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Reporters sans Frontieres: un Paese difficile per i giornalisti

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Parigi, 31 mag. – (Adnkronos) – Il Pakistan è classificato da Reporters sans Frontieres come ''un Paese difficile'', solo 151esimo nell'indice dello scorso anno dei paesi per libertà di stampa, con i media stretti ''nella morsa fra i talebani che moltiplicano le aggressioni e le forze di sicurezza che non hanno rinunciato ai loro metodi di abuso'' e il tragico record del 2009, quando è stato il paese con il numero più alto di giornalisti uccisi.
''Con decine di reti televisive e radio private, il Paese sta vivendo una rivoluzione dell'informazione comparabile a quella che ha conosciuto l'India una decina d'anni fa. I media sono sempre più aggressivi nella loro copertura dei problemi politici e socio economici, malgrado i pericoli accresciuti'', si legge inoltre nel rapporto paese stilato dall'organizzazione che si propone di tutelare la libertà di stampa e dei giornalisti in tutto il mondo in cui si denuncia come ''l'offensiva dei talebani e i conflitti politici che scuotono il paese abbiano ripercussioni sempre più gravi contro i giornalisti''.
''Gli attacchi contro i media e i club dei giornalisti si moltiplicano nelle zone tribali, ma anche nel Baluchistan e a volte anche nelle grandi città'', si deplora sottolineando ''li'impunità totale nei casi di assassinio o aggressione a giornalisti''. Secondo i dati raccolti dal ''Committee to Protect Journalists'', dal 1992, i giornalisti uccisi in Pakistan sono stati 50, 38 in assassini con movente identificato, e 12 no. L'ultima vittima, prima di Saleem, è stato Narullah Khan Afridi, della Khyber News Agency e della televisione pachistana Mashreq, e risale al 10 maggio scorso a Peshawar. Quest'anno, sono stati uccisi, anche Zaman Ibrahim, del Daily Extra News, il 2 aprile a Karachi, Ilyas Nizzar, del Darwanth, lo scorso 3 gennaio a Pidarak. Il 13 gennaio a Karachi, era stato assassinato Wali Khan Babar, di Geo Tv.

Articlolo scritto da: Adnkronos