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Marcelli: il progetto filiera corta non può esistere senza giovani

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Marcelli: il progetto filiera corta non può esistere senza giovani

“Il progetto di Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana non può esistere senza i giovani. L’idea di unire i mercati, le botteghe, i consorzi agrari, in un marchio tutto italiano è un progetto che ha nei giovani e nel loro protagonismo un elemento determinante. Nel percorso di costruzione della filiera del Made in Italy sono indispensabili attori per realizzare un canale di distribuzioni, oggi il terzo per importanza, che consenta ai prodotti delle imprese italiane di essere valorizzati al massimo. L’incontro di oggi è proprio l’esempio del nuovo e fondamentale protagonismo dei giovani; stringono tra le mani anche il futuro della Coldiretti”. E’ quanto ha detto Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana nel corso della tavola rotonda che si è tenuta questa mattina a Firenze, nel Salone dei Cinquecento, in occasione dell’Assemblea Giovani Impresa Centro Italia e a cui hanno partecipato 400 under 30 provenienti da 7 regioni. Non solo filiera corta nei pensieri di Marcelli che ha ricordato anche quali sono le difficoltà che i giovani oggi devono affrontare. A partire dall’accesso al credito: “C’è un impegno estremamente concreto sul fronte dell’accesso al credito reso sempre più difficile dalla crisi economica. La Coldiretti ha creato un consorzio fidi nazionale che è a disposizione dei giovani agricoltori per lo start up dell’impresa ma anche per tutte le innovazioni che anno dopo anno vorranno essere apportate ad una moderna impresa agricola. Oggi non è possibile lavorare in agricoltura senza un valido business plan, che i giovani agricoltori oggi fanno. E’importante che i giovani sappiano che l’organizzazione è accanto a loro per aiutarli ad affrontare i problemi di accesso al credito in modo da consentire non soltanto la partenza dell’impresa ma anche le innovazioni necessarie”. Marcelli ha parlato anche della riforma della Pac: “la posizione italiana si è espressa a livello europeo in modo unitario: le risorse dovranno essere destinate a chi fa veramente l’agricoltore. E’ necessario che si definisca una professionalità agricola che è poi quella che porta avanti i valori dell’imprenditoria, ma anche della tutela del territorio e dell’ambiente. Quindi basta con i fondi a chi non vive di agricoltura ma magari ne fa un hobby. La politica agricola comune quindi per l’agricoltore professionista”.