Home Politica Rischio Idraulico, dichiarazione dell’Ass. Franco Dringoli

Rischio Idraulico, dichiarazione dell’Ass. Franco Dringoli

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I problemi del rischio idraulico e degli interventi necessari per risolverlo o quantomeno attenuarlo sono temi così delicati e decisivi che ci impongono a tutti un grande senso di responsabilità.
Nel seguire quotidianamente tali problematiche, nell’incontrare e approfondire la situazione con i tecnici più qualificati a livello idraulico del territorio, negli incontri ripetuti con la Regione, la Provincia e con l’Autorità di Bacino ho compreso perché la nostra città drammaticamente ha un rilevante problema idraulico, ma da moltissimi anni non ha concretizzato nulla quantomeno per attenuarlo. E questo oltre l’enunciazione di buoni propositi. In questo senso ho evidenziato le responsabilità oggettive che porta con sé anche l’Amministrazione Lucherini.
Le casse di espansione, come ho sostenuto, non sono la soluzione totale del problema, ma sicuramente rappresentano un beneficio, validato scientificamente, per attenuare il rischio idraulico, sia in termini di aree allagate che di volumi di acqua in quanto trattengono a monte rilevanti quantitativi.
Erano nei programmi di finanziamento dell’Autorità di Bacino su proposta delle Amministrazioni di allora, ma la Giunta Lucherini le cancellò dalla programmazione, chiedendo di dirottare i finanziamenti sulla deviazione del Castro. Questa scelta sarà anche stata condivisa dall’Autorità di Bacino nel corso di un convegno, come sostiene Lucherini, ma a supporto di questa non è stato mai messo alcun euro da nessun ente competente e sovraordinato, e quel treno è andato perso.
Potevamo finanziare in quegli anni almeno il progetto delle casse di espansione, ed invece non è stato fatto nulla. Per di più sono stati fatti scadere nel 2005 tutti i vincoli urbanistici e nel riprendere un percorso coerente siamo dovuti ripartire dall’inizio. Ogni volta che vado a perorare la causa di Arezzo e chiedere finanziamenti ci viene imputato questo cambiamento di linea, perché il progetto di deviazione del Castro, teoricamente sostenibile, ha delle enormi problematiche tecniche e finanziarie rappresentate dalla necessità di costruire un nuovo canale della larghezza di almeno 15 metri, dovendo poi adeguare ponti, strade, attraversamenti ferroviari, sottoservizi, fino alla zona Esselunga e poi adeguare il Vingone, ecc.
Non dimentichiamoci inoltre che in quegli anni di grande sviluppo edilizio (e anche alimentato da una politica delle varianti a dir poco discutibile) la stessa giunta Lucherini ha introitato ingenti oneri di urbanizzazione, tra cui quelli del comparto Pantano e Pantanino che dovevano portare con sé almeno la realizzazione di casse di espansione, come previsto in alcuni atti, per ridurre il rischio idraulico, purtroppo senza alcun risultato.
Cosa ha fatto in questi anni l’Amministrazione Fanfani e l’Assessorato attuale? Come detto siamo ripartiti. Con l'approvazione del Piano Strutturale e del Regolamento Urbanistico il Comune di Arezzo si è dotato finalmente di una strumentazione organica e sistematica in materia di rischio idraulico in tutto il territorio comunale, questa sì approvata sia dal Genio Civile che dall'Autorità di Bacino.
La risoluzione definitiva delle problematiche connesse al rischio idraulico, contenuta nel Piano Strutturale, ovvero nello strumento di programmazione urbanistica di medio – lungo termine, è rappresentata dalla realizzazione di un tracciato alternativo per l'alveo del Castro che abbiamo mantenuto e che consentirà di convogliare le acque dello stesso torrente e del suo affluente Bicchieraia nel torrente Vingone, opportunamente adeguato e ricalibrato.
Nello stesso tempo nel Regolamento Urbanistico, strumento operativo del Piano Strutturale con valenza quinquennale, sono state inserite le previsioni di alcune casse di espansione lungo i torrenti più a rischio di esondazione (Castro, Bicchieraia, Valtina e Sellina), che, pur non risolvendo totalmente il problema del rischio idraulico, ne riducono sensibilmente la portata e sono più fattibili tecnicamente ed economicamente.
Abbiamo quindi incaricato validi tecnici idraulici di progettare interventi, arrivando alla approvazione dei progetti definitivi. Oggi abbiamo le carte in regola, con i progetti pronti, con i vincoli per gli espropri rimessi, per chiedere finanziamenti. Le opere, vedo che Lucherini è stato un consigliere comunale un po’ distratto, sono già nel piano triennale, e per la cassa del Castro è stato già predisposto il progetto esecutivo. Recentemente ho incontrato i proprietari delle aree interessate per spiegare in dettaglio gli interventi.
Oggi è in corso la battaglia più difficile, quella per ottenere finanziamenti, viste le esigue risorse messe in campo, le condizioni di difficoltà in cui vengono messi i comuni, visto che anche le opere decisive per la sicurezza dei cittadini (manutenzione del territorio, delle scuole, ecc.) vengono sottoposte ai vincoli asfissianti del Patto di stabilità, salvo poi essere costretti a riparare i danni, quando possibile.