Home Attualità ‘Source Code’, cosa faresti nei tuoi ultimi 8 minuti?

‘Source Code’, cosa faresti nei tuoi ultimi 8 minuti?

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Roma, 6 apr. (Adnkronos/Cinematografo.it) – "Non risponderei alla sua domanda, chiamerei la mia famiglia e cercherei di farmi una risata. E magari un bel piatto di pasta". Cosi' Jake Gyllenhaal impiegherebbe il suo ultimo minuto di vita, mentre lo schermo ce lo riconsegna decisamente più romantico: in quegli ultimi 60'', infatti, bacia Michelle Monaghan, sua partner in 'Source Code' di Duncan Jones, che il 29 aprile arriverà nelle nostre sale in 300 copie con 01, dopo i 15 milioni realizzati al debutto negli Usa lo scorso weekend. Nel cast anche Vera Farmiga, in regia il figlio di David Bowie, all'opera seconda dopo il gioiellino sci-fi 'Moon', la pellicola 'Source Code' vede Gyllenhaal nell'uniforme dell'elicotterista Colter Stevens, già impiegato in Afghanistan ma misteriosamente a bordo di un treno diretto a Chicago che sta per esplodere: seduta di fronte a lui c'è Christina (Monaghan), ma non sa chi sia, come pure l'immagine che gli riconsegna lo specchio, mentre un militare (Farmiga) da un monitor gli ordina di scoprire in 8 minuti dove sia la bomba e chi sia l'attentatore.
Il trucco, anzi il programma top-secret, sta nel titolo 'Source Code', ma Jones sottolinea, piuttosto, il cote' umano: "Mi piace la sci-fi e mi piace concentrarmi sui personaggi, ovvero su come gli individui vengono influenzati dal mondo, al di la' dell'aspetto tecnologico". Di "ruolo non difficile, a parte la love-story con Michelle", parla Gyllenhaal, sottolineando come sia stato "molto divertente recitare nella capsula (dove è recluso il suo Capitano Stevens, ndr) davanti a un green screen, udendo a malapena Vera Farmiga: ho dato libero sfogo alla mia immaginazione, chiedendomi che ne avrebbe pensato il pubblico".
Appunto, che ne penserà? "Grazie allo sceneggiatore Ben Ripley, il film mette insieme vecchia e nuova fantascienza, ma non solo: è anche azione, mistery, thriller e storia d'amore, mi sono ritrovato a fare il giocoliere con queste sei palle" dice il regista, che cita Ballard e Dick tra gli scrittori di riferimento e Quantum Leap per i serial. Viceversa, Gyllenhaal predilige Orwell "per il lato psicologico", sceglie i film "per istinto", confessa tutta la sua ammirazione per Jones (''dopo solo 10 minuti di 'Moon' ho voluto essere diretto da lui'') e ironizza sul suo ennesimo viaggio temporale dieci anni dopo 'Donnie Darko': "Quel coniglio ancora mi perseguita: insieme a 'Source Code' in America è uscito 'Hop' (pellicola animata che ha come protagonista un coniglietto, ndr)". Ma ritorna subito serio, serissimo perché "che cosa farei se potessi vivere questi otto minuti è una domanda assurda rispetto a quel che succede oggi nel mondo: mi piacerebbe esistesse davvero un programma informatico come 'Source Code', e non lo dico per ragioni promozionali ma perché si potrebbe tornare sugli aerei e sui grattacieli dell'11 settembre, a Fukushima e nei corpi dei politici, per fermare queste tragedie. E' doloroso ricordarle, la violenza quasi mai è necessaria''.

Articlolo scritto da: Adnkronos