Arezzo – I dati resi noti dalla Direzione Territoriale del Lavoro di Arezzo relativamente alla situazione occupazionale in provincia di Arezzo, ci confermano un quadro assai difficile, sia per quanto riguarda l’occupazione in sé sia per i numeri che si riferiscono al lavoro sommerso.
Il dato non ci coglie di sorpresa, dice il Sindacato di viale Michelangelo ma, anzi, è una ulteriore e drammatica conferma, quale specchio di un anno disastroso che ha stretto nella morsa l’intero sistema produttivo ed economico provinciale.
Se da un lato fanno più riflettere che più suscitare scalpore i 532 lavoratori “al nero” ed i 1347 irregolari scovati durante i controlli messi in atto dagli ispettori dall’altro, invece, ci preoccupa e parecchio il numero dei disoccupati che, rispetto al precedente anno, è salito di quasi il 10% che, tradotto in numeri, sono 2614 in più portando il dato definitivo a 37.570.
C’è da dire poi, proseguono dalla CISL, che questi numeri realisticamente stanno a significare che non costituiscono neppure il dato definitivo perché è “falsato” dalla cassa integrazione in deroga alla quale hanno fatto ricorso, ultimamente, anche settori come servizi, commercio e piccola impresa.
Che la provincia aretina è in fase di recessione è oramai un fatto conclamato. Ne va preso atto così come del fatto che, prima o poi, sono anche a termine gli ammortizzatori sociali: la cassa integrazione non è infinita. E’ di questo che ci dobbiamo preoccupare e, come andiamo dicendo orami da tempo, alle parole devono seguire i fatti. Tergiversare o arroccarsi su posizione di campanile non è più utile per nessuno. O ci rimbocchiamo tutti insieme le maniche o la fine che ci attendere lo sappiamo qual è.

Ufficio Stampa CISL

Articlolo scritto da: Ufficio Stampa CISL