Le dimissioni di Andrea Sereni da Presidente di Arezzo Fiere pongono, all’intero sistema pubblico locale e regionale, il tema del futuro di questa struttura. La nostra provincia è, tra quelle toscane, una delle più colpite dalla crisi economica. Lavorare per il futuro del nostro sistema produttivo vuol dire salvaguardare le eccellenze, soprattutto nel manifatturiero e puntare sull’innovazione. Arezzo Fiere, tra i più importanti e nuovi poli espositivi della Toscana, riveste un ruolo fondamentale.

Siamo però di fronte ad una vera e propria emergenza finanziaria. Sereni, pur uscendo in punta di piedi della scena ed a cui va il ringraziamento per il lavoro svolto, ha evidenziato la necessità di un forte e rinnovato impegno del sistema pubblico. Siamo di fronte a scadenze precise, la prossima delle quali è ormai imminente e si tratta delle fine di novembre.

Questa emergenza deve essere superata per garantire un futuro ad Arezzo Fiere e alle politiche espositive e promozionali del territorio. Ognuno è chiamato a fare la sua parte: enti locali ed istituti di credito.

Superare lo scoglio del 30 novembre significa garantire un futuro ad una struttura espositiva che sulla base di uno studio della Bocconi, è in grado di produrre una ricaduta economica sul territorio pari a circa 40 milioni di euro all’anno.
La crisi è drammatica per tutti e il reperimento di risorse finanziarie è altrettanto difficile per tutti. Solo una forte e convinta collaborazione tra tutti i soggetti interessati può consentire di trovare una soluzione per il futuro di Arezzo Fiere.