E’ la prima delle 5 richieste del Manifesto dell’acqua del Cantiere Beni Comuni, presentato oggi alla stampa e sottoscritto da numerose associazioni aretine, a partire da Legambiente, Comitato Acqua Pubblica, Arci, Acli, WWF e Caritas diocesana.

“Non c’è nessun ostacolo tecnico o finanziario alla ripubblicizzazione immediata del servizio idrico – commentano Lucio Beloni, presidente del Comitato Acqua Pubblica di Arezzo, Francesco Romizi, Presidente Arci Arezzo, Beppe Croce, Presidente di Legambiente, Alessandro Buti, Vice-Direttore di Caritas e Luigi Spallacci, Vice-Presidente di Acli – dal momento che il socio privato è inadempiente e che questa è la volontà espressa dagli italiani ai referendum di giugno”.

Ma ripubblicizzare il servizio non basta, si tratta di garantire la miglior tutela di questa risorsa così preziosa per la vita di tutti. Per questo i firmatari chiedono negli altri punti del manifesto che l’assemblea dei sindaci definisca chiaramente gli obiettivi strategici per un’efficace gestione industriale dell’intero ciclo delle acque, che alle scelte strategiche e alla pianificazione del servizio siano coinvolti stabilmente rappresentanti di cittadini e associazioni, che tutti i Comuni si impegnino nei loro regolamenti edilizi a misure concrete di risparmio idrico come avviene ormai in gran parte di Europa e infine che si riformi la tariffa, togliendo ogni componente “profitto” e modulando gli importi a scaglioni, in base ai consumi a persona e in modo da scoraggiare gli sprechi.

Sulle 5 richieste i firmatari hanno indetto un primo incontro pubblico coi sindaci dei 37 Comuni dell’Ato 4 Valdarno Superiore per sabato prossimo 22 ottobre, alle ore 10 presso la Sala Rosa del Comune di Arezzo.