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Giornata di studio su ‘Arezzo e Camaldoli’

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Si svolge martedì 9 ottobre nella Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo, a partire dalle ore 9,30, la giornata di studio “I Camaldolesi ad Arezzo: mille anni di interazione in campo religioso, artistico e culturale”. Al centro del convegno, organizzato dalla Società storica aretina, in collaborazione con la Provincia di Arezzo, la Congregazione Camaldolese dell’Ordine di San Benedetto e con la sponsorizzazione di Banca Etruria, saranno i rapporti fra Arezzo, il monastero di Camaldoli e l’ordine monastico camaldolese. L’iniziativa, curata dallo storico aretino Pierluigi Licciardello, è inserita nel calendario nazionale delle celebrazioni del Millenario della fondazione del sacro eremo di Camaldoli, e può di conseguenza fregiarsi del patrocinio della Presidenza del consiglio dei ministri, del Ministero per i beni e le attività culturali, del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e della Pontificia commissione per i beni culturali della Chiesa.

Dopo il ‘saluto’ dei rappresentanti delle istituzioni promotrici e dello sponsor unico (Provincia di Arezzo, Congregazione Camaldolese OSB, Società Storica Aretina e Banca Etruria), ad inaugurare la sessione scientifica del mattino sarà lo storico francese Jean Pierre Delumeau, con la relazione “I Camaldolesi, il vescovado di Arezzo e i ceti dominanti aretini nei secoli XI e XII”. Seguiranno gli interventi di Gian Paolo Scharf (“Camaldoli e il Vescovado di Arezzo nel Duecento”), di Pierluigi Licciardello (“I Camaldolesi e il Comune di Arezzo nel medioevo”), di Cécile Caby (“Camaldolesi negli epistolari aretini del Quattrocento”) e di Franco Cristelli (“Il prodigio della Madonna del Conforto e il dibattito sul valore del miracolo”). Le relazioni scientifiche del pomeriggio sono volte essenzialmente ad approfondire gli aspetti culturali, artistici ed architettonici della presenza camaldolese. Anna Pincelli parlerà sul tema “Architettura camaldolese ad Arezzo: il monastero femminile di S. Benedetto e il priorato maschile di S. Michele”. Seguiranno Andrea Andanti (“Bartolomeo Ammannati e Santa Maria in Gradi: un manifesto architettonico della Riforma Cattolica”), Michele Tocchi (“Rivisitando le rovine di San Clemente: tracce storico-artistiche dall’abate Bartolomeo della Gatta alla demolizione”) e Maria Chiara Milighetti (“Vita culturale e scientifica a S. Maria in Gradi tra Seicento e Settecento”). Liletta Fornasari parlerà infine della committenza camaldolese nei confronti di artisti autoctoni e forestieri dal Quattrocento all’Ottocento, chiudendo i lavori. Presiederanno le due sessioni Luca Berti, presidente della società storica, e Renzo Sabbatini, docente dell’Università di Siena.

Arezzo ha da sempre rappresentato per i Camaldolesi un luogo di importanza centrale, in quanto città più vicina all’eremo fondato da san Romualdo e sede delle due istituzioni preposte al governo del territorio casentinese: il Vescovado e il Comune. Tra XI e XII secolo la città fu toccata dall’espansione dei Camaldolesi, che vi fondarono i monasteri di S. Maria in Gradi, S. Clemente, S. Michele, S. Benedetto e dei SS. Lorentino e Pergentino. Per la società cittadina i monaci hanno svolto il triplice ruolo: di signori territoriali; di uomini di Chiesa portatori di una proposta di vita religiosa intensa e originale; di pastori addetti alla cura delle anime. Si è realizzato così un fecondo scambio che ha portato ad un arricchimento reciproco, una interazione dialettica e dinamica dal punto di vista politico, culturale, artistico, in un arco di tempo che va dall’XI secolo alle soppressioni ottocentesche. Queste le motivazioni alla base della giornata di studio.