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Confcommercio: ‘Il turismo ad Arezzo è una nave senza nocchiere’

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“Il turismo in provincia di Arezzo è una nave senza nocchiere”. Ne è convinta la Confcommercio, che ad un anno dalla chiusura dell’Apt denuncia lo stato di forte disordine in cui versa l’organizzazione turistica della provincia di Arezzo e lo fa inviando un documento duro, ma ricco anche di spunti positivi, al presidente della Provincia Roberto Vasai, al sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani e al presidente della Camera di Commercio Giovanni Tricca. Tre uomini di punta di istituzioni che, almeno sulla carta, hanno sempre considerato il turismo quale settore economico in crescita e portatore di ricchezza ed occupazione.

“O si corre subito ai ripari ricorrendo ad una governance territoriale del turismo seria e strutturata che ci garantisca credibilità sui mercato internazionali, oppure rischiamo di perdere un’altra opportunità per lo sviluppo e l’occupazione”, sottolinea la presidente della Confcommercio Anna Lapini. E il direttore dell’associazione di categoria Franco Marinoni, firmatario della lettera ai tre delle istituzioni, spiega: “ormai è passato un anno dalla chiusura dell’Apt, che ci ha lasciati orfani di uno strumento che, se pur imperfetto e non adatto ai mercati attuali, era comunque un tentativo minimo di organizzare la promozione turistica della provincia”.

“Premesso il fatto che il nostro territorio, più che di promozione, ha ancora bisogno di essere organizzato in modo professionale come una vera “destinazione turistica” – prosegue la presidente Lapini – chiediamo che si provveda al più presto a studiare adeguate forme di governance per raggiungere quella competitività che ancora ci manca”. Se questo non verrà fatto in tempi brevi, secondo la leader della Confcommercio il pericolo è quello di “perdere anche le poche, pochissime, posizioni acquisite in questi ultimi anni”.

In allegato alla lettera, Confcommercio ha inviato a Provincia, Comune capoluogo ed ente camerale (il cui presidente Tricca, da esponente di Confcommercio e soprattutto da operatore del settore, ha già anticipato la sua totale condivisione) un “Documento programmatico per la creazione di una governance territoriale del turismo e lo sviluppo dell’occupazione nel comparto”. Un concentrato di preoccupazioni ed auspici di sole due pagine, ma in grado di analizzare con sguardo lucido, impietoso e imparziale lo stato dell’arte.

Due i motivi principali del malessere. Prima di tutto, l’esasperato frazionamento del sistema turistico aretino, al quale contribuisce la spiccata tendenza di ogni singolo Comune, Ente, Associazione, pro-Loco e quant’altro ad andare in direzioni opposte, frammentate e non coordinate, con il risultato di inventarsi, ognuno per proprio conto, delle azioni di rilancio dell’economia turistica improvvisate ed inefficaci, mancando anche professionalità adeguate all’interno.

Poi, la convinzione che l’esistenza di emergenze storico-artistiche di valore, senza che nessuno si occupi della loro accessibilità, fruibilità ed esperenzialità, non sia sufficiente nè ad ampliare nè a mantenere il numero delle presenze alla luce dei nuovi scenari del turismo internazionale, che richiede luoghi organizzati come veri “prodotti turistici” e non come semplici aggregati di itinerari e, soprattutto, vacanze fondate sul concetto di ‘esperienzialità’: quel mix di conoscenza, divertimento, sapori e passioni che rende un viaggio indimenticabile.

Un capitolo a parte è poi dedicato agli Osservatori Turistici di Destinazione, che la Regione Toscana permette ad ogni Comune di attivare. Uno strumento che, teoricamente, dovrebbe servire a ragionare consapevolmente e con adeguate risorse economiche e professionali sul settore turismo (come avviene all’estero), ma che da noi si sta trasformando in un mero passo propedeutico all’introduzione delle tasse di soggiorno. I cui proventi, teme Confcommercio, in un momento in cui i Comuni sono alla disperata ricerca di fondi rischiano di essere usati solo per ripianare il bilancio, “depredando” i turisti. Non certo per finanziare la creazione di prodotti ed infrastrutture turistiche. “Come se – conclude la presidente Anna Lapini – per i nostri amministratori il turismo fosse solo una mucca da mungere, mai da nutrire”.