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Sanità aretina: un grande ospedale ed un distretto forte

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Sanità aretina: un grande ospedale ed un distretto forte

AREZZO – La zona aretina è quella che per complessità della domanda, ma anche per capacità della risposta, rappresenta la centralità per l’azienda sanitaria aretina. E il confronto con la sua conferenza dei sindaci, anche per la moltitudine di attività e progetti da illustrare e condividere, ha rappresentato una occasione reale di verifica e di approfondimento sul lavoro svolto, spesso fianco a fianco e con tanta integrazione.
“Siamo davvero soddisfatti del lavoro che l’Azienda Sanitaria sta compiendo – ha affermato l’assessore al comune di Arezzo Lucia De Robertis, in rappresentanza del sindaco Fanfani, indisposto. Ci convince quello che avete fatto e che state facendo – ha detto rivolgendosi ai molti operatori sanitari presenti – anche sul fronte dell’integrazione dei servizi sociali e sanitari. Apprezziamo la vostra capacità di analisi e la determinazione nel realizzare progetti e nell’organizzare servizi. Per questi motivi, il comune di Arezzo è e sarà ben lieto di essere un vostro partner, fedele ed affidabile”.
Sulla stessa linea si sono poi espressi anche gli amministratori dei comuni di Capolona e Castiglion Fibocchi.

Enrico Desideri: un grande ospedale ed un distretto “forte”.
“Un grande ospedale ed un distretto forte” – ha detto il direttore della Asl Desideri, riassumendo in una sorta di slogan l’impegno dell’azienda nella Zona Aretina. Un ospedale che continua a crescere, sia dal punto strutturale che da quello tecnologico, organizzativo e della qualificazione dei suoi operatori. Di pari passo, pensiamo ad un distretto in grado di dare risposte concrete sul versante della prevenzione, delle cure primarie e dell’educazione alla salute. Un distretto capace di gestire sul territorio tutto ciò che non attiene specificamente all’ospedale, ma con gli stessi livelli di sicurezza e qualità dell’ospedale”.

Disponibilità economiche e sviluppo dei servizi
Concetti semplici e scelte oculate, dietro le quali c’è un grande lavoro quotidiano e l’esigenza di misurarsi costantemente con l’esiguità delle risorse disponibili. A questo proposito, il direttore amministrativo Moraldo Neri, ha detto che “stimiamo di chiudere il 2010 con circa 6,5 milioni di euro di perdita. Un risultato che, pur nella sua negatività, significherebbe un recupero di oltre 3,5 milioni di euro sulla perdita di esercizio del 2099 (-9,9 milioni). Un recupero significativo, ha precisato Neri, che però rischia di essere vanificato in assenza di risorse aggiuntive per il 2011”.
Il distretto
“E’ sul territorio che stiamo costruendo una vera svolta epocale – ha detto il direttore sanitario Branka Vujovic. Una svolta a cui stanno contribuendo in modo sostanziale i medici di famiglia con i quali abbiamo stipulato un accordo che li pone al centro del sistema, con grandi responsabilità e con grandi capacità di rispondere alle esigenze di salute dei cittadini. Educazione alla salute, stili di vita, gestione diretta delle prenotazioni, controllo anticipato dei soggetti a rischio di malattie croniche. Un lavoro di ampio respiro, organizzato con strutture territoriali, che darà grandi frutti.”

“Al domicilio come in ospedale. Si può fare, garantendo la stessa sicurezza e assicurando agli ammalati in percorso di vita migliore”: per Claudio Pedace, direttore del distretto sociosanitario di Arezzo, la strada è tracciata. In dirittura d’arrivo le Case della salute sul modello di Castiglion Fiorentino: nel 2011 apriranno quelle di Subbiano, Capolona e Castiglion Fibocchi. Nel 2012 sarà la volta di Monte San Savino e Civitella, e nel 2013 quella di Arezzo. Strutture fisiche che racchiuderanno, facilmente identificabili, una vasta gamma di servizi, coordinati proprio dai medici di famiglia.
Sul fronte delle cose fatte e in via di realizzazione, Pedace ha citato il trasferimento nelle sede di via Guadagnoli della Guardia medica, l’arrivo della Pneumologia Territoriale, delle Cure palliative, della Nutrizione clinica, della Educazione alla salute, della Medicina dello Sport e di quella legale. E ancora, il miglioramento dei servizi di front-office, l’agenzia per le dimissoni ospedaliere e la gestione dei pazienti in Adi e comunque presso il domicilio o in strutture protette, l’hospice e l’ospedale di Comunità che troverà collocazione dentro il San Donato.
Un elenco lungo e articolato che passa poi per la gestione della salute mentale (graduale chiusura delle strutture residenziali del Pionta e collocazione dei pazienti in ambiti più umanizzanti), la psichiatria infantile e la prevenzione nel settore delle devianze, soprattutto giovanili, legale all’alcool ed al gioco d’azzardo. Attività, queste ultime, che pongono il Dipartimento delle Dipendenze di Arezzo come struttura di riferimento regionale ed oltre.

Il San Donato
18.000 il numero dei ricoveri effettuati al San Donato nel 2010, ai quali sono da aggiungere i 4.500 Day Hospital. In netto aumento gli interventi chirurgici, passati dai 15.600 del 2007 ai 20.300 del 2010, quasi cinquemila in più. E al pronto soccorso, sempre nel 2010, siamo a quota 68.810 accessi. Sono questi alcuni dei numeri con cui si è presentata Grazia Campanile, direttore del San Donato, prima di illustrare le innovazioni che hanno caratterizzato il 2010: l’incremento delle sedute operatorie, il nuovo percorso oncologico della mammella e la costituzione dell’Area Stroke dedicata agli ictus. E ancora, i progetti per il contenimento delle liste di attesa, la nuova segnaletica, l’impegno sul fronte della sicurezza (videosorveglianza) ed il miglioramento della qualità assistenziale (cadute, lesioni da decubito, dolore). Il cantiere del pronto soccorso, il nuovo polo chirurgico ad alta specializzazione, l’acquisto di due mammografi digitali, di 2 acceleratori lineari, una Tac simulatore per la radioterapia, una Tac 64 slices, l’adeguamento della elisuperficie per il volo notturno.

Per il 2011, ha detto la Campanile, l’impegno prioritario è rappresentato dal completamento strutturale del pronto soccorso ed il suo potenziamento tecnologico, con particolare riferimento alla radiologia dedicata (TAC, Eco e 2 Rx digitali) ed alle innovazione tecnologie informatiche (rete wireless dedicata al monitoraggio continuo parametri vitali, rete voip, nuovi server, pannelli LCD nelle sale attesa). Sempre sul pronto soccorso, sono molte le novità attese da settembre: dal potenziamento del servizio di accoglienza, alla guardia radiologica nelle 24 ore, dai percorsi protetti per pazienti ultra75enni, a quelli con traumatologie brevi, dai nuovi ambienti “protetti” per pazienti in attesa di ricovero a quelli dedicati alle cure intermedie per favorire la dimissione dall’ospedale.

A completare il quadro di potenziamento del San Donato, ci sarà la ristrutturazione del blocco parto e della patologia neonatale, l’adeguamento delle degenze per intensità di cure, la nuova centrale di sterilizzazione e il miglioramento di alcuni percorsi esistenziali: orto geriatrico, radiodiagnostica, sicurezza in sala operatoria.