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Incontro a San Leo con suor Veronica Amata Donatello

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Incontro a San Leo con suor Veronica Amata Donatello

Come comunicare la fede e quale tipo di iniziazione cristiana per le persone disabili? Se ne parla sabato 26 maggio all’oratorio di San Leo, alle porte di Arezzo, in un incontro promosso da tre Centri Pastorali: quello per l’Evangelizzazione e la Catechesi, quello per la Carità e la Salute e quello per la Famiglia. Ospite d’eccezione sarà suor Veronica Amata Donatello, responsabile del settore catechesi alle persone disabili dell'Ufficio Catechistico Nazionale. L’iniziativa ha inizio alle 15.30 e dopo la relazione di suor Veronica, è previsto un momento di testimonianza e confronto in assemblea.

In un convegno svoltosi recentemente a Roma su questo tema, suor Veronica Donatello ha spiegato che se rispetto al passato l’atteggiamento della società verso le persone disabili è migliorato e siamo riusciti a passare da un mero assistenzialismo a un modello più inclusivo in cui la persona disabile riesce in alcuni casi a ricoprire il ruolo di vero protagonista, ancora molto c’è da fare all’interno delle nostre comunità. È necessario che la parrocchia maturi specifiche competenze in modo da permettere alla persona disabile «non tanto e non solo di usufruire di servizi specifici, ma innanzitutto di essere visto e riconosciuto come portatore di un dono particolare dello Spirito per l’edificazione della stessa comunità che lo genera nella fede». Da parte sua don Salvatore Soreca, membro dell’ufficio Catechistico nazionale, ha evidenziato come si rifletta poco sul «significato ecclesiale» della presenza delle persone disabili nelle nostre comunità. È necessario che il fratello disabile trovi da un lato un percorso adeguato e personalizzato che lo conduca ad un incontro autentico con Cristo, dall’altro una comunità pronta a maturare uno stile di accoglienza che lo aiuti a ricoprire un ruolo attivo e a condividere con gli altri i doni e le fatiche del cammino di fede. Si tratta di realizzare una «comunità-laboratorio» dove non si rileva una trasmissione unidirezionale della fede ma una condivisione scaturita dell’incontro con Cristo.