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Dopodomani giornata europea per le domeniche libere dal lavoro

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In questi tempi di crisi economica e finanziaria, durante la quale sempre più diritti economici e sociali sono messi sotto pressione, la Domenica libera dal lavoro sarebbe una dimostrazione chiara e visibile che le persone e la nostra società non dipende solamente dal lavoro e dall’economia.

Purtroppo dall’inizio di quest’anno la Domenica in Italia non sarà più festa almeno per negozianti e commesse. Gli esercizi commerciali potranno rimanere aperti quanto vogliono. Il provvedimento, secondo il Governo, dovrebbe aumentare consumi e occupazione. Due giustificazioni di cui è difficile dire quale sia meno convincente.

Sembra che questo è quello che ci chiede l’Europa…ma in realtà c’è anche un’altra Europa, che è ancora interessata a proteggere la salute, la sicurezza e la dignità di tutti e che è interessata a promuovere la riconciliazione della vita professionale con quella familiare.

Esistono alleanze per le Domeniche libere in molti Stati Membri della UE e Domenica 4 marzo 2012 in tutta Europa si mobiliteranno per protestare contro le aperture no stop dei negozi,

Anche ad Arezzo le lavoratrici e i lavoratori del Commercio insieme con i sindacati in un’azione unitaria utilizzeranno la loro domenica di riposo per mobilitarsi e coinvolgere i consumatori in una riflessione che li interessa in prima persona:

· Ci sentiamo davvero più liberi ad acquistare se possiamo farlo ogni giorno dell’anno?

· I soldi che possiamo spendere aumenteranno se aumentano le aperture?

· Vista la caduta a picco del nostro potere di acquisto siamo sicuri che saremo consumatori, e non solo turisti di supermercati, di centri commerciali e di vetrine mai spente?

Quanto all’occupazione sindacati ed organizzazioni di categoria sono concordi nel giudicare che il provvedimento sarà l’ennesima mazzata per i lavoratori del commercio, che saranno costretti ad orari sempre più impraticabili ed impegnativi. Senza dimenticarci che la maggior parte degli addetti del commercio sono donne, e queste aperture continue renderanno solo più difficile una conciliazione dei tempi di vita e di lavoro vista la carenza di servizi per aiutare la famiglia soprattutto nei giorni festivi.

Non si tratta solo di essere d’accordo sull’impiego della domenica, ma sull’uso in generale dell’uomo. Di questa Domenica che si vuole sempre più uguale al lunedì noi vorremmo salvare almeno la famiglia riunita una volta tanto intorno ad un piatto e ad un discorso se non il riposo di cui anche Dio onnipotente ad un certo punto sentì il bisogno.

Se Arezzo, come L’Italia vuole essere aperto 7 giorni su 7, è necessario che decida che cosa serve per chi, per i cittadini, per la città, per l’economia… e dentro questo per chi deve esserci un posto anche per le lavoratrici e i lavoratori del commercio, perchè non c’è mai, perché la loro situazione è sempre marginale nella discussione, invece è necessario parlare anche d’altro perchè non si può lasciare il disagio solo sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, .quindi parliamo di servizi per l’infanzia, per gli anziani, parliamo delle banche, degli uffici dell’anagrafe…parliamo di tutti i servizi che riguardano la vita quotidiana, perché sempre aperti significa tutti aperti!