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Consiglio Comunale: mozioni e atti d’indirizzo

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Consiglio Comunale: mozioni e atti d’indirizzo

Il consigliere Udc – Nuovo Polo per Arezzo, Luigi Scatizzi, ha sottolineato come la crisi economica abbia determinato lo svuotamento di capannoni e di intere aree produttive. Si tratta di uno dei sintomi più gravi delle difficoltà delle imprese. Nella realtà aretina abbiamo una forte presenza di insediamenti e di capannoni all'ingrosso che adesso sono sfitti e inutilizzati
Si tratta quindi di proporre alla Regione Toscana facilitazioni per le imprese che possano favorire il riutilizzo di capannoni ed aree. Si propone anche un tavolo istituzionale aperto alle categorie economiche.
L'atto d'indirizzo è stato approvato con 21 voti a favore

Il consigliere Daniele Farsetti del Movimento 5 Stelle ha chiesto che il Comune si doti di un Piano informatico che, con cadenza almeno biennale, monitori la struttura informatica comunale e detti gli obiettivi. Tra questi, devono risultare obbligatori: lo sviluppo di politiche rivolte alla migrazione completa verso forme di software open source; il censimento di software e hardware del Comune di Arezzo per favorire il raggiungimento dell'obiettivo precedente; l'utilizzo e l'implementazione di database in formato aperto che consentano una piena portabilità e scalabilità dei dati di proprietà del Comune di Arezzo; la riduzione del digital divide che i cittadini devono subire nella consapevolezza che una società interconnessa alla rete e tecnologicamente avanzata può produrre ricadute positive su altre attività dell'ambito umano. Senza dimenticare i riflessi occupazionali che può avere questa prospettiva.
Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Francini (PdL) che ha chiesto una verifica sulle azioni concrete dell'Ente in materia, Bracciali (Pd) che ha proposto alcuni emendamenti all'atto di Farsetti il quale ha precisato che la prima fase del lavoro proposto è relativo al monitoraggio della situazione, dei problemi e dei bisogni degli uffici comunali. E' intervenuto anche l'assessore Donati che ha ricordato come il suo predecessore, Ilario Nocentini, avesse già introdotto software open source in Comune.
L'atto è stato approvato con 18 voti a favore e 7 astensioni

La proposta di istituzione della Consulta comunale della famiglia da parte del consigliere comunale Francesco Francini, Pdl, è stata motivata dalle decisioni e dagli atti che l'amministrazione comunale adotta e che interferiscono sulla vita familiare. “La famiglia è un interlocutore fondamentale del Comune e di ogni sua scelta, comprese quelle delle aziende erogatrici di servizi pubblici. La necessità di coordinare gli interventi a favore della famiglia e la promozione della stessa quale soggetto attivo delle politiche sociali rendono opportuna una consulta per analizzare la condizione della famiglia nel territorio aretino, favorire il collegamento fra ente pubblico e privato sociale, promuovere iniziative innovative nell'ambito dei servizi e delle politiche fiscali e tariffarie. Ne dovranno fare parte enti pubblici, rappresentanti delle associazioni familiari, del volontariato, del terzo settore e delle associazioni dei consumatori”.
Sono intervenuti il consigliere Scatizzi, Udc (“fondamentale venire incontro alle esigenze delle famiglie”), l'assessore De Robertis (“la famiglia è una priorità dell'Amministrazione, anche attraverso lo Spazio Famiglia), il consigliere Bracciali (“le consulte della famiglia, in altre città, hanno registrato non pochi problemi e il gruppo Pd presenta quindi un ordine del giorno diverso rispetto a quelli del PdL”), il consigliere Barone (“chiariamo cosa intendiamo oggi per famiglia: se solo quella tradizionale oppure una versione più aperta e moderna”), il consigliere Aurora Rossi (“per famiglia dobbiamo intendere il nucleo familiare , comprensivo quindi di situazioni diverse”)
Le dichiarazioni di voto sono state formulate da Bianchi, Movimento 5 Stelle (“contrario all'atto Francini e astensione su quello di Bracciali”), Barone, IdV (“analoga decisione a quella di Bianchi”).
L'atto Francini è stato respinto con 8 voti a favore e 16 voti contrari. L'atto d'indirizzo Bracciali – Arcangioli è stato approvato con 13 voti a favore, 7 contrari e 5 astenuti.

Luigi Scatizzi ha chiesto che il premio per il 2012 “Civitas Aretii” sia assegnato ai protagonisti dello sviluppo pluralista della televisione locale nel nostro territorio. In particolare il riconoscimento andrebbe dato per Teletruria (nata nel 1974) e Telesandomenico (nata nel 1980): nello specifico, a Benito Butali e Gianfranco Duranti per la prima, alla diocesi di Arezzo e a padre Giovanni Serrotti per la seconda.
Approvato con 22 voti a favore

Aurora Rossi (Sinistra per Arezzo) ha presentato una mozione che sulla possibilità per le donne di utilizzo della RU 486, “la pillola che consente l’aborto cosiddetto ‘chimico’, meno invasivo. Chiediamo in sostanza il rispetto dell’articolo 15 della 194, oggetto di due referendum abrogativi grazie ai quali il popolo italiano ha deciso a grande maggioranza di mantenerla nel nostro ordinamento giuridico. Una legge conquistata dopo tante battaglie civili. L’elemento di cronaca che ci ha mosso è stato il momento di collasso vissuto dal San Donato questa estate quando anche l’ultimo medico disponibile ha deciso di obiettare. Praticare aborti non premia la carriera, è una prassi oramai acquisita nella struttura medica. I pochi che lo fanno, a volte preferiscono alla fine il trasferimento ad altri reparti. La mobilitazione delle donne, ricordo, ha portato il direttore generale Enrico Desideri a varare un codice etico in cui viene ribadito che il diritto della donna a ricorrere alla 194 deve essere garantito. Il codice ci sembra un buon punto di partenza e anche gli enti locali devono fare la loro parte a favore di questo diritto. Da 804 del 2004 a 594 del 2010. Gli aborti in provincia hanno dunque conosciuto una sensibile diminuzione ma il numero resta sempre elevato nella nostra provincia. Negli ultimi anni si è un po’ abbassata la guardia sulla 194, anche in ordine al lavoro dei consultori e della prevenzione. L’immigrazione di tante donne, poi, specie rumene e albanesi ha portato a interruzioni di gravidanza ‘straniere’ e non è un caso che in Europa siano i due paesi, insieme all’Italia, dove meno è diffuso l’uso dei contraccettivi. Altro dato importante che ci dicono i numeri è che fanno ricorso all’aborto donne molto giovani per il 37% dei casi. Lo sviluppo della ricerca ha portato alla RU 486, in Europa, meno che in Irlanda e in Portogallo, viene somministrata già dai primi anni ’90, in Francia è disponibile dal 1988, è tempo quindi di adeguarsi senza trascurare l’informazione sugli anti-concezionali a vantaggio delle donne”.

Nel corso del dibattito sono intervenuti il consigliere Francini, PdL (“l'introduzione della pillola abortiva è una “privatizzazione” dell'aborto che va contro lo spirito della normativa”), l'assessore De Robertis (“l'Asl 8 ha introdotto la procedura dall'inizio di quest'anno), la consigliera Ghezzi (che ha annunciato l'astensione e la presentazione di un altro documento sulla stesso tema, teso ad affermare un maggior dialogo tra Comune e Asl, a valorizzare il Comitato Etico e a mettere in atto una campagna di sensibilizzazione), Barone, IdV (“dobbiamo affrontare I problemi ed I disagi che le donne subiscono”), Arcangioli, Pd (“la responsabilità del Comune è quella di rispettare la legge”), Scatizzi (“vanno salvagurdate le libertà di scelta degli obiettori”). Aurora Rossi ha dichiarato la sua disponibilitàò ad accettaree eventuali emendamenti al suo atto d'indirizzo: “ma il Pd ha preferito la prova di forza”.
Le dichiarazioni di voto sull'atto di Aurora Rossi sono state di Francini, PdL (voto negativo), Farsetti, 5 Stelle (positivo), Barone, IdV (positivo).
L'atto d'indirizzo Rossi è stato respinto con 4 voti a favore, 7 contrari e 9 astensioni.
L'atto d'indirizzo Ghezzi è stato approvato con 13 voti a favore, 7 contrari e 1 astenuto.

Il consigliere Luigi Scatizzi ha presentato un atto d'indirizzo per una convenzione con la Provincia per il Difensore civico provinciale. Una soluzione per garantire i cittadini con un servizio essenziale nei rapporti tra il cittadino e la pòubblica amministrazione. Oggi i cittadini aretini sono sprovvisti di questa tutela dopo la conclusione dell'esperienza del Difensore civico comunale. E quest'ultimo era utile anche all'Ente per monitorare il funzionamento dell'amministrazione.
Sono intervenuti i consiglieri Barone, IdV (“l'atto d'indirizzo è assolutamente meritevole perchè il cittadino ha bisogno di questa figura”), Farsetti, 5 Stelle (“condivisione piena dell'atto d'indirizzo che è a tutela del cittadino”), Bracciali, Pd (“la convenzione con la Provincia ha, necessariamente, una natura onerosa. Chiedo quindi di rinviare la discussione per verificare questo problema”), Bardelli, Pdl (“la proposta di Scatizzi è valida”). Scatizzi ha precisato che il costo della convenzione per il Comune sarebbe di circa 10mila euro. Ha comunque chiesto di rinviare discussione e voto alla prossima seduta del Consiglio per favorire un dibattito più ampio e partecipato.