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Saldi, ad Arezzo un avvio al maschile

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Saldi, ad Arezzo un avvio al maschile

Arezzo – C’è molto interesse tra i consumatori aretini per questi primissimi giorni di shopping in saldo. Lo conferma il presidente provinciale di Federmoda-Confcommercio Paolo Mantovani: “come volume d’affari siamo sui livelli dello scorso anno, con qualche differenza più accentuata, semmai, nei comportamenti di acquisto”.

Ad esempio, il primo giorno delle vendite di fine stagione l’interesse di molti era concentrato sulla moda maschile: “sabato scorso i capi più venduti sono stati quelli da uomo, forse perché ai bambini si pensa già regolarmente in tutto l’arco della stagione e le donne preferiscono dedicare il sabato alla famiglia, spostando le spese personali ai giorni feriali. Da lunedì infatti la tendenza si è invertita”, spiega Mantovani.

“L’altro fenomeno che stiamo riscontrando – prosegue il presidente di Federmoda Confcommercio – è che molti hanno aspettato i saldi anche per gli abiti da cerimonia, che in passato venivano selezionati con largo anticipo sulla data della festa”.

“Forse – prova a spiegare – anche questo atteggiamento fa parte di un nuovo approccio al mercato, più ponderato: molti spostano gli acquisti a fine stagione, il cliente è molto attento, non compra a caso, prima di perfezionare un acquisto valuta bene ogni opzione, gira per negozi, confronta”.

Stanno andando molto bene gli accessori: scarpe, borse e cinture, purchè griffatissime. “Con la griffe si ha la certezza di fare un affare, acquistando un prodotto valido a prezzi tagliati”.
Poi c’è l’exploit dell’intimo a prezzi moderati e dei grandi magazzini della moda: “in questo caso, più che il bisogno di un certo prodotto è lo scontrino basso che attira – sottolinea Mantovani – i saldi sono vissuti come un rito collettivo, un evento sociale dove l’importante è partecipare”. E per limitare i “danni” al portafoglio, qualcuno, soprattutto fra i più giovani, preferisce concentrarsi su negozi dove l’importo medio degli acquisti è comunque molto contenuto. “Ovvio che non si tratta né di un bisogno effettivo né delle ricerca della convenienza: con uno sconto al 50%, il vero affare si fa acquistando un capo importante, per esempio a 250 euro anziché 500, piuttosto che uno che già normalmente costa pochi euro”.

Sulla polemica dei saldi troppo anticipati, Mantovani ha le idee chiare: “dovremmo prima intervenire per sanare il mercato dalle anomalie che disorientano i consumatori e creano attrito fra le imprese. Ci sono negozi che cominciano a fare promozioni pre-saldi già a giugno, chi non lo fa almeno recupera lo sprint delle vendite a luglio con l’avvio ufficiale dei saldi”.

Innegabile che il mese di luglio sia ormai cruciale nei bilanci delle imprese: “ma la salute delle nostre imprese si basa ancora sull’andamento della stagione normale, non si può fare affidamento solo sui saldi estivi, che costituiscono solo il 12% del nostro fatturato annuo complessivo”.