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San Donato, iniziata la ‘volata finale’ verso il nuovo pronto soccorso

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San Donato, iniziata la ‘volata finale’ verso il nuovo pronto soccorso

Arezzo – Da alcuni giorni una parte del nuovo pronto soccorso del San Donato è operativa. Locali e strutture utilizzati ancora in modo parziale, perchè il pronto soccorso continua ad essere un cantiere, con tutti i disagi che questo comporta per gli operatori e per i cittadini. Ma un cantiere che porterà ad una struttura su cui sono riposte grandissime speranze da parte di tutti. Mancano tre mesi alla fine programmata dei lavori (costo 8 milioni di euro e rispetto pieno dei tempi di consegna) e c’è una notevole aspettativa per il risultato che scaturirà da questo intervento, che è allo stesso tempo strutturale, tecnologico, organizzativo. Un appuntamento che viene vissuto con particolare intensità dal personale del pronto soccorso e del resto dell’ospedale. “Ne parliamo da dieci anni e finalmente vediamo vicina la fine di questi lavori – è stato detto nel corso di un incontro degli operatori del pronto soccorso con la dirigenza della Asl – Tutti noi siamo dottori, infermieri, tecnici del pronto soccorso, ma siamo anche cittadini che comprendono quanto sia importante il buon funzionamento di questa struttura”.

UN CONFRONTO A VISO APERTO
E’ stato un incontro nato dal desiderio degli operatori e della direzione aziendale di fare il punto sulla situazione, di capire per tempo come si procede verso le novità che ormai sono prossime, per condividere problemi, trovare soluzioni adeguate e, soprattutto, evitare di andare nel nuovo pronto soccorso portandosi dietro i problemi del vecchio. Ne è scaturito un incontro “vero”, in cui è emersa una grande partecipazione alle decisioni da parte degli operatori, senza nascondere le preoccupazioni, suggerendo percorsi e modalità operative in grado di eliminare le pecche del passato. Una disponibilità reciproca all’ascolto, nella convinzione del “peso” che questa struttura ha sia nell’impatto esterno con i cittadini, che internamente con la struttura sanitaria.
“So bene di parlarvi in un momento di grande difficoltà – ha detto loro Desideri – e vi ringrazio per l’impegno e il sacrificio con i quali state lavorando, ma sono particolarmente fiero di registrare in tutti voi la grande volontà di mettervi in discussione, di studiare nei minimi particolari la nuova organizzazione, di dare suggerimenti e di fare anche richieste giuste, pur nella consapevolezza di una disponibilità di risorse limitate”.

Quello che verrà sarà quindi un pronto soccorso più grande, più moderno, tecnologicamente avanzato. “Ma sappiamo che questo non basta – ha detto agli operatori il direttore generale della Asl Desideri – perché restano da soddisfare e conciliare le aspettative dei cittadini con le nostre, cioè quelle del sistema sanitario”.

“Il pronto soccorso – è stato sottolineato – non è un corpo straneo all’ospedale, non è un ospedale nell’ospedale, ma è un anello fondamentale dell’ospedale stesso. Qui avremo il raddoppio della sala di radiologia, la tac, la guardia radiologica. Ci saranno nuovi percorsi organizzativi per le consulenze degli specialisti in forma organizzata e continua. Ma se non si sciolgono i nodi e gli ingorghi del Pronto Soccorso, le sofferenze di questa struttura diventano le sofferenze di tutto l’ospedale. E soprattutto di tutti i cittadini che qui chiedono assistenza”.
Nel coso dell’incontro è stato chiesto dagli operatori di definire meglio tutti i percorsi, compresa l’istituzione di accesso e dismissione diretti per i pronto soccorso specialistici (pediatrico, oculistico, otorino, ortopedico). Così come la gestione, dopo l’accesso al pronto soccorso, delle piccole lesioni ortopediche.
La risposta ad un’altra problematica odierna – la mancanza di posti letto nei reparti per ricoverare pazienti già visti al pronto soccorso – potrebbe arrivare anche dall’attivazione di una “discharge room”. Un locale accogliente, dotato di 24 posti letto, un'area relax e televisione, collocato in prossimità del Pronto Soccorso. Qui, i pazienti in dimissione dai reparti, in attesa che i parenti arrivino con l'automobile, il taxi oppure l'ambulanza, sosteranno sotto la sorveglianza del personale infermieristico. La “discharge room” consentirà di liberare molte ore prima del solito i posti letto dei reparti di degenza e le dimissioni potranno così essere fatte in ogni momento e non solo, come avviene oggi, alla fine del turno.

DIALOGO ESTERNO ED INTERNO
L’importanza della comunicazione e degli aspetti relazionali è stata ribadita con forza dal direttore del pronto soccorso Giovanni Iannelli: “Il pronto soccorso non funziona bene da solo. Necessita di una rete di interscambio con le diagnostiche e con i reparti ed i loro specialisti. E dobbiamo curare al meglio l’aspetto relazionale con gli utenti, nella consapevolezza che è sul piano relazionale che la cittadinanza si aspetta risposte adeguate. Per noi medici e operatori del pronto soccorso, ha sottolineato Iannelli, ogni paziente è uno dei settantamila che ogni anno varcano la nostra soglia e noi lo trattiamo riconoscendone la gravità, quindi con una cura dimensionata al codice di accesso. Ma per il cittadino non esistono i settantamila casi all’anno: esiste il suo caso, della cui urgenza è più che mai convinto. Da qui la necessità di relazionarci in modo sistematico con il paziente fornendogli, oltre alla necessaria assistenza, tutte le informazioni e le spiegazioni sul percorso che sta facendo e, se necessario, le ragioni dei tempi di attesa. Naturalmente – ha concluso Iannelli – quanto detto per i pazienti vale anche per i parenti e gli accompagnatori che sono in attesa”.
Gli hanno fatto eco gli infermieri del pronto soccorso: “Tutti noi, ma soprattutto gli infermieri storici, viviamo questo momento di attesa verso la nuova struttura, fra entusiasmo e timore. Sappiamo bene che nella nuova struttura non avremo alibi, che dobbiamo avere le motivazioni giuste se volgiamo garantire un’organizzazione più efficace. Per questo, stiamo lavorando molto nella simulazione dei nuovi percorsi. E’ come quando si va ad abitare in una casa nuova: c’è tanto da capire e imparare, ma noi non possiamo assolutamente confonderci e perderci. Noi serviamo cittadini che chiedono risposte alle quali hanno diritto al meglio e presto”.

Si è parlato anche di organici ed a questo proposito Desideri ha ricordato che per il 2011, “pur nelle difficoltà economiche del momento, l’Azienda ha concordato con i sindacati un aumento di 35 unità nel settore sanitario. Di queste, ben 20 saranno assegnate al pronto soccorso di Arezzo”.
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