Home Politica IDV: ‘Pretendere il rispetto della legge, uscire dall’isolamento’

IDV: ‘Pretendere il rispetto della legge, uscire dall’isolamento’

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Per troppi anni abbiamo denunciato l’isolamento della nostra città, una sorta di compiaciuta ambizione a “fare da sé” che ha prodotto un progressivo disinteresse per ciò che accade al di fuori delle mura cittadine.

Ora che il pericolo è imminente, che anni di oculata amministrazione, priva però di un vero orizzonte strategico, rischiano di non essere più sufficienti, dobbiamo apprezzare lo sforzo collettivo per difendere la dignità ma soprattutto il futuro del nostro territorio.

Purtroppo la scelta fatta dai maggiori partiti (PD e PDL) ovvero quella di puntare, come prima opzione, a lasciare la provincia nella sua attuale configurazione, mentre tutte le altre andranno ad aggregarsi, se assicura una “tregua” nei confronti di chi sinora ha spadroneggiato (ma non ha più gli stessi mezzi per farlo) evitando di avviare il doveroso e doloroso confronto sulle deleghe, sui poteri, sui soldi, rischia però di essere lo strumento per sancire la definitiva emarginazione di Arezzo dai processi decisionali.

Cerchiamo di spiegare il perché, non senza ricordare la posizione del nostro Partito a livello nazionale: per l’Italia dei Valori serve solo una riforma Costituzionale per riordinare il sistema delle autonomie non più su tre livelli ma su due, abolendo TUTTE le Province e creando un solo ente intermedio di area vasta per svolgere quelle attività che i comuni, singoli o anche associati, non potrebbero svolgere; facendo però piazza pulita di TUTTI gli enti intermedi, veri poltronifici inutili e costosi. Non certo il pasticcio messo in piedi dal Governo Monti e votato dalla maggioranza PDL – PD – UDC come tante altre leggi sbagliate e recessive.

Il mantenimento dell’attuale Provincia richiede una modifica della legge (non ci pare sufficiente una semplice interpretazione “favorevole”) consentendo a chi quella modifica vorrebbe sollecitare, proprio per sovvertire il principio anagrafico per l’individuazione dei capoluoghi (vantando maggiori appoggi nelle stanze del potere romano – almeno per ora) di comprendere fra le sollecitazioni anche quella di Arezzo (l’esito di affidare a Rossi insieme ai politici romani il tentativo di modificare la legge potrebbe, però, sortire una beffa per Arezzo garantendo solo gli effetti voluti dai “poteri forti” toscani).

Chi ha paura dello scontro (diremmo: confronto) con Siena dimentica che esistono alcuni argomenti – sostanziati dalla necessaria diplomazia – difficilmente confutabili, se solo si avesse la voglia di fare una battaglia politica per evitare la decadenza invertendo la rotta.

Anzitutto il rispetto della legge, che prevede che solo Arezzo possa essere il capoluogo dell’area vasta del sud, non ci impedirebbe di fare “concessioni” in termini di mantenimento dei presidi (a tutela dei cittadini che hanno i medesimi diritti in ogni parte della Toscana), concessioni che potrebbero rafforzare la posizione di tutta la nuova Provincia (di tutte le nuove Province) nei confronti della Regione riequilibrando gli esiti di questa partita che, al momento, vede una sola vincitrice: Firenze che ha ottenuto la Città metropolitana con maggiori poteri e risorse di prima.

Inoltre con i tempi che corrono è più facile promuovere una alleanza maggioritaria in Toscana, che costringa chi sinora l’ha fatta da padrone a più miti consigli, piuttosto che affidarsi al Governo, le cui sensibilità verso i deboli sono emblematicamente riassunte dalle periodiche esternazioni del Ministro Fornero.

Certo, occorrerebbe che i maggiori partiti toscani si affrancassero dalla logica e dalla paura che ha prodotto i rapporti di forza in Toscana negli ultimi 20 anni, quella logica e quella paura che offrono chance all’avventura di un giovine senza esperienza ben dotato del giusto umorismo e della battuta prontissima.

Volete che chi ha impegnato in questi tempi di vacche magrissime 3 miliardi e mezzo dei cittadini per tappare un buco generato da politiche dissennate senza chiedere conto a chi quelle voragini ha prodotto e protetto voglia impegnarsi per modificare una legge ad uso e consumo della nostra città?

Noi lo dubitiamo e ci batteremo per il rispetto degli attuali parametri di legge, che soli garantiscono ad Arezzo non la difesa del poco esistente ma una inversione di rotta.

Marco Manneschi Consigliere regionale IDV
Piero DucciI Assessore Provinciale IDV

Sara Boncompagni Capogruppo Provinciale IDV
Roberto Barone Capogruppo IDV Comune Arezzo

Nicola Garbellano Segretario provinciale IDV
Alessio Tucci Segretario Comunale IDV