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Trumpf, sceglie Arezzo per la sperimentazione da remoto del robot

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Trumpf, sceglie Arezzo per la sperimentazione da remoto del robot

Arezzo – La Trumpf, azienda leader in Europa per i Sistemi medicali, ha scelto Arezzo per sperimentare un sistema di videocomunicazione interattiva collegata all'attività della chirurgia robotica. E proprio ieri si è svolta la prima sessione sperimentale.
Cos'è? Come funziona? Ci sono vantaggi per gli utenti? Perchè è stata scelta Arezzo?
Domande ovvie e legittime quando si inizia un percorso che viene presentato come innovativo, sperimentale e prodigo di grandi implementazioni.
Il robot viene manovrato dagli operatori seguendo le immagini che arrivano su una consolle con schermi che consentono di osservare, con un fortissimo ingrandimento, i tessuti e gli organi su cui si sta intervenendo.
Immagini sino ad ora a disposizione dei professionisti che sono in sala operatoria, ma che, adesso, possono essere messe a disposizione anche di altri soggetti: dalle figure professionali impegnate in sala operatoria, ad altri che si trovano magari nel loro studio e, soprattutto, a disposizione di quanti devono formarsi su queste materie. Così ieri la consolle del robot aretino, è stata collegata con gli schermi dell'Auditorium. Una trasmissione di immagini, ma anche della voce del chirurgo che stava operando, con la possibilità di interloquire con altri soggetti. "In questa attività – sottolinea il primario Fabio Sbrana – fondamentale è la formazione e l'abitudine a comprendere le immagini e le dinamiche che si verificano nelle aree dell'intervento. Poter fornire all'esterno questo materiale è fondamentale per la crescita complessivo del sistema".

La scelta della Trumpf Italia su Arezzo è legata a più fattori. Innanzitutto, la Trumpf, attraverso la Inso e con il contributo del Calcit, ha fornito pensili, scialitiche, pareti attrezzate ed altri impianti per le sale del nuovo blocco operatorio aretino. E la Trumpf ha accertato che l'attività di chirurgia robotica ad Arezzo è partita con un grande slancio e con una casistica già importante, a differenza di altre esperienze in cui l'avvio sembra essere particolarmente faticoso. Infine, ad Arezzo la Trumpf ha incontrato una grande professionalità e disponibilità degli operatori delle diverse branche specialistiche a fungere da tutor per quanti hanno necessità, fin da subito, di formarsi e di apprendere".

"La strada della chirurgia di altissimo livello, anche con l'utilizzo del robot – sottolinea Enrico Desideri, Direttore Generale della Asl8 – per noi è una scelta definitiva e irrinunciabile. L'aver dato il via ad un progetto immediatamente operativo, consente oggi di sviluppare sistemi innovativi in Italia che saranno poi utili a tutti. Ed il fatto che la Trumpf, abbia scelto la nostra realtà, è una ulteriore conferma della qualità che viene espressa dalle nostre strutture. In definitiva – chiosa Desideri – ritengo che con questi presupposti non ci sia motivo di allarme sulla permanenza ad Arezzo di questa attività, anche perché il robot è di proprietà della Asl8".

Gli fa eco il direttore della Chirurgia, Fabio Sbrana, che non vede rischi sul futuro della nostra chirurgia robotica: "L'utilizzo del robot da parte di tutte le specialistiche ospedaliere rappresenta il nostro punto di forza e l'innovativo sistema della Trumpf che stiamo sperimentando, favorirà ancora di più la crescita del numero di professionisti in grado di utilizzarlo. Un passaggio fondamentale – secondo Sbrana – anche nelle logiche di buona amministrazione e dell'uso appropriato di una tecnologia costata diversi milioni di euro. Da questo punto di vista – conclude il chirurgo – la nostra previsione per il 2011 è, anzi, quella di portare il numero degli interventi in chirurgia robotica oltre la soglia dei 300, un obiettivo che collocherebbe la Asl di Arezzo al 3° o 4° posto in Italia su questo settore".