Home Cronaca CISL: Perché diciamo sì al raddoppio del termovalorizzatore

CISL: Perché diciamo sì al raddoppio del termovalorizzatore

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Arezzo – In queste ultime settimane molte parole sono state spese sulla questione dei rifiuti ed in particolare su un possibile raddoppio del termovalorizzatore di San Zeno.
Poiché la discussione è ancora vivace e molte continuano ad essere le alzate di scudi anche la Cisl sente il dovere di intervenire nel dibattito chiarendo subito qual è la sua posizione sull’argomento.
Premesso che già lo scorso marzo, attraverso un comunicato affidato alla stampa, senza mezzi termini partecipammo la nostra posizione a favore del raddoppio portando a sostegno di questa tesi un semplice ragionamento che parte dal buonsenso e dalla lettura dei dati. Ed è proprio da lì che, nuovamente, ripartono le nostre considerazioni.
Innanzitutto i numeri. Attualmente i rifiuti prodotti annualmente in provincia di Arezzo sono 200.000 tonnellate vale a dire 2.000.000 di quintali. E’ un dato di fatto che questa mole non può essere tutta lavorata dal termovalorizzatore né conferita in toto in discarica. Ma è altrettanto vero che, se anche dovessimo raggiungere l’obiettivo del 50-60% di differenziata, oggi ferma a poco più del 30%, resterebbe sempre un 50% da smaltire in altro modo tra termovalorizzatore e discarica. E va anche detto, senza timore, che spingere la raccolta porta a porta, ha dei costi eccessivi e poco sostenibili e che questa poi va bene per aree come il centro storico non certo per il resto delle altre zone urbane. Semmai come valido aiuto sarebbe opportuno creare nuove aree ecologiche che sono più economiche e più funzionali. Comunque, prosegue la Cisl, ragionando sempre con i numeri, ammesso che riuscissimo a raggiungere l’obiettivo massimo di differenziata che unita a quei 40.000 quintali oggi smaltiti dal termovalorizzatore resterebbero comunque fuori, come già detto, l’altro 50% che stando così le cose neppure il raddoppio dell’attuale termovalorizzatore sarebbe in grado di smaltire; e consideriamo anche che ad oggi a San Zeno sono solo 8 su 39 comuni della provincia che conferiscono rifiuti.
Poi, per quanto riguarda i dati relativi alla salubrità l’ARPAT, da anni, fa monitoraggio e controllo sugli impianti in tutta la Toscana e per bocca del suo Direttore i dati che emergono sono tutti dentro i parametri previsti dalla legge di riferimento con punte di eccellenza per l’impianto di San Zeno e di Lucca. E’ più che evidente che le nuove tecnologie utilizzate danno sicurezza sotto ogni punto di vista.
Concludendo, questo ragionamento ci porta a dire che è bene non abbandonare la raccolta differenziata, e non siamo certo originali a dire che è un grande atto di civiltà, ma da sola non basta a risolvere il problema rifiuti perché di problema si tratta. Semmai dalla civiltà prendiamo ciò che di buono mette a disposizione come le nuove tecnologie in grado di rispettare non solo l’ambiente, ma anche la salute dei cittadini che è la cosa che sta più a cuore. Senza poi tralasciare il fattore economico che deriverebbe da una corretta politica di smaltimento e che ne beneficerebbe l’intera collettività.

Ufficio Stampa CISL Arezzo

Articlolo scritto da: CISL Arezzo