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Il sindaco Brogi scrive a Enrico Rossi

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A Capolona non si è aperta la caccia al muratore. Anzi. La possibilità di ampliare l’appartamento, aggiungere una camera per adeguare la casa alla famiglia che si allarga, ingrandire il soggiorno non ha stimolato l’appetito dei cittadini desiderosi di conquistare nuovi mq abitabili né ha dato una boccata di ossigeno alle imprese edili. Il problema? Sta nelle disposizioni con cui la Regione Toscana ha recepito la norma nazionale. Sul banco degli imputati, la L.R. 40/2011 e le modificazioni apportate all’art. 79 della L.R. 1/2005 e s.m.i. A denunciare il disagio che accomuna cittadini e operatori del settore, il sindaco del comune aretino, che, carta e penna alla mano, ha scritto al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e all’assessore all’Urbanistica Anna Marson: “La modifica va ad individuare la soglia massima del 20% per le addizioni funzionali qualificabili come interventi di ristrutturazione edilizia. Il limite numerico rende inattuabili quanto disposto dai Regolamenti comunali in essere, crea non pochi problemi alla gestione delle pratiche in corso, genera confusione interpretativa e disparità di trattamento tra i cittadini”. Di fatto, la norma sottrae al comune la possibilità di stabilire quanto possono “svilupparsi” gli immobili esistenti per soddisfare nuove eventuali esigenze abitative. “In passato – spiega Marco Brogi – questo valore veniva attribuito dall’ente sulla base delle caratteristiche architettoniche e tipologiche degli edifici, del loro valore storico e documentale, della loro ubicazione e comunque di valutazioni specifiche e puntuali che attenevano al contesto territoriale nel quale l’edificio oggetto di intervento era collocato. Fissare un generico + 20%, forse troppo frettolosamente mutuato dalla normativa nazionale, è inopportuno. Rappresenta infatti un parametro a volte eccessivo e, nella maggior parte dei casi, restrittivo che premia, senza alcuna apparente motivazione tecnica, scientifica, economica o sociale, i possessori di immobili di grandi dimensioni”. Non solo. A volte le limitate possibilità di sviluppo degli immobili rendono sconveniente procedere all’ampliamento facilitato dall’addizione funzionale. Inoltre il caos dei procedimenti congelati dall’ingresso delle novità normative regionali frena un settore che avrebbe bisogno di stimoli per un autentico rilancio. “L’edilizia versa in condizioni di grave disagio e non sembra in grado di sostenere ulteriori impedimenti o restrizioni. Il drammatico calo dell’attività documentato dal crollo degli introiti derivanti dagli oneri concessori evidenzia bene le dimensioni della crisi. Gli interventi di ristrutturazione edilizia, a detta degli operatori del settore, potrebbero essere strumenti utili per alimentare l’attuale mercato. Anche alla luce di queste difficoltà, diventa urgente modificare la norma in questione o, perlomeno, adottare provvedimenti per dare efficacia alle disposizioni adottate o approvate dai comuni attraverso i propri strumenti urbanistici in materia di ristrutturazione e delle addizioni funzionali”.