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Al teatro Verdi ‘Gaber se fosse Gaber’

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Al teatro Verdi ‘Gaber se fosse Gaber’

Grande serata al Teatro Verdi di Monte San Savino giovedì 8 marzo alle ore 21.15 con Andrea Scanzi e con GABER SE FOSSE GABER incontro-spettacolo dedicato al cantautore milanese. La serata viene ripresa dopo esser stata rimandata a causa della neve lo scorso 2 febbraio.

Alle 18.30 incontro con il protagonista dello spettacolo agli aperitivi del Teatro presso l’Interno 43.

Lo spettacolo si sviluppa attraverso un percorso per immagini assolutamente originali e inedite, che fanno vivere o rivivere al pubblico le forti emozioni che solo il canto, la recitazione e la mimica di Gaber sanno trasmettere. Si tratta di un viaggio nel mondo dell’artista, che attraverso opportuni interventi di approfondimento e riflessione, consente al pubblico di scoprire i momenti salienti di quel Teatro Canzone che ha consacrato la fama di Gaber per oltre quarant’anni. L’allestimento dello spettacolo, ideato e condotto dal giornalista e critico musicale Andrea Scanzi, fa seguito a un sorprendente successo ottenuto in occasione di un evento straordinario a Firenze, a seguito del quale la Fondazione Gaber ha avuto molte richieste di programmazione in vari Centri Culturali del territorio nazionale.

da un’ntervista ad Andrea Scanzi di Elena Torre:
Com’è strutturato lo spettacolo? “Gaber se fosse Gaber è tutto mio: testo, titolo e struttura – minima – teatrale. E’ una lezione-spettacolo. In 100 minuti cerco di raccontare il percorso di Giorgio, soprattutto (per non dire esclusivamente) quello del Teatro Canzone. La mia narrazione, che segue più o meno un ordine cronologico, si alterna con filmati editi e inediti che ritraggono Gaber, tratti dal repertorio della Fondazione che patrocina lo spettacolo. Sul palco ci sono solo io e ogni sera il testo subisce “timide variazioni e piccoli spostamenti del cuore” (per citare Giorgio). Il 55 percento sono filmati e il 45 percento coincide con i miei monologhi “divulgativi” – non senza riferimenti spigolosi all’attualità. Di solito non ci si annoia: non me lo perdonerei. Adoro essere sgradevole, a volte: era tipico anche di Gaber. Ma la noia no, quella è imperdonabile. Certi intellettuali, e certi tromboni dell’arte pensosa, dovrebbero prima o poi capirlo”.
Perchè continuare a parlare di Gaber-Luporini? “Più che altro, perché non continuare a parlarne. A me pare che lo si ricordi poco e male. Ci si fossilizza sul Gaber televisivo dei Sessanta, per disinnescarlo, o lo si fraintende. Appropriandosene post-mortem, da destra come da sinistra. Ecco perché ho chiamato lo spettacolo Gaber se fosse Gaber: perché vorrei contribuire a riportarlo a casa, a far parlare “soltanto” le sue opere. Basta con queste appropriazioni indebite sciacallesche. Il “vero” Gaber, che non può essere scisso da Sandro Luporini, era quello del Teatro Canzone. Dal 1970 al 2000. Un continuo “buttare lì qualcosa per poi andare via”: un urticare e scorticare sistematicamente le coscienze. Lo vidi la prima volta nel ’91 all’Anfiteatro Fiesole, avevo 17 anni. Mi ha cambiato la vita. L’ho conosciuto e frequentato negli ultimi anni. Istantanee di cui serbo gelosamente ogni frammento”.

Info e prevendite:
Monte San Savino: Ufficio Informazioni Turistiche, Piazza Gamurrini (c/o Il cassero) tel. 0575 849418
Arezzo: Officine della Cultura – via Trasimeno 16, tel. 0575 27961
[email protected] – www.officinedellacultura.org

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