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Mozart Festival 2012 XI Edizione

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All'interno del Mozart Festival 2012 (alla sua undicesima edizione) ci sono due eventi dedicati alla nuova musica. Infatti Il 31 Luglio e il 5 Agosto (rispettivamente nel Chiostro del Comune di Monte San Savino alle ore 21.15 e nel Salone della Biblioteca Città di Arezzo alle ore 18.00) si terrà a battesimo un progetto molto importante "FLAUTO 21", con 3 opere in prima mondiale assoluta composte appositamente per il Mozart Festival da tre giovani compositori italiani che già hanno ottenuto importanti riconoscimenti, anche a livello internazionale: Michele Lanari, Filippo Perocco e Pasquale Corrado. Il concerto getterà uno sguardo sul futuro della musica colta italiana e internazionale (flauto 21 si riferisce infatti alla musica per flauto del nostro nuovo secolo) con una innovativa idea scenica: infatti il concerto interpretato da Roberto Pasquini (dedicatario di tutti e tre i lavori commissionati dal Festival), Giovanni Scarpello e Benedetta Bertuccini ai flauti traversi porterà gli ascoltatori in una nuova dimensione spaziale della musica per flauto. Due dei brani appositamente composti per il festival si richiamano alla mitologia greca, "Due Danze Antiche" di Michele Lanari ed "Esperidi" di Pasquale Corrado: Le Esperidi erano ninfe la cui genealogia rimane spesso confusa: vengono talvolta nominate come figlie della Notte, di Teti e Oceano, di Zeus e Temi, di Forco e Ceto ed anche, secondo la teoria più accreditata, di Atlante ed Esperide. Incerto è pure il loro numero, alcuni dei loro nomi sono: Egle, Aretusa, Esperia o Esperetusa, Eriteide ecc. Ad ogni modo, resta certo che vivevano nell'estremo Occidente del mondo, oltre i confini della terra abitata, e lì possedevano un meraviglioso giardino ove avevano il compito di custodire il prezioso albero che dava mele d'oro, dono di Gea per le nozze di Zeus con Era. Per maggior sicurezza, affinché le stesse Esperidi non cogliessero le prodigiose mele, Era aveva ordinato al serpente Ladone dalle cento teste di presiedere alla guardia, stando costantemente arrotolato attorno al tronco dell'albero. Atlante sosteneva la volta del cielo poco distante dalla terra delle figlie, ed Elios, divinità del sole, terminato il suo corso quotidiano, scendeva nel giardino (il sole tramonta infatti ad Occidente) e vi lasciava i cavalli del suo carro a pascolare, e con loro riposava lì durante la notte. Il brano vuole evocare quindi un magico giardino musicale dove nuovi suoni dorati si fondono alle grida e alle battaglie più umane degli dei dell'olimpo che sono in noi stessi, specchio fedele delle nostre paure, ma anche dei nostri sogni e della volontà di affrontare il nostro destino a piè fermo, senza arretramenti di fronte a quello spettacolo bellissimo e talvolta crudele della nostra vita. Questo è il ritmo vitale che sta alla base degli intensissimi 7 minuti di "Esperidi" per flauto e flauto contralto di Pasquale Corrado.

"Due Danze Antiche" di Michele Lanari per 2 flauti e flauto contralto si ispira a due danze corali dell' antica Grecia, entrambe strettamente connesse con la nascita e lo sviluppo della tragedia classica: l'emmèleia, che pur adattando il suo carattere ai diversi argomenti narrati nelle tragedie si distingueva sempre per la sua compostezza e dignità, e il ditirambo, sfrenato e compulsivo omaggio a Diòniso, dio greco del vino e dell'estasi. In questa ideale rievocazione moderna, l'emmèleia adotta un ritmo lento e regolare, che evoca il passo processionale dei cantanti danzatori: la modalità dorica viene armonizzata principalmente per seconde e quarte, con una scrittura rigorosamente contrappuntistico omoritmica; nella parte centrale si delinea invece una scrittura di melodia accompagnata, col flauto in sol in ostinato e il flauto secondo in do che raddoppia per quarte giuste parallele la linea superiore. Il ditirambo fonde invece con molta libertà cromatismo e modalità, alludendo implicitamente alla tradizione del tetracordo cromatico greco: orientaleggianti arabeschi dalla linea imprevedibile e spigolosa ornano le melodie strutturali con una ritmica variabile e irregolare, quasi a rievocare le lamentazioni dionisiache che nel ditirambo si alternavano ai momenti più estatici e movimentati. I metri sono spesso il risultato di ritmi additivi (ad esempio, il 18/8 del ditirambo è 2+3+2+3+4+4): si può infatti ipotizzare che, nell'antica musica greca, la stretta connessione tra canto e poesia comportasse l'assenza di una quadratura fraseologica in senso classico, ma che al contempo le esigenze gestuali della danza costringessero ad una certa regolarità e simmetria nel ritorno degli accenti e alla conseguente tendenza agli ostinati ritmici; d'altra parte questo avveniva anche nella poesia greca stessa, basata su diverse tipologie di "piedi" quantitativi variamente organizzati a formare una metrica costante. Il climax del ditirambo è rappresentato dallo stridore dell'intervallo di tritono, che si fonde e si nasconde nel tessuto armonico con quello di quarta giusta. La danza si conclude con l'immaginaria gestualità delle baccanti (termine latino per le "menadi", che mescevano il vino e danzavano estaticamente) e la liberazione dionisiaca dei sensi dopo la frenetica ostentazione della forza della vita.

Infine il brano di Filippo Perocco "Due canti di Luglio" nasce da un particolare periodo dello sviluppo artistico del compositore veneto: dai primi mesi di quest’anno (2012) sta infatti lavorando a brani per strumenti solisti o organici ridotti che gli sono stati richiesti da colleghi musicisti; una sorta di Antologia per amici.
Si tratta a tutti gli effetti, di appunti, miniature e studi preparatori dai quali potrebbero scaturire (in progress) altri lavori. Così commenta il compositore: "Due canti di Luglio per due flauti è un lavoro che mi è stato chiesto dall’amico e collega Roberto Pasquini (al quale il brano è dedicato). Un particolare ringraziamento va anche a Giovanni Scarpello, allievo di Roberto Pasquini, per la pazienza e la collaborazione. Il gesto strumentale è intenzionalmente primitivo, refrattario, quasi a voler intrappolare dei principi di melodie congelate e timidamente intonate."