Home Nazionale Tumori: l’esperto su Steve Jobs, non sta per morire

Tumori: l’esperto su Steve Jobs, non sta per morire

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Roma, 17 feb. (Adnkronos Salute) – Le informazioni sulla sua salute vengono tenute in gran segreto, per evitare speculazioni commerciali ed effetti negativi sull'azienda che ha creato e portato al successo, la Apple. Ma l'amministratore delegato e 'cervello' della mela più famosa al mondo, ideatore di iPod, iPhone e iPad, non può nulla contro gli inesorabili obiettivi dei paparazzi: fotografato nei giorni scorsi, Steve Jobs appare molto magro e la stampa americana specula che gli siano rimasti pochi mesi di vita. Ma Davide Melisi, ricercatore dell'Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori – Fondazione Pascale di Napoli, non è d'accordo: "Non credo che abbia 6 settimane di vita, mi sembra eccessivo", dice all'Adnkronos Salute. Melisi, da anni alla ricerca di una cura contro il cancro al pancreas – malattia che ha colpito Jobs – e ora vicino ai test sull'uomo di una terapia da lui messa a punto, spiega: "L'ad di Apple è affetto non da un adenocarcinoma del pancreas, quello a cui ci si riferisce normalmente come tumore o carcinoma del pancreas, ma da un tumore neuroendocrino del pancreas. In parole semplici, il pancreas può sembrare un singolo organo molto omogeneo, ma in realtà è composto a livello microscopico sia da cellule dette esocrine (da cui si sviluppano gli adenocarcinomi) che da cellule endocrine (da cui si sviluppano i tumori come quelli di Jobs). E le differenze sono sostanziali". "Mentre le prime sono malattie incurabili, con prognosi non superiore all'anno, infatti – prosegue l'esperto – le seconde sono malattie verso le quali tutto sommato esistono diverse possibilità di trattamento. Jobs dovrebbe aver avuto quattro anni fa un trapianto di fegato per la sua malattia metastatica, e probabilmente oggi è in corso una recidiva e lui si sta sottoponendo a una dura chemioterapia. Ma non sarebbe sopravvissuto quattro anni se avesse avuto" la forma di cancro al pancreas più grave, conclude.

Articlolo scritto da: Adnkronos