Home Politica L’Italia senza le Provincie

L’Italia senza le Provincie

0

Sono stati gli interventi dei gruppi consiliari ad aprire il dibattito sul tema del riordino delle Province, dopo la relazione introduttiva del Presidente Vasai. Il Presidente del Consiglio Provinciale, Giuseppe Alpini, dopo aver ringraziato i numerosissimi ospiti, ha sottolineato la questione centrale della costituzionalità della legge 214/2011, laddove interviene sulle questioni dell'ordinamento delle Province. Poi è stata Lucia Tanti, per il Pdl, ad aprire la serie degli interventi. “L'aula piena – ha detto la Tanti – è un segno di attenzione importante da considerare. Nel merito vorrei dire che il decreto non è costituzionale, e mi aspetto che il Presidente della Regione Rossi segua quanto già fatto dal Presidente del Piemonte e, probabilmente, da quello della Regione Lazio. Dobbiamo confrontarci sul cambiamento complessivo delle Istituzioni, con l'idea di Province più grandi e ridotte nel numero. Dobbiamo uscire dal populismo contro le province, ma anche dalla difesa corporativa di questi enti”. Dopo di lei ha preso la parola Alessandra Landucci, per Sel. “Quello che affrontiamo – ha spiegato la Vice Presidente del Consiglio – è un tema molto importante, i tentativi di riassetto istituzionale di questi anni sono stati sempre originati dalla riduzione della spesa e mai da una vera riorganizzazione del sistema. Anche il Decreto del Governo ha questa caratteristica, ma non raggiungerà neanche questo obiettivo perché non ci saranno risparmi. Credo quindi che questo decreto sia frutto di demagogia spicciola e che serva solo a gettare fumo negli occhi alla società civile, chiamata a versare lacrime e sangue e per questo giustamente indignata di fronte ai costi della politica”. Poi è stata la volta di Sara Boncompagni, per l'Italia dei Valori. “ Stiamo rispettando – ha spiegato la Boncompagni – il programma che abbiamo presentato agli elettori, in maniera coerente e corretta. Riteniamo altresì che le cose siano cambiate, e l'Italia e l'Europa siano entrate in una crisi che ci costringe a rivedere l'organizzazione della nostra pubblica amministrazione. Abbiamo raccolto le firme per una proposta di abrogazione delle Province, perché abbiamo bisogno di una vera riforma istituzionale, non operando con colpi d'accetta come ha fatto il decreto del Governo”. “Mi sento profondamente appartenente a questo consesso – ha spiegato Lorenzo Puopolo per Sel – non penso di essere inutile e neanche di essere la causa del particolare momento storico che sta vivendo il nostro paese. I politici devono essere uomini delle istituzioni e devono essere percepiti come coloro che salvaguardano il bene pubblico; qui in questa sala ho lavorato con persone che hanno queste caratteristiche”. Fortemente critico con Governo e Parlamento, Alfio Nicotra di Rifondazione Comunista. “Non c'è solo un governo che ha varato questo decreto – ha detto Nicotra – ma c'è stato anche un Parlamento che lo ha approvato. Un Governo e un Parlamento di nominati ha deciso di cancellare un ente democratico eletto dal popolo, e questo è molto grave. La democrazia non può essere considerata un costo, e per questo dobbiamo reagire a questo tentativo di semplificare considerando tutte le assemblee elettive e democratiche come un peso”. Massimo Pacifici per il Pd ha messo al centro la situazione del sistema paese.”Stiamo attraversando un periodo di crisi – ha affermato Pacifici – ed è necessario operare sui conti pubblici. Si è scatenata una sorta di “si salvi chi può” nel quale le Province sono state lasciate sole come anello debole senza pensare ai disservizi che subiranno i cittadini e i territori. Noi riteniamo che il vero costo della politica sia altrove, e tutti noi sappiamo dove sono i veri motivi dello spreco che va attaccato senza se e senza ma. Se si allontana l'amministrazione dal territorio si penalizzano soltanto i cittadini e le imprese”. “C'è stata una campagna di informazione inesatta – ha spiegato Simone Palazzo, per l'Udc – non c'è un progetto di riforma che riguardi l'intera architettura dello Stato. Questi decreti fatti in fretta fanno errori, le Province non sono inutili e i dipendenti dell'ente lo sono ancor meno. Distinguiamo le questioni e non facciamo facile demagogia, e allora mi chiedo perché oggi non ci sono deputati e consiglieri regionali. Il nostro ruolo è quello di evidenziare problemi e ricercare soluzioni. Dobbiamo rimanere compatti e aspettare la fine di questa turbolenza, perché l'Italia ha risorse, mezzi e persone che possono farcela”. Fortemente critico con il Governo l'intervento di Francesco Lucacci, per Gruppo misto Unione Toscana. “Quando si pensa di risolvere i problemi dell'Italia come sta facendo questo Governo si butta fumo negli occhi. Questo ente è necessario, e tutto si è fatto tranne spiegare questo, perché la Regione non sarà mai in grado di prendere provvedimenti efficaci sul territorio che non conosce. C'è bisogno di una riforma, ma non si può buttare via il patrimonio di esperienza che si è costruito come dimostrano i risultati ottenuti anche da questa Provincia e da dipendenti che svolgono con passione i loro compiti. L'abolizione delle Province è una sciocchezza, anche se una razionalizzazione è necessaria partendo anche dai Comuni”.