrebbero arrivare con la partenza ormai prossima della nuova struttura. Ma intanto le rilevazioni del Sant’Anna ci dicono che è ottimo il tempo di prima visita per i pazienti con codice verde (entro un’ora per l’86,34%), mentre resta alto il tempo di dimissione. Tra i migliori della Toscana il dato relativo a coloro che “abbandonano” spontaneamente la struttura: in pratica, gli aretini sono costretti ad aspettare un po’ di più, ma anche per i codici minori hanno fiducia e restano in attesa del loro turno.

Benissimo il lavoro sugli screening. Addirittura ottimo quello per la diminuzione delle fughe verso altre regioni e quello di attrazione di pazienti verso le nostre specialistiche (vedi box).
Pur avendo migliorato rispetto agli anni precedenti, non sono ancora soddisfacenti i tempi di attesa per l’intervento per la frattura del femore e quelli per il numero complessivo di Risonanze magnetiche e Tac: nella nostra provincia se ne fanno troppe rispetto alle altre Asl. “Qui si pone un problema di appropriatezza delle prescrizioni, dice Desideri, un tema che è alla nostra attenzione e che abbiamo iniziato a discutere con i medici di medicina generale e con gli specialisti interni ed esterni”. Farmaci: ottima la diminuzione nell’uso ospedaliero, molto meno nel consumo generale della popolazione. Bene anche i tempi di ricovero, fra i più brevi della Toscana.

C’è infine un risultato che si presenta di ottimo auspicio per i miglioramenti da perseguire, riguarda il livello di soddisfazione (“altissimo”) che viene espresso dal personale, con un forte senso di attaccamento e di orgoglio per il proprio lavoro e la propria azienda: una crescita sulla qualità del clima interno, elemento essenziale per affrontare le sfide difficili di tutti i giorni.

“Dobbiamo confermare e se possibile migliorare le “materie” in cui abbiamo ottenuto ottimi giudizi – commenta Desideri – e contemporaneamente lavorare sodo, per “riparare” dove andiamo meno bene. Gli “esami di riparazione” non ci spaventano: i piani e le strategie di miglioramento che stiamo impostando in una logica di condivisione degli obiettivi ed il senso di appartenenza dimostrato dal nostro personale, sono condizioni che ci fanno ben sperare per il futuro della sanità aretina”.

BOX
——————————
FUGHE ED ATTRAZIONI

Semina semina, alla fine il raccolto arriva. Il vecchio detto dei nostri contadini rappresenta il giusto paragone per quanto accade nella Asl 8 di Arezzo relativamente alle cosiddette fughe ed alla capacità di attrazione delle proprie strutture e dei professionisti.

Le fughe
Parliamo dei toscani (quindi anche gli aretini) che vanno a curarsi fuori Regione. La Asl aretina è risultata la più virtuosa evitando a molti cittadini viaggi soprattutto verso Umbria, Lombardia ed Emilia: un milione e 222 mila euro il risparmio rispetto all’anno precedente. Un dato di tutto rispetto: la diminuzione complessiva della spesa a livello regionale è stata infatti di 560 mila euro, e senza il risultato di Arezzo sarebbe andata in passivo di quasi 700 mila euro.

In termini di numeri di pazienti, le attività di ricovero che hanno prodotto questo risultato con una diminuzione delle fughe sono riferite alla disciplina di ortopedia (da 1.039 a 900, con un recupero soprattutto da Umbria, Emilia e Lazio), alla chirurgia generale (da 668 a 648 Umbria), all’ostetricia e ginecologia (da 677 a 601 Emilia, Lazio, Marche), alla chirurgia vascolare (da 65 a 29 Umbria).

Le attrazioni
Complessivamente il numero di ricoveri nelle nostre strutture (riferiti a non aretini, sia toscani che di altre regioni) è rimasto invariato: 9314 nel 2009 e 9.321 nel 2010. Sono invece cresciuti gli importi che il sistema sanitario aretino riceve dalle altre province e dalle altre regioni: un milione e 598 mila euro in più, perché sono aumentate le richieste di interventi qualificati e perciò più costosi. Il sistema sanitario aretino incassa 30 milioni all’anno per i pazienti “stranieri” che vengono da noi (nove milioni dalle altre province toscane e 21 milioni dalle altre regioni italiane).

“Se le fughe diminuiscono – commenta Enrico Desideri, direttore generale dell’Azienda sanitaria aretina – evidentemente c’è maggiore fiducia nei nostri professionisti e sulla nostra organizzazione. Ma vogliamo capire meglio ed intervenire per offrire valide ragioni per restare qui a quelli che ancora se ne vanno. E non penso ad interventi di altissima specialità, come i trapianti, per i quali è ovvio che si vada altrove, ma per tutte quelle prestazioni che da noi sono di grande qualità, tanto da “attirare” cittadini da altre regioni, ma che non sono conosciute o apprezzate dai nostri cittadini”.