
Arezzo – “La vittoria dei SI ai referendum del 12 e 13 giugno scorsi dimostra che la grande maggioranza dell'opinione pubblica è contraria alla privatizzazione della gestione dell'acqua”. Così Daniele Farsetti del Movimento 5 stelle ha introdotto la mozione del suo gruppo consiliare con la quale impegnare il Consiglio Comunale a una serie di atti conseguenti. “Dopo 15 anni di privatizzazioni e liberalizzazioni del settore idrico, aumenti tariffari non giustificati da chissà quali investimenti, siamo a una svolta che deve porre la parole fine al regime di monopolio naturale privato che, sia chiaro, non è certo modello di efficienza come viene comunemente spacciato. Lo stesso privato aretino, nella veste dei presidenti di Nuove Acque e Ato, si è fatto attore di una controversia legale che lo ha visto sconfitto. Etica vorrebbe che questi stessi presidenti pagassero di tasca propria le spese processuali che la loro ostinazione ha causato. Nell'Europa, in generale, funziona in modo opposto: è l'ente pubblico ad assumere la gestione dell'intero ciclo appaltandone temporaneamente e solo se ritenuto opportuno singoli pezzi. Ci sembra un modello che dopo l'abrogazione delle norme che lo impedivano, possa essere riproposto anche per Arezzo. Invitiamo perciò il Consiglio Comunale a chiedere al Parlamento l'abrogazione della norma che prevede lo scioglimento obbligatorio degli ATO, al Consiglio e alla Giunta regionali l'elaborazione di un piano che preveda nei prossimi 15-20 anni un percorso di progressiva ripubblicizzazione del ciclo idrico caratterizzato da alcuni puntuali indirizzi: rafforzamento del ruolo dei Comuni e degli ATO, progressiva acquisizione delle quote del capitale privato delle società da parte di Regione o Comuni, incremento degli investimenti per un più capillare ed efficiente sistema di raccolta e depurazione, rimodulazione del sistema tariffario che abbatta quota fissa e fascia di consumo domestico, azioni regionali incisive contro il fenomeno degli emungimenti abusivi di acqua e contro scarichi domestici e industriali. E resti sempre gratuita la quantità minima di acqua giornaliera che l'OMS ha individuato come necessaria per ogni cittadino. Posizioni di acqua self-service siano allestite dal Comune per garantire approvvigionamento gratuito di acqua ai cittadini”.
La posizione del Sindaco Giuseppe Fanfani: “voglio ribadire che sono stato tra i primi sindaci firmatari dei quesiti, seguito peraltro non da molti dei miei colleghi primi cittadini. Il nodo vero è che quando si è verificata l'abrogazione delle norme oggetto di quesito e si è aperta la strada alla riacquisizione pubblica del servizio idrico, si è posto un problema enorme: c'è bisogno di soldi per liquidare il socio privato che detiene il 46%. Occorre che qualcuno metta a disposizione le risorse per gli enti locali. Ricordate la commissione consiliare che insediammo durante il precedente mandato? Presieduta da un magistrato in pensione, Anania, che in quanto a garanzie ne dava a tutti in abbondanza, stimò una cifra che non ci possiamo permettere”.
Marco Tulli, Roberto Barone, Aurora Rossi e Matteo Bracciali sono stati a loro volta promotori di un atto di indirizzo a nome della maggioranza. Matteo Bracciali: “partendo sempre dalla premessa dei risultati referendari del 12 e 13 giugno, occorre dare la giusta interpretazione a quanto uscito dal voto. Noi chiediamo che il Consiglio Comunale impegni Sindaco e Giunta a promuovere in seno ad Ato 4 una revisione del piano di ambito e la revisione immediata delle tariffe alla luce della norma abrogata sulla 'adeguata remunerazione' del 7% del capitale investito e di procedere alla nomina dei rappresentanti del Comune nel consiglio di amministrazione di Ato 4 con alcuni indirizzi: tariffazione calcolata sui bisogni basilari dei cittadini, vantaggi ai cittadini virtuosi nell'uso dell'acqua, eliminazione della quota fissa, coinvolgimento periodico di associazioni e rappresentanti dei cittadini sull'attuazione del pianoprogramma dei lavori, risparmio della risorsa idrica, estensione della rete fognaria, investimenti per la depurazione delle acque reflue, controlli per eliminare scarichi abusivi, fontanelle di acqua pubblica.
Un'apposita commissione consiliare dovrà rivedere la gestione del servizio idrico integrato in direzione della ripubblicizzazione del servizio stesso. La commissione sarà di carattere referente e svilupperà un'indagine conoscitiva al fine di relazionare all'intera assemblea”.
Roberto Bardelli: “abbiamo dal 1999 un carrozzone monopolistico che costringe la stessa parte politica che allora lo ha voluto a tornare indietro. Un mea culpa avete intenzione di farlo? Ed è possibile prevedere un rimborso ai cittadini di tutti i soldi sprecati in questi anni?”.
Aurora Rossi e Marco Tulli hanno voluto ringraziare il Comitato Acqua Pubblica, senza il quale “l'acqua non sarebbe tornata a essere bene comune ma sarebbe rimasta una merce sottoposta alla logica del profitto”.
Roberto Barone: “le indicazioni di questa mozione mi sembrano molto puntuali, articolate su più fronti, tariffario e politico. Sono soddisfatto per questa sintesi ottenuta”.
Dichiarazioni di voto sulla mozione Farsetti: Tulli e Barone avrebbero auspicato una sintesi e una condivisione con la mozione del Movimento 5 stelle ed esprimeranno il proprio voto a favore. Daniele Farsetti ha specificato le differenze tra i due atti che non il Consiglio non è riuscito a comporre. La mozione Farsetti è respinta con 13 voti contrari e 3 astenuti.
Sull'atto di indirizzo Bracciali, Tulli, Rossi, Barone si è registrata la dichiarazione di voto di Grazia Sestini: “non partecipiamo al voto così come fatto per la mozione precedente”. Lucio Bianchi a titolo personale: “ho trovato una totale chiusura rispetto alle nostre proposte e quindi non voterò lasciando alla maggioranza la responsabilità di questa scelta”. Anche Luigi Scatizzi si sarebbe aspettato una sintesi in una mozione unica: “mi sono astenuto sulla mozione 'Farsetti' perché sembra richiamare a ruoli di istituzioni lontane dalla realtà locale. La mozione della maggioranza avrà invece il mio voto favorevole”. Aurora Rossi ha sottolineato che la commissione consiliare che si costituirà, partirà da premesse e userà un metodo di lavoro nuovo, non sarà la mera ripetizione della precedente commissione Anania.
L'atto di indirizzo della maggioranza ha ottenuto 20 voti favorevoli.
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Approvato all'unanimità con 21 voti favorevoli anche un atto di indirizzo di Alessandro Caneschi (Pd) sulla salvaguardia del progetto Utiletà di cui è stato chiesto l'adeguamento alla nuova realtà amministrativa caratterizzata dalla soppressione delle circoscrizioni. Il progetto in questione è servito a valorizzare l’impegno civile di decine di pensionati over 55, di entrambi i sessi, che hanno attivamente collaborato a varie attività di pubblico interesse per le quali l’amministrazione comunale era alla ricerca di un supporto. Questi volontari hanno pulito i parchi, gli arredi e riqualificato complessivamente una città che anche grazie a loro ha visto crescere il livello della qualità urbana.
Aurora Rossi ha espresso perplessità sulla mozione in sé sottolineando che “il progetto sta continuando e l'assessore attuale sta proseguendo sulla strada da me tracciata. Nonostante la limitatezza delle risorse. Non mi sembrava il caso di parlare di nuova partenza perché non mi risulta avvenuta alcuna interruzione”.
L'assessore Franco Dringoli: “In effetti l'esperienza sta continuando pur in una fase parziale di riorganizzazione. In questi giorni i volontari ci stanno supportando nel servizio antincendio nel centro di Lignano. Le risorse sono in effetti limitate, sull'ordine di 15.000 euro che coprono i buoni pasto a favore di questi volontari e la copertura assicurativa”.