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La città dove non esisteva il cinema

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La città dove non esisteva il cinema

AREZZO, 05/10/12 – Sulla nostra città, da anni, grava un deficit imperdonabile per quello che riguarda la cinematografia. Una multisala che passa solamente film colossal del filone mainstream, o giù di lì. Un solo cinema rimasto in centro, che riesce a dare qualche proiezione d’essai, ma che – notizia di questi ultimi giorni – trova delle enormi difficoltà a mantenere attiva la sala. E in positivo i bilanci. Un quadro che da anni è sotto gli occhi di tutti e allarma cittadini e istituzioni comprese. Un quadro al quale, però, non si è mai trovato un vero rimedio.
Da una parte l’Uci cala i suoi biglietti staccati e dall’altra, il Cinema Eden, a cui va tutta la nostra solidarietà, non riesce a stare dietro agli enormi costi che gravano su chi fa impresa nell’”entertainment”. A prima vista, potrebbe sembrare che il cinema, come molti altri settori culturali, è in una crisi senza precedenti. E che chiunque si prenda la briga di investire su questo settore, abbia poche chance di riuscita. Ma se la prima occhiata non lascia nulla di buono all’osservatore, a una seconda, la speranza torna a farsi vivida e forte: di cinema è fatta la quotidianità di molte persone. Oggi, il luogo dove si vede una pellicola non è più così fondamentale per la visione di film, almeno fin quando questo luogo non s’innoverà. Quello che conta è il dispositivo, che prima era una pellicola, ma che oggi è diventato alla portata di tutti, gratuito e mobile.
Oggi – e lanciamo un’idea per tutte le realtà che hanno a cuore il mondo del cinema del nostro territorio, sia quelle istituzionali, che quelle associative – c’è bisogno di novità visti e considerati i cambiamenti che le nuove tecnologie e, di conseguenza, la rete hanno portato. I luoghi dove si fa cinema, devono diventare qualcosa di più appetibile, in primis agli occhi degli appassionati della decima arte e di conseguenza, per tutti gli altri.
Perché non creare una casa del cinema? Un progetto di sala cinematografica stabile, gestita pubblicamente, che non sia quel “non luogo” che può rappresentare l’Uci Cinema e neanche un’impresa a iniziativa privata, che può essere la multisala Eden. Ma un luogo dalla “mission” diversa, condivisa fra chi di cinema è veramente amante ad Arezzo (cittadini cinefili e associazioni di cultura cinematografica), un luogo da vivere e non solo per rilassarsi su una poltroncina per 90 minuti, davanti a un buon film, o a un cinepanettone che siano.
Il cinema è necessario. Fa parte delle nostre vite, ci aiuta a capire il periodo in cui viviamo, nel corso della storia ha accelerato cambiamenti importanti e ha fatto riflettere collettivamente l’intera società che non è mai stata semplicemente “pubblico pagante”, ma spettatore attivo del corso dei tempi. Alla nostra città, in questo momento, manca uno strumento di riflessione di questa portata, il principale veicolo della cultura di massa.
Gli spazi, ad Arezzo, ci sono. E’ sull’utilizzo che lasciamo un po’ a desiderare. Pensiamo al teatro della Bicchieraia, ad esempio. O all’Auditorium Montetini. Oppure direttamente al Cinema Eden, che in questa maniera potrebbe essere aiutato nell’ammortizzare dei costi che altrimenti non riuscirebbe a sostenere. L’investimento potrebbe essere esiguo: stiamo parlando di cinema, stiamo parlando di posti dove aggregarsi e discutere, stiamo parlando di un’iniziativa che potrebbe autogestirsi da sola, nell’eventualità che tutti i singoli attori di questo progetto in nuce, si diano da fare per costruire qualcosa insieme.
Il cinema è un mondo che ha da sempre sedotto le coscienze di tutti noi. Appassionando sia dall’intellettuale navigato, fino all’ultimo degli ignoranti. È il suo bello, la sua forza, il suo carattere. Ed è pressoché impossibile che il cinema non susciti più quelle emozioni dei bei tempi andati. E per questo, non è possibile che un’iniziativa del genere, se venisse caricata delle giuste idee, aspettative ed energie, non possa funzionare. Il luogo dove si proietta deve cambiare, non il cinema. Il cinematografo è qualcosa di, probabilmente, non più funzionale a questi tempi, né a livello di costi, né a livello di offerta di contenuti. Una sala dove riflettere di cinema, dove fare cinema, dove parlare di cinema, oltre che dove vederlo, chissà cosa potrebbe diventare.
Come chiamarla? Una casa del cinema? Un centro studi? Uno spazio aggregativo? Un club? Una setta dei cinefili estinti? Qualsiasi cosa essa sia…perché non iniziare a parlarne? Intanto chiediamo alle istituzioni di rilevare la proposta e di assumere la loro figura di concertazione, aprendo un tavolo fra le associazioni e quei soggetti a cui il cinema da vedere non verrà mai a noia, cercando di costruire una vera e propria proposta attuabile sul piano pratico e indossabile dalla nostra città. Una città in cui, oggi come oggi, non c’è il cinema. O poco ne manca.

Articlolo scritto da: Arci Arezzo