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Nasce il Comitato per il Comune Unico tra Capolona e Subbiano

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In questi giorni in cui tanto si parla di Referendum per unificare tutto il Casentino, a Capolona i consiglieri di opposizione Bianchi, Buonavita , Cerofolini, Lelli e Romani e quelli della maggioranza appartenenti al gruppo consiliare “concordi” Bertini e Ciolfi, sciolgono le riserve prendendo una iniziativa che dovrà essere, nelle loro intenzioni, decisiva nel processo inevitabile di unificazione di Capolona e Sabbiano: la costituzione di un Comitato per il Comune Unico Capolona-Subbiano.
Si tratterà nello specifico di un Comitato gestito ed organizzato esclusivamente dai comuni cittadini (siano essi di capolona o di subbiano) con il sostegno e l’appoggio dei Consiglieri sopra citati. Il compito principale del Comitato sarà quello di stimolare le 2 amministrazioni comunali a far presto ed a far bene il Comune Unico, proponendo la creazione di una Commissione di studio, organizzando eventi e manifestazioni che contribuiscano a chiarire tutti i vantaggi che porterebbe l’unificazione dei 2 comuni, da ultimo proponendo un Referendum che dia la possibilità ai capolonesi ed ai subbianesi di dire in maniera definitiva si o no al Comune Unico.Un Comitato che non dovrà avere “etichette” politiche o peggio di partito e che anzi dovrà necessariamente superare le esistenti divisioni nei rispettivi Consigli, coinvolgendo e rendendo partecipi tutti, in egual misura, al processo di unificazione tra i 2 Comuni.
Non è un caso che si crei oggi il Comitato, in concomitanza cioè con la campagna referendaria per il Comune Unico di tutto il Casentino. Il nostro infatti è un SI netto e deciso all’idea di Comune Unico, ma limitatamente (almeno per adesso) a realtà territoriali omogenee e vicine tra loro, quali quelle di Capolona e Subbiano. Sarebbe infatti pericoloso imporre l’unificazione di un territorio eterogeneo e vastissimo (diventerebbe per dimensioni il terzo Comune in Italia) quale quello dell’eventuale Comune Unico del Casentino che ad esempio, qualora decidesse di chiudere tutti gli uffici comunali, renderebbe pessimi i ià precari servizi essenziali al cittadino e se invece tenesse aperti dei presidi in ogni comunità, perderebbe probabilmente la partita della razionalizzazione dei costi.
È finito dunque il tempo dei campanilismi. È finito il tempo delle divisioni tra chi sta di qua e di là dall’Arno. È finito soprattutto il tempo dei 2 sindaci, delle 2 giunte e delle 2 amministrazioni. È arrivato il momento di razionalizzare in nome dell’efficienza, del risparmio e dell’abbattimento dei costi della polita. Soprattutto in tempi di grave crisi economica come questa.