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Ecco ‘Diploma’ per cento nuovi imprenditori della comunità straniere

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Ecco ‘Diploma’ per cento nuovi imprenditori della comunità straniere

Sono cento, vengono in maggioranza dai Paesi dell’Asia, dell’Africa e del Sud America e hanno scelto la provincia di Arezzo per cominciare una nuova vita. Sono i nuovi “aspiranti imprenditori” selezionati e formati grazie al progetto “Incipit”, lanciato dalla Confcommercio di Arezzo per promuovere la creazione d’impresa fra la popolazione immigrata e realizzato con la collaborazione dell’Associazione provinciale imprenditori Stranieri e il finanziamento della Provincia di Arezzo.

Venerdì 30 marzo, una rappresentanza dei cento futuri uomini e donne d’affari ha ricevuto presso la sede aretina di Confcommercio uno speciale attestato a conclusione del percorso formativo seguito per orientarsi fra le norme che in Italia regolano l’avvio di un’azienda. Alla cerimonia erano presenti la vicepresidente della Provincia di Arezzo Mirella Ricci, che ha tenuto a battesimo “Incipit”, l’assessore del Comune di Arezzo Stefania Magi, il presidente degli imprenditori stranieri Babou Camara e il direttore della Confcommercio Franco Marinoni.

“Il nostro obiettivo” ha sottolineato il presidente Babou Camara, “è favorire legalità e integrazione aiutando i cittadini stranieri a realizzare il proprio sogno lavorativo. Perchè quando un immigrato diventa imprenditore, significa che l’integrazione ha raggiunto un livello molto alto”.

“Grazie ad Incipit”, spiega il direttore della Confcommercio Franco Marinoni. “abbiamo formato dieci tutor d’impresa fra i cittadini immigrati della nostra provincia. Poi, ognuno nella propria comunità di riferimento, hanno dato vita a dieci circoli di studio per aiutare altrettanti cittadini stranieri interessati alla strada del lavoro autonomo”.

Tra i Paesi più rappresentati ci sono Brasile, Perù e Repubblica dominicana per il Sudamerica; Senegal, Marocco, Camerun, Nigeria e Sierra Leone per l’Africa; Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka per l’Asia, ma anche Romania e Albania. Presenti perfino alcuni rifugiati politici dalla Libia. “Alcuni dei partecipanti”, racconta il presidente Camara, “erano già imprenditori nei loro Paesi di origine, ma avevano bisogno di capire meglio il sistema organizzativo italiano. Altri invece dovevano mettere a punto la propria idea d’impresa e adesso hanno più strumenti per farlo”. Dalla stesura del business plan a come muoversi tra banche e commercialista, durante i circoli di studio hanno infatti sperimentato le varie fasi necessarie all’apertura di un’impresa.

Tra i progetti d’impresa che aspirano a diventare realtà ci sono scuole di lingua italiana per chi è appena arrivato o di lingua straniera (ad esempio, arabo o spagnolo), per i figli nati in Italia, affinchè non perdano il legame culturale con la patria dei genitori. Ci sono poi attività di
servizi alla persona, dalla cura degli anziani al babysitting; imprese agricole, negozi di prodotto etnici o forni per la verniciatura industriale. “In molti casi si tratta di attività di cui esiste una grande richiesta sul mercato, ma occorreva trovare un inquadramento fiscale e normativo più preciso per svolgerle. L’intenzione di alcuni”, dice Camara, “ è comunque quella di apprendere il know how italiano per poi tornare in patria e avviare là l’impresa. Aiutarli a realizzare questo sogno, nella piena cooperazione tra Italia e altre nazioni, è importante per esportare ricchezza – dunque diritti e legalità – nel mondo”.

“Il nostro prossimo obiettivo” conclude il presidente degli imprenditori stranieri della provincia di Arezzo “è trovare risorse per la fase di follow-up, che ci consentirebbe di seguire l’avvio delle nuove imprese monitorandole nei primi tempi, forse i più delicati. Ma il messaggio che abbiamo dato con il progetto “incipit”, insieme a Confcommercio e alla Provincia di Arezzo, spero sia arrivato forte e chiaro: il rispetto delle regole, nella vita come nelle imprese, deve essere la base di ogni forma di integrazione”.