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8 marzo, Gruccia: pomeriggio dedicato a prevenzione tumori femminile

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8 marzo, Gruccia: pomeriggio dedicato a prevenzione tumori femminile

La festa della donna all’ospedale della Gruccia è dedicata alla divulgazione e presentazione di strumenti e percorsi per la prevenzione dei tumori. In occasione dell’8 marzo, l’Azienda sanitaria, assieme al Calcit-Valdarno, ha deciso di puntare sul tema “Percorsi di prevenzione al femminile: il tumore al seno”.

“Il nostro intento – spiega Massimo Gialli, direttore sanitario della Gruccia – è quello di dare evidenza ai percorsi sanitari che riguardano la donna. In questo senso abbiamo preso l’occasione per presentare il nuovo mammografo digitale mobile e per ascoltare alcuni fra i massimi esperti di prevenzione del tumore al seno”.

Il tutto inizia alle 16,30, proprio all’ingresso dell’ospedale, dove sarà visitabile da parte dei cittadini il mammografo digitale mobile acquistato dai cinque Calcit della provincia di Arezzo. Un mezzo attrezzato, costato 300.000 euro, messo a disposizione del servizio di prevenzione della Asl per raggiungere le popolazioni femminili fisicamente più lontane dagli ospedali della Gruccia e di Arezzo.

Subito dopo, nella sala Paul Harris all’interno della Gruccia, convegno di carattere divulgativo rivolto ai cittadini, incentrato sulla prevenzione del tumore al seno. Oltre al direttore generale Enrico Desideri ed al presidente della conferenza dei sindaci, Sauro Testi, interverranno Gianni Amunni e Paola Mantellini dell’Istituto Toscano Tumori, Francesco Renzi della Senologia della Asl8, Francesco Mirri responsabile della organizzazione degli screening mammografici, Simona Scali che si occupa della prevenzione mammaria secondaria.

Al termine (intorno alle 18,30) nell’ingresso dell’ospedale sarà affissa la targa che riconosce alla Gruccia il “bollino rosa”. L’ospedale valdarnese, assieme a quello di Arezzo, ha ottenuto dal Ministero della sanità questo riconoscimento legato alla qualità delle specifiche attività dedicate alla donna.

IL TUMORE AL SENO
Il carcinoma mammario è malattia frequente: ha una prevalenza del 10-11% nella popolazione normale (su 100 donne che nascono 10/11 si ammaleranno di carcinoma alla mammella nell'arco della loto vita). Numeri che possono essere ridotti attraverso gli screening mammografici, da tempo raccomandati per tutte le donne dai 50 ai 69 anni di età. I programmi di screening oncologico per il tumore della mammella offrono, attraverso un invito scritto, una mammografia bilaterale gratuita a cadenza biennale a tutte le donne residenti nella nostra provincia. Più alto è livello di partecipazione allo screening, maggiore la garanzia di efficacia del programma.

Si pensi che nel 2011 sono stati eseguiti in provincia di Arezzo più di 250 interventi chirurgici per l'asportazione di un tumore alla mammella. La metà è scaturita dalla ricerca con screening, su donne che non avevano sintomi.

Per le donne che vivono nei comuni più lontani dai due Ospedali provvisti di mammografo digitale, adesso lo screening arriva con l'unità mobile donata dai Calcit che si sposta in base ai calendari concordati con le amministrazioni locali in virtù delle scadenze ad intervalli biennali. La media regionale di adesione è dell'80%, mentre nella nostra provincia siamo al 75,13%. Il Valdarno è al 69,58%. Maggiore l'adesione ad Arezzo (83,28%), mentre nelle vallate si varia dal 63,52% della Valtiberina, al 69,82 % del Casentino, fino al 77,21% della Valdichiana.

Le donne che si sottopongo al test, dopo la lettura della mammografia ricevono una lettera con l'esito negativo dello screening se non ci sono sospetti di presenza di carcinoma. Meno del 10% viene richiamato per un esame più approfondito. Questo secondo passaggio porta in genere ad escludere il tumore ancora nella stragrande maggioranza dei casi. Alla fine, per 6/7 donne ogni mille, bisogna intervenire e curarsi. Ma se tutto questo avviene precocemente, prima che la malattia abbia preso campo, sono alte le possibilità di guarigione e il mantenimento di una buona qualità della vita.