Home Cronaca CasaPound, alla Del Tongo va in scena ‘la morte del lavoro’

CasaPound, alla Del Tongo va in scena ‘la morte del lavoro’

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Arezzo, 18 ottobre – Caschi da lavoro gialli, decine di lumini, fiaccole ad olio e uno striscione appeso all'ingresso della Del Tongo con su scritto: “Qui giace il diritto al lavoro”.
E' questo lo scenario dell'ultima azione di protesta simbolica messa in atto da CasaPound ad Arezzo. Un messaggio forte e provocatorio che l'associazione ha voluto esprimere con un gesto eclatante e con la diffusione di centinaia di volantini in città dove si chiede di salvare la Del Tongo.

“Non possiamo accettare – afferma CasaPound – che 200 operai di una storica azienda del territorio aretino, dopo un lungo periodo di cassa integrazione e settimane di lavoro senza percepire compensi, perdano definitivamente il posto.”
“Non possiamo accettare che il lavoro decennale di un'azienda leader a livello globale nella produzione di cucine vada in fumo dopo aver perso numerose commesse in Libia in seguito ad una sporca guerra avallata dagli stessi rispettabilissimi tecnici che siedono in Parlamento.
Non possiamo accettare il ricatto di istituti di credito che puntano i piedi per non concedere aiuti a quelle aziende che fino ad oggi sono state la loro gallina dalle uova d'oro.”

“Non possiamo accettare – prosegue CasaPound – che decine e decine di famiglie si ritrovino strozzate da un mutuo concesso da quelle stesse banche che oggi non garantiscono loro neppure il blocco della rata.
Non possiamo accettare che venga volutamente ignorato l'art. 4 della Costituzione Italiana che “riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro” proprio da chi, spesso in modo parziale e fazioso, si erge a suo strenuo difensore.
Non possiamo accettare che le nostre imprese decidano di licenziare decine di lavoratori, come la Buitoni di Sansepolcro, o delocalizzino alla ricerca di manodopera low cost, perché nella folle idea, diffusa dagli speculatori internazionali, di essere competitivi con chi lavora per pochi euro senza sicurezza e senza tutele, si nega il diritto al lavoro nel nostro Paese.”

“Ma soprattutto – conclude la nota dell'associazione – non possiamo accettare che tutto ciò sia tacitamente avallato dalle istituzioni locali, che possono e devono fare di più. Perché non basta inserire i cassintegrati nello Sportello Anticrisi, perché dalla crisi si esce solo sostenendo il rilancio della produzione aziendale e garantendo una migliore qualità del lavoro, una maggiore sicurezza sul lavoro e una giusta retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro.”
Salvare la Del Tongo non può essere solo una speranza, salvare la Del Tongo è un dovere.