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Approvata mozione contro omo e transfobia dal Consiglio Comunale

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Approvata mozione contro omo e transfobia dal Consiglio Comunale

Monte San Savino – Il Consiglio Comunale di Monte San Savino ha approvato – nella seduta del 9 agosto scorso – la mozione per la prevenzione e la lotta all’omofobia e alla transfobia, grazie ad una iniziativa dell’assessore alle Pari Opportunità Erica Rampini e su proposta del Comitato Arcigay Arezzo “Chimera Arcobaleno”.

Il documento, approvato nei mesi scorsi anche da altri comuni della provincia di Arezzo e di tutta Italia, è nato da un’iniziativa dell’on. Paola Concia (PD) con l’obiettivo di sollecitare l’approvazione da parte del Parlamento Italiano di una normativa specifica a tutela dei cittadini che subiscono discriminazioni e violenza con movente omofobico e transfobico.

A livello locale il documento appena approvato in Consiglio impegna l’amministrazione del Comune di Monte San Savino a promuovere iniziative per la prevenzione e la condanna degli atteggiamenti e dei comportamenti discriminatori verso le persone omosessuali e transgender.

L’Assessore Erica Rampini, a nome di tutta la maggioranza, esprime soddisfazione per l’approvazione della mozione. «Finalmente anche il nostro Comune – ha detto l’assessore – si è allineato con gli altri della Val di Chiana nell’affermare con forza la necessità di una legge nazionale contro l’omo e transfobia, impegnandosi sin da subito con l’associazione lgbtq Chimera Arcobaleno a costruire occasioni di confronto e sensibilizzazione dell’opinione pubblica per una cultura delle differenze».

«Accogliamo con soddisfazione la notizia dell’approvazione della mozione contro l’omo e transfobia nel Comune di Monte San Savino anche se speravamo che il Consiglio si esprimesse con voto unanime – ha detto Cristina Betti presidente di Arcigay Arezzo – ringraziamo l’assessore Rampini e il Sindaco Scarpellini per l’impegno profuso e raccogliamo la sfida del raggiungimento in tempi brevi di altri obiettivi importanti come questo. Dall’autunno ci faremo promotori di una vasta campagna di promozione di strumenti quali i registi delle unioni civili e i certificati anagrafici di famiglia, che riconoscano alle coppie di fatto, sia eterosessuali che omosessuali, gli stessi diritti e doveri delle coppie sposate, almeno nell’accesso ai sevizi e per quanto di competenza comunale».