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Spari in Curia a Firenze

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Firenze, 6 nov. (Adnkronos) – Si rafforza la pista della vendetta di uno squilibrato o comunque di qualcuno che vive in una condizione di disagio, in merito all'identikit dell'attentatore che venerdì sera si è introdotto nel cortile della Curia di Firenze ed ha sparato un colpo di pistola che ha raggiunto all'addome il segretario dell'arcivescovo don Paolo Brogi. Gli investigatori sono poco convinti dell'ipotesi del clochard ubriaco che ha compiuto un gesto inconsulto. L'uomo che ha sparato, infatti, conosceva bene gli orari e le abitudini dell'arcivescovo Giuseppe Betori; sapeva che l'auto di servizio entra dal cancello automatico di piazza dell'Olio, mentre l'ingresso principale del palazzo vescovile è in piazza San Giovanni. Fra ieri e stanotte sono state effettuate alcune perquisizioni e interrogate una quindicina di persone. Si tratta di soggetti che assomigliano fisicamente all'attentatore (tra i 60 e i 70 anni, barba incolta e bianca, abbigliamento trasandato e un cappellino), ma che hanno anche in comune un passato di dissidi con la Curia. E' proprio qui che stanno scavando gli inquirenti: si pensa che l'attentatore sia una persona che potrebbe aver maturato sentimenti di rivalsa verso la diocesi, magari per un alloggio negato, per un aiuto non dato, per un diniego subito o per controversie varie. Gli uomini della polizia, che conducono le indagini coordinate dalla Procura di Firenze (il fascicolo aperto è per tentato omicidio) hanno acquisito anche lettere anonime o di protesta ed esposti contro l'Arcivescovado alla ricerca di tracce utili ad identificare l'aggressore. Sono stati sentiti anche dei tassisti, visto che davanti alla sede della Curia c'è un posto taxi e non è escluso che subito dopo i fatti l'attentatore sia fuggito proprio a bordo di un taxi. E' stata intanto confermata la dinamica dell'agguato, durato in tutto circa un minuto e mezzo. L'attentatore ha aspettato che l'auto con a bordo l'arcivescovo rientrasse nella sede del palazzo della Curia, è entrato dal cancello automatico seguendo la vettura, e poi ha chiesto al segretario di monsignor Betori di parlare con l'arcivescovo. Al diniego di don Brogi, l'uomo ha sparato un colpo che ha colpito il sacerdote all'emitorace destro, facendolo cadere in terra. Quindi l'aggressore ha puntato la pistola prima alla schiena e poi alla nuca dell'arcivescovo, scarrellando l'arma come a voler esplodere un altro proiettile. Un gesto che non ha compiuto, o perché la pistola calibro 7.65 si è inceppata, o perché non aveva altri colpi in canna, oppure – è la terza ipotesi – perché ha visto il cancello automatico richiudersi e ha temuto di rimanere intrappolato in Curia. Quanto alla condizioni di salute del sacerdote ferito, sono stabili e la prognosi, che è ancora riservata per motivi precauzionali, verrà sciolta domani. Solo successivamente i sanitari decideranno se e quando intervenire per rimuovere il proiettile, dopo che nella notte tra venerdì e sabato don Paolo è stato sottoposto ad un intervento durato circa 90 minuti. Monsignor Betori ha confermato intanto tutti i suoi impegni anche se nei suoi confronti è stata rafforzata la vigilanza. "Sono sereno, non ho paura", ha detto l'arcivescovo di Firenze, che ha anche ribadito di provare "affetto e misericordia" verso l'aggressore e di averlo già "perdonato".

Articlolo scritto da: Adnkronos