Home Cultura e Eventi Cultura ‘Una domenica di sangue’, nuova chiave di lettura dei fatti di Renzino

‘Una domenica di sangue’, nuova chiave di lettura dei fatti di Renzino

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Renzino, 17 aprile 1921. 3 fascisti vengono uccisi da militanti di sinistra. “La reazione squadristica è violentissima: nove vittime in poche ore, il paese di Foiano militarmente occupato dai fascisti che lo mettono a ferro e fuoco, con la partecipazione di camicie nere provenienti da ogni parte d’Italia, alla presenza dell’intero stato maggiore del fascismo toscano”.
E’ quella che Salvatore Mannino definisce “Una domenica di sangue” e che è anche il titolo del suo ultimo libro, pubblicato per Il Mulino e che verrà presentato mercoledì 14 dicembre, alle ore 17,30, nella sala del Consiglio comunale di Arezzo. L’iniziativa è dell’Assessorato alla cultura e dell’Istituto Storico della Resistenza. Interverranno gli storici Massimo Baioni, Fabio Fabbri e Giorgio Sacchetti. Le letture saranno di Andrea Biagiotti.
Salvatore Mannino, giornalista de La Nazione, si è già occupato di storia del fascismo nel volume “Origini e avvento del fascismo ad Arezzo” ed ha scritto la “Giustizia divisa. Cronaca e storia di due stragi”. Con “Una domenica di sangue”, apre una riflessione nuova sui fatti di Renzino ancora divisi, come si legge nel sottotitolo, “tra storia e mito”.
In primo luogo riporta l’impatto dell’evento sui grandi quotidiani nazionali: il Corriere della Sera, La Stampa, il Popolo d’Italia, l’Avanti!, La Nazione e il Nuovo Giornale. E si sofferma sull’atteggiamento dell’apparato statale. “Foiano – scrive Mannino – è il primo caso, o uno dei primi casi, in cui le collusioni fra fascisti e autorità, sempre sospettate dai partiti antifascisti ma senza prove sicure e sempre auspicato dai fascisti, emergono con nettezza, con evidenza solare”. Ecco la partecipazione di un ufficiale e di due soldati in servizio attivo. Ma della strage “se ne occupa Giolitti, se ne occupa la sua longa manus al Ministero dell’Interno, il Sottosegretario Camillo Corradini. La loro corrispondenza con gli altri ministri, in particolare il titolare della Difesa, i prefetti, i generali, gli ispettori inviati in loco è davvero illuminante”.
Documenti e analisi che Salvatore Mannino percorre per aprire una riflessione su alcuni luoghi comuni della pubblicistica storica: “davvero Giolitti è stato, per dirla con Tasca, il ‘Giovan Battista del fascimo’? Oppure le carte dicono il contrario?”
Infine quello che l’autore definisce “il mito di Foiano nella religione politica fascista e nel processo di legittimazione del fascismo”. Quindi la comprensione delle ragioni che determinarono il radicamento del PNF nella società italiana. “Capire come, anche attraverso la forza legittimante di eventi quali i fatti di Renzino, ciò sia accaduto è uno degli scopi di questo lavoro”.