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Parmalat, Intesa SanPaolo stringe sulla cordata tricolore

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Roma, 31 mar. – (Adnkronos/Ign) – Intesa SanPaolo stringe sulla cordata italiana per Parmalat. I legali, quelli dello studio milanese Pedersoli, sono al lavoro senza sosta per trovare la formula più adatta a formalizzare una manifestazione di interesse entro domani mattina, quando si riunirà il cda del Gruppo di Collecchio chiamato a decidere sul rinvio dell'assemblea in programma il 12-13-14 aprile. E, secondo quanto risulta all'Adnkronos, sarà la stessa banca guidata da Corrado Passera a firmare un documento con cui si informa il cda dell'impegno per una alternativa inustriale di lungo periodo.
Vista l'esigenza di dare una 'copertura' allo slittamento dell'assemblea, sarà avanzata una promessa di massima, in cui si rappresenta la certezza di poter poi presentare una proposta concorrente al progetto di Lactalis. Che, in una nota diffusa questa mattina a seguito della consegna fisica anticipata da parte del gruppo francese delle complessive 260.688.000 azioni ordinarie Parmalat (pari al 15% del capitale sociale) sottostanti i tre contratti di equity swap indicati nel precedente comunicato diffuso al mercato lo scorso 23 marzo, ''detiene alla data odierna una partecipazione effettiva complessiva pari al 28,97% del capitale sociale di Parmalat''.
Il problema principale resta la disponibilità di un soggetto industriale, e finora i riflettori sono rimasti puntati su Ferrero, che abbia le risorse e il peso per sostenere un progetto di lungo periodo. Questo, fermo restando il contributo che potrà dare in questo senso Granarolo. Restano della partita anche diversi soggetti finanziari, in grado di partecipare alla costituzione della dotazione di risorse necessaria a procedere nell'operazione. Il fattore tempo, una volta incassato lo slittamento a fine giugno dell'assemblea, sarà decisivo per fare in modo che le condizioni poste dal patron della Nutella, ovvero che il progetto sia solido, italiano e di lungo periodo, possano essere verificate nel dettaglio.
Con una manifestazione di interesse 'griffata' Intesa SanPaolo, che si aggiunge alle dichiarazioni di questi giorni dei soggetti coinvolti, agli esposti arrivati alla Consob, e alle esigenze di chiarezza ribadite dall'antitrust europeo e da quello italiano, il cda di Parmalat dovrebbe avere tutti gli elementi sufficienti a decidere lo slittamento dell'assemblea, senza il rischio di incorrere in un'azione di responsabilità da parte di Lactalis. Che, comunque, potrebbe scegliere in ogni caso di intraprendere una battaglia legale. Tutte le parti in causa, in questa fase, devono fare i conti con le regole. Quelle della trasparenza del mercato, con la Consob che sta monitorando tutte le operazioni e i movimenti di queste settimane. Quelle nazionali, con il Tesoro che continua a lavorare agli emendamenti al dl anti-scalata approvato dal Cdm che approda alla Camera. E quelle europee.
''La regola è che non si può acquisire il controllo di un gruppo senza prima il via libera della Commissione Europea'', ha ricordato la portavoce del commissario UE alla Concorrenza, Joaquin Almunia. ''I servizi dell'antitrust europeo seguono da vicino e con interesse la situazione di Parmalat'', ha aggiunto, mettendo anche in guardia i francesi: ''Lactalis ha la responsabilità di sapere se la sua partecipazione in Parmalat le dà o no il controllo del gruppo. Se così fosse la società transalpina "dovrebbe notificare l'operazione alla Commissione Europea perché in materia di fusioni e di acquisizioni non si può acquisire il controllo di una società senza prima avere il via libera dall'esecutivo europeo''. Intanto, si scalda sempre di più il fronte sindacale.
"Non può essere che l'Italia sia l'unico Paese aperto a tutti mentre gli altri fanno i protezionisti. Per questo bene la cordata italiana, faremo di tutto per incoraggiarla", ha assicurato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. "Spero si trovino soluzioni per recuperare l'italianità di Parmalat come hanno fatto gli altri con noi. Non possiamo perdere questa filiera che persino in un momento di crisi ha prodotto i 20 per cento in più di export dimostrando così di essere un prodotto strategico", ha aggiunto. Per poi avvertire: "stiamo dilapidando un patrimonio accumulato negli ultimi 60 anni", conclude.
Anche le rappresentanze interne alla Parmalat mettono in chiaro la loro posizione. "Siamo preoccupati per l'ipotesi di un possibile spezzatino del gruppo e ricordiamo che in ballo ci sono migliaia di posti di lavoro e di famiglie alle quali vanno date risposte certe sul versante dell'occupazione", ha affermato, in occasione del coordinamento Uila del gruppo Parmalat, il Segretario Nazionale Tiziana Bocchi. ''E' fondamentale mantenere l'integrità di Parmalat e siamo quindi contrari a ipotesi di cordate italiane dell'ultima ora, finalizzate a rilevare solo le attività del gruppo nel nostro paese", ha chiarito. Si è mossa anche Confconsumatori, che ha inviato un esposto motivato alla Consob, chiedendo all'Autorità di indagare sulla condotta di Lactalis e verificare l'eventuale violazione della disciplina dell'offerta pubblica da parte del gruppo francese. E per dar tempo alle indagini, viene chiesto anche di rinviare l'assemblea dei soci fissata dal 12 al 14 aprile. Un altro elemento che il cda di Parmalat potrà tenere presente.