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La Diocesi di Arezzo sulla vicenda del Cimabue

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Da alcuni giorni si diffondono notizie errate su questioni che riguardano i rapporti tra la Curia diocesana e la Città di Arezzo a proposito del crocifisso di Cimabue.

Per amor di verità si ritiene opportuno precisare:

1. La Diocesi ha appreso solo dalla stampa l’intenzione di far viaggiare il Crocifisso di Cimabue negli Stati Uniti d’America. Anche dopo la pubblicazione di notizie inerenti il caso sui locali mezzi di comunicazione, nessuno ha spiegato agli organi della Chiesa il progetto che si intendeva realizzare, contrariamente a quanto è consuetudine fare in spirito di collaborazione vicendevole tra le istituzioni.
2. Nessuna Autorità ha richiesto alla Diocesi il prestito della celebre opera, da secoli al culto nella chiesa di San Domenico di Arezzo, né sono state ricevute lettere che gli organi di stampa asseriscono essere state inviate al Vescovo.
3. La visita di un Funzionario amministrativo dell’Ambasciata d’Italia a Washington non era stata preannunziata, né dall’interessato, né dalla sua segreteria, come si usa da parte di chi vuol conferire con una istituzione del territorio. Irrituali chiamate dell’ultim’ora con l’ospite già in città non facilitano gli incontri, soprattutto quando sono già in atto eventi istituzionali propri della Chiesa.
4. Le Autorità del Governo italiano, ben consapevoli della condizione giuridica del crocifisso del Cimabue, non hanno fatto alcun passo presso la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, in ordine al progetto di trasferire fuori d’Italia l’opera.
5. Il Vescovo giovedì 21 giugno presiedeva a Cortona il Capitolo dei Canonici, importante istituzione cui sono demandate prerogative della Chiesa su quel territorio, prima di recarsi il 22 e 23 giugno a Badia a Ruoti in Valdambra, per il Convengo annuale diocesano di programmazione pastorale, dove erano convocate 300 persone, come constava tra l’altro dal sito diocesano, a tutti disponibile a mezzo internet. Tali impegni istituzionali fissati da mesi trattenevano l’Ordinario Diocesano fuori sede.

Si auspica che i contatti tra le istituzioni del territorio e la Diocesi possano proseguire nello stile e nella prassi sempre attuata dall’arrivo dell’Arcivescovo Fontana nella sede aretina.