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Donazioni sangue, la Asl conferma l’autosufficienza

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Donazioni sangue, la Asl conferma l’autosufficienza

AREZZO – Un autentico fiume di sangue. Ma qui non c’entra la cronaca nera, stiamo parlando del grande cuore che gli aretini dimostrano quotidianamente, recandosi in uno dei cinque ospedali della provincia per donare il sangue. Un atto che anche quest’anno consente alla nostra Asl di raggiungere l’autosufficienza, mentre altre aziende, anche toscane, proprio in questo periodo estivo si vedono costrette a lanciare appelli per carenza di donatori.
Arezzo, quindi, si conferma territorio autonomo, anzi, in grado di cedere ad altri ospedali il sangue in eccedenza. “Dal primo gennaio al 31 luglio – spiega Pierluigi Liumbruno, direttore del centro trasfusionale della Asl – abbiamo incrementato gli aiuti ad altre Asl toscane del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Solo nel mese di luglio, questo incremento è stato quasi del 50%, passando da 354 a 529 sacche di sangue”.
Sono 25.000 le donazioni annue raccolte mediamente in provincia di Arezzo. 14.403 quelle ricevute nei primi sette mesi del 2012. I donatori uomini numericamente prevalgono sulle donne, che per ragioni fisiologiche possono donare meno frequentemente. Costante il ricambio generazionale. A 65 anni (e qui la Ministro Fornero … non può modificare le regole) vanno in “pensione” e al loro posto subentrano ragazzi e ragazze fra i 18 e i 20 anni, che poi quasi sempre diventano donatori permanenti.
Risultati importanti, ottenuti grazie all’incessante lavoro che svolgono le associazioni presenti nel nostro territorio (Avis, Fratres e Croce rossa) e che contano quasi cinquanta gruppi organizzati nella intera provincia.
“Un ulteriore incremento di donazioni – sottolinea Liumbruno – è arrivato anche dal lavoro svolto dai medici di famiglia che, in accordo con l’azienda, hanno sollecitato i loro assistiti donatori nella fascia di età 45-55 anni, a sottoporsi ad una serie di controlli di natura cardiaca.”
Forte la presenza di cittadini stranieri che volontariamente si recano nei centri. I rumeni compongono il gruppo straniero più consistente e anche convinto dell’azione che compiono.
“Impossibile fare un identikit del donatore tipo – sostiene Liumbruno – perché troviamo l’operaio e l’impiegato, il ricco e il povero, l’italiano e lo straniero, il giovane e il meno giovane: unico denominatore comune, è che sono persone generose, che donano parte di se nel completo anonimato. Grazie”.

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