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Centro Riabilitazione Terranuova sempre più in crescita

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Centro Riabilitazione Terranuova sempre più in crescita

MONTEVARCHI – Il Centro di Riabilitazione di Terranuova (Crt spa) in due anni è passato da una condizione da “crisi greca” a quella di “locomotiva tedesca”. Per il Polo riabilitativo valdarnese, quello di lunedì prossimo non sarà solo il giorno dell’inaugurazione di una nuova area ampliata con 13 nuovi posti letto, ma l’occasione per illustrare come una azienda che era entrata in profonda crisi, può risanarsi, risollevarsi e trovare ottime ragioni per svilupparsi, sino a divenire punto di riferimento regionale e nazionale.

Inaugurazione
L’appuntamento è per il 28 maggio, alle ore 11,00, al terzo piano del monoblocco della Gruccia in Valdarno, che ospita tutte le attività di recupero e di riabilitazione del Crt. Si taglierà il nastro della nuova “unità di risveglio” del Polo della Riabilitazione, passata da 10 a 23 posti letto. Oltre quattrocentomila euro (443.000 per la precisione) il costo complessivo sostenuto dal CRT e dalla Asl 8 (95.000) per la progettazione e lo sviluppo, l’acquisto di letti, complementi di arredo, attrezzature e macchinari.
Alla inaugurazione saranno presenti Don Andrea Manto, Direttore dell'Ufficio per la Pastorale Sanitaria della Conferenza Episcopale Italiana, Enrico Desideri, direttore generale della Asl, oltre agli amministratori locali e i vertici del Crt.

Cosa è il Crt?
E’ una Società per Azioni che gestisce un centro di riabilitazione di altissima specializzazione, che oltre alle consuete attività svolte da strutture analoghe, è dotato di un reparto di “risveglio” (adesso ampliato), fra i migliori d’Italia.
E’una Spa, che per la sua composizione sociale è praticamente quasi completamente pubblica: Asl 58%, Comune di Terranuova 17%, Fondazione Salvatore Maugeri 19%, Istituto Nazionale Neurologico Carlo Besta 1%, Banca di Credito Cooperativo del Valdarno 5%.
Ha in forza 120 dipendenti (fra medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti, amministrativi ), ai quali si aggiungono una decina di “comandati” della Asl8 e altrettanti liberi professionisti in convenzione.

Le attività
I diversi livelli di cura che vengono garantiti, sono definiti attraverso codici, dietro cui spesso si celano i drammi che tante persone affrontano per le ragioni più diverse, e che qui trovano risposte professionali e umane capaci di restituire, nella maggior parte dei casi, una qualità della vita insperata.
“Codice 75”: si riferisce alle attività di neuro riabilitazione. Sono i casi più complessi, dovuti a gravi cerebro lesioni acquisite, esiti da ictus e traumi. Spesso si tratta di soggetti in coma. 23 i posti letto dedicati a questa area, di cui 20 riservati ad utenti della Asl 8, Area vasta Sud Est e Toscana, e 3 per extraregione. Più di cento i ricoveri effettuati nel 2011, con una degenza media di 67 giorni, inferiore a quella regionale e nazionale.

“Codice 56”: è il gradino inferiore al precedente. Riguarda la riabilitazione intensiva ospedaliera. Con i suoi 25 posti letto si prende carico della riabilitazione di soggetti proventi prevalentemente dalle ortopedie e dalle cardiologie, ma anche di dimessi dal codice 75. Sono 765, di cui 200 provenienti da fuori regione, i ricoveri nel 2011, con una degenza media di 17 giorni.

“Codice ex art 26”: si riferisce alla riabilitazione territoriale a ciclo continuo con ricovero (22 posti letto) ed a ciclo continuo solo diurno (16 posti letto). In questo caso sono i medici di medicina generale ad avere in carico i pazienti. Nel 2011 sono stati rispettivamente 759 e 448 coloro che hanno usufruito di questo servizio, quasi totalmente provenienti dall’area del Valdarno.
In totale il Crt ha 86 posti letto accreditati, tanti quanto un piccolo ospedale di vallata.

Santaroni come Merkel
Se proseguiamo nel paragone iniziale, la Merkel della situazione ha un nome e un cognome: Anna Paola Santaroni, attuale Direttore Generale del Crt, che ha preso in mano una situazione assai critica due anni fa, riuscendo a traghettare il Polo riabilitativo in acque tranquille e con il vento in poppa.
“Abbiamo lavorato sodo ed i risultati sono arrivati, dichiara Santaroni. Il merito, naturalmente, non è solo mio, ma di molti. Del personale, innanzitutto, che ha condiviso e fatto suo il progetto di cambiamento e di rilancio della struttura; dell’Azienda sanitaria e del suo direttore generale, Enrico Desideri, che ha sostenuto fortemente questo progetto, non solo economicamente, ma anche individuando le linee operative e gestionali sulle quali muoversi.”

I conti del Crt
Il bilancio del 2009, con un fatturato di poco superiore ai 6 milioni di euro, faceva registrare una perdita di quasi 480.000 euro. L’anno successivo, con analoghe entrate, la perdita è scesa a 400mila euro, ma è nel 2011 che le entrate salgono a 8 milioni e 160 mila euro e, pur in presenza di investimenti in personale e strutture, il bilancio finalmente chiude in sostanziale pareggio (utile di 9 mila euro). Il 2012, nel solo primo trimestre, presenta già un utile di 20.000 euro.

Le ragioni di cambiamento
“Ci stiamo riuscendo – spiega Santaroni/Merkel – perché fin dal 2010 abbiamo subito individuato i punti critici, stilato un piano di risanamento che prevedeva una riorganizzazione del personale, un adeguamento del modello organizzativo, un piano per l’abbattimento delle liste di attesa, uno sviluppo dei rapporti con le altre regioni e un recupero dei rapporti con l’Area vasta e il resto della Toscana, finalizzato al pieno utilizzo dei posti letto in dotazione. Ci siamo poi concentrati sull’analisi ed il contenimento dei costi, predisponendo specifici regolamenti per l’assunzione di personale e per gli acquisti. A questo proposito, chiosa la Santaroni, il ricorso ad appalti con il sistema Start della Regione Toscana, ci ha consentito un risparmio medio del 30% rispetto a prima. Infine, abbiamo allineato le nostre procedure gestionali con quelle della Asl8, attuando un sistema integrato con l’Azienda Sanitaria, che ha sostanzialmente riacquisito il controllo di gestione del Crt”.

Il valore aggiunto del Crt
Ciò che differenzia maggiormente il CRT da altre strutture analoghe, è la capacità di prendere in carico pazienti appena stabilizzati, avviando immediatamente la loro riabilitazione. Una peculiarità, questa, resa possibile dai collegamenti e dai rapporti esistenti con i reparti di neurochirurgia e rianimazione degli ospedali toscani e non solo. In secondo luogo,
i tempi di degenza media, più bassi rispetto a molte altre strutture, sia pubbliche che private. Infine, da non sottovalutare, i vantaggi che derivano dalla sua collocazione all’interno di un importante ospedale come quello della Gruccia, in un clima di piena collaborazione con le varie strutture specialistiche e la stessa direzione di presidio.

Attività ambulatoriale
Il Crt oltre alle attività all’interno della Gruccia, svolge anche una importante funzione nel territorio, con i propri ambulatori. Al momento sono attivi a Bucine, San Giovanni Valdarno e a Montevarchi all’interno della Gruccia, ma presto riapriranno anche a Terranuova Bracciolini, nella storica sede del Crt che deve essere sottoposta a ristrutturazione.